Conobbi l'amore durante il mio tirocinio in agenzia marittima, ma si trattò di un amore senza alcun destinatario, amavo l'idea di poter amare, ma non conoscevo ancora nessuno che potesse meritare tanto.
Prima del tirocinio notai una ragazza nella mia scuola, mi vergogno a dirlo ma la notai per la sua forma e basta, però il suo sguardo mi colpì duramente così, come quando la bestia si risvegliò, io ancora oggi risento di una semplice occhiata.
E ne risentirò, temo.
I miei gusti in fatto di donne sono singolari come me, mi vanto un sacco di essere "strano" perché è una caratteristica che tutte e dico tutte le persone che mi conoscono mi attribuiscono, e con tutte intendo anche i miei genitori e i miei nonni.
"Accidenti quanto sei strano!"
In generale le donne non mi piacciono, poiché proprio l'umanità mi sta sullo stomaco, ma è anche un discorso di genere perché è innegabile che tutte le donne (o quasi) hanno caratteristiche comuni che non amo, così come gli uomini, capiamoci, e io questo fatto non lo sopporto poiché umano, ma troppo umano.
Per carità, non sono cieco: quando vedo una bella ragazza passare per strada di certo non mi trattengo dal manifestare la mia ammirazione, ma il mio pensiero si ferma lì, non va, come quello degl'altri, a spogliarla ed analizzarne le forme, immaginandola magari in una situazione molto, molto intima; semplicemente si ferma a decretare ch'è bella, ma che non nutre in me alcun interesse.
Non ho mai avuto dubbi sulla mia sessualità, sono eterosessuale e gli uomini non mi attraggono se non come amici, ma certo con le donne sono molto severo, perché cerco in loro una bellezza diversa, è come se volessi che i loro occhi rispecchiassero come son fatte all'interno, come fossero uno spioncino attraverso il quale io possa leggerle dentro.
Non vi meraviglierete di sapere che di fidanzate ne ho avute poche, ma proprio poche.
In passato (e con passato mi riferisco a prima del tirocinio) ero ben brutto, ben poche ragazze si interessavano a me e io ero quasi costretto ad accontentarmi, ma si trattò sempre di storielle pre-adolescenziali che non hanno rilevanza e quindi non meritano di essere raccontate.
Finito il famoso tirocinio mi dedicai alla ragazza che avevo visto a scuola, mi informai sul suo carattere e sulle sue abitudini come potevo e straordinariamente mi piacque ancora di più, la situazione si faceva strana e io, dopo tanti anni, mi trovavo nella scomoda situazione di dover far la corte ad una ragazza, per altro più piccola di due anni, che molto probabilmente nemmeno conosceva il mio nome.
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Il dono.
General Fiction"Il dono" è il racconto di una vita in poche pagine. Scritto da un ragazzo di appena diciotto anni, questo racconto nasce come uno sfogo, come un tentativo di analisi che ha come obiettivo quello di riportare alla luce gli episodi chiave della sua v...