Devo tanto ai miei amici, credo che con le persone giuste affianco si possa essere davvero felici e io sono più che felice di circondarmi di persone speciali anche se il prezzo da pagare è quello di doversi accontentare di pochissime facce.
Pochi ma buoni!
Io sono diventato un po' chiuso a causa del mio passato, da più piccolo passavo davvero tanto tempo ad occuparmi della vita di chi avevo attorno, ma quando ho avuto bisogno di sostegno mi sono ritrovato da solo e con le mie sole forze ne sono uscito, spiegatemi ora: quale senso avrebbe un'inversione di tendenza?
La solitudine mi ha tenuto compagnia per molto tempo, e chi dice che non si può star in compagnia che di sé stessi?
Mi sono amico così come lo son gli'altri, ma è una cosa piuttosto recente, un'amicizia relativamente nuova.
Un particolare mio è quello di distinguere, dove gl'altri ne vedono uno soltanto, ben due mondi, che sarebbero il mio e quello in cui sono costretto a vivere.
Il mio è quello più piccolo, l'altro è così grande da far paura, ma ho imparato a rifugiarmi nel primo ogni qual volta mi trovo impaurito dal secondo, nel mio trovo me e i miei amici, nel secondo trovo gli "umani" che mi definiscono pazzo e forse lo sono davvero ma non me ne lagno.
A volte mi capita di dover far staffetta tra un mondo e l'altro e mi capita anche di portare qualche faccia nuova nel mio e ricacciare qualcuno nell'altro, son cose che capitano, ma non di frequente.
Credo che la cosa più bella di avere, logicamente all'interno della propria mente deviata, un mondo proprio, è che ci si può facilmente assumere la carica di dio, e quando dico che non sono credente allora mento, perché mi riconosco come divinità nel mio mondo e credo anche che, se ognuno di noi ragionasse come me, il mondo (l'altro) sarebbe forse ancor più strano ma ho l'impressione che sarebbe anche più felice.
Dell'altro mondo invece non mi interessa d'esser nessun dio, sarebbe troppo gravoso, forse l'Onnipotente, quello in cui si crede, l'ha capito troppo tardi e se n'è andato, lasciando l'umanità tutta sola, non lo biasimerei.
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Il dono.
General Fiction"Il dono" è il racconto di una vita in poche pagine. Scritto da un ragazzo di appena diciotto anni, questo racconto nasce come uno sfogo, come un tentativo di analisi che ha come obiettivo quello di riportare alla luce gli episodi chiave della sua v...
