Riflessioni (pt.1)

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Non avrei mai potuto scrivere questo capitolo prima di questo momento, non avrei saputo esprimere alcun concetto senza aver premesso che certi episodi della mia vita m'hanno scosso notevolmente.

La mia infanzia non fu affatto felice e questo, a parer mio, contribuì ad indebolire la mia povera mente che, unita a sostanze esterne, non riuscì più a sostenere il peso del mondo.

La mia infelicità fu causata molto anche dalla mancanza di denaro in casa, questo non mi permetteva di viver la vita come tutti gl'altri, che si premuravano di raccontarmi quanto fosse bella la loro.

Se è vero che i soldi non fan la felicità è vero anche che ho sempre goduto di meno libertà degl'altri bambini, avevo orari rigidi, pochissima autonomia.

Questo fece di me un bambino parecchio iracondo e già a pochi anni soffrivo d'autostima molto bassa.

Infatti ricordo che i complimenti che mi venivano fatti mi rendevano davvero felicissimo, me li meritavo, da bambino disegnavo davvero bene e avevo una grande fantasia, ma questo lo vedo soltanto ora.

Credo che la mia fantasia sia andata scomparendo negl'anni, tanto che mi sono trasformato in una persona ossessiva.

Ricordo anche che nonostante i miei genitori credevano, io sempre sono stato ateo e sempre ne sono stato convinto.

Ricordo che feci la comunione solamente per fini economici, curioso per un bambino di nove anni, già lì si sarebbe dovuta notare la mia affinità con l'economia, fatto sta che, come previsto, ricevetti molti doni e molti ori che sono sicuro avranno un'utilità futura.

Non avendo notato, come già detto in precedenza, la mia affinità con l'economia, ricordo che al termine delle scuole medie, quando mi si presentò davanti la scelta dell'indirizzo ch'avrei dovuto frequentare dall'anno seguente, vi fu un po' di confusione; arrivai alla scelta dell'istituto tecnico commerciale per esclusione, avrei voluto fare l'artistico, ma non avrei voluto fare l'artista.

In famiglia venni criticato da tutti tranne che da mio padre, che anni prima aveva preso la mia stessa decisione.

Sono sicuro che quando, grazie al mio diploma, nonostante la crisi finanziari attuale, troverò un lavoro rispettabile, le lingue della mia famiglia cesseranno di sibilare:

"uno come te in un istituto tecnico è sprecato"

Perché sarà grazie a me che i soldi circoleranno in casa, parenti serpenti.

Il mio saper affrontare e superare i problemi nonostante l'handicap d'un disturbo psicologico ha fatto nascere in me una tale autostima che non solo ha riempito il vuoto che avevo fin da piccolo, ma ha anche generato certe eccedenze che subito si sono trasformate in arroganza e presunzione.


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