Arrivato nell'abitazione ove si teneva la cena, si fece un gran parlare del mio appuntamento quasi come se fosse stato un evento astronomico raro, ed era raro , in effetti.
"Nemmeno un bacio?"
Nemmeno un bacio le diedi, intendo un bacio vero, ma non me ne vergognai, era il primo appuntamento e lei era piccola e poi ero piccolo anch'io.
Mi sarei rifatto l'indomani, dicevo, e l'aspettavo con ansia; la sera a letto faticai a chiudere gl'occhi perché paradossalmente più attendiamo il domani più sembra lunga la distanza che ci separa da esso, e infatti faticai a dormire, ma dormii.
Una volta sveglio mi ricordai d'una cosa bellissima, l'avrei vista già al mattino!
L'appuntamento era davanti alla scuola, lì avremmo visto per la prima volta i quadri contenti i voti finali del nostro anno scolastico, io avrei fatto vanto dei miei e successivamente le avrei offerto il pranzo, comprando molto del suo tempo e pagandolo relativamente poco.
Vi furono dei periodi in cui avevo soldi in abbondanza e fortunatamente lei cascava in uno di quelli.
Arrivato davanti alla scuola la incontrai, la gente ci guardava in maniera strana perché eravamo una coppia nuova e inaspettata (in realtà non eravamo nemmeno una coppia, ma già lo sembravamo).
Cortesemente mi fermai a guardare prima i suoi e poi i miei quadri, sempre in dolce compagnia sua, lei mi derise dandomi del "secchione" ma basta guardarmi in faccia per capire che non lo sono mai stato.
Arrivò l'ora di pranzo e ci recammo al bar adiacente alla scuola intenti a prendere qualcosina e consumarlo in un luogo più romantico.
Offrii io come pianificato, analizzando la bilancia che avevo in testa comprare diverse ore del suo tempo a meno di cinque euro era un affare vantaggioso, e la mia scuola mi insegna a coglierli questi affari.
Mi fu molto riconoscente e quando vidi che insieme al panino ordinò una bottiglietta d'acqua naturale pensai:
"che sempliciona, mi sarò forse sbagliato sul suo conto?"
Non so come possa un uomo giudicare una donna in base a ciò che ordina da bere, ma lo feci, ero imbecille, di nuovo.
Usciti dal bar mi abbracciò e mi baciò la guancia, mi sarei aspettato un altro tipo di ringraziamento ma devo dire che nemmeno quello mi dispiacque, c'era tempo!
Ci recammo in un luogo sul mare considerato dai miei concittadini quale romanticissimo.
Ero contento di esser lì, perché quel luogo è da sempre per me un piacere per gl'occhi, e in quel momento lo era anche chi m'accompagnava, un piacere per gl'occhi e per i sensi.
Ci sedemmo su una panchina e iniziammo a mangiare, io mi trovavo molto in imbarazzo perché con il galateo non sono mai andato d'accordo e da sempre mangio come un selvaggio, pare che però la ragazza non se ne sia mai accorta ed è meglio così.
Passammo molte ore su quella panchina a chiacchierare e scherzare, la tensione e il caldo si facevano sentire e ricordo benissimo le goccette di sudore sul naso suo e il lago che si creò sotto la maglietta mia.
La cosa divertente di quel momento è che non si potevano intravedere aloni di nessun tipo poiché la maglietta era fradicia per intera.
Decidemmo allora di spostarci all'ombra, su un'altra panchina, abbastanza vicina ma sufficientemente lontana per regalarci un panorama del tutto nuovo ma altrettanto bello.
E su quella panchina mi scappò di rubarle un bacio.
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Il dono.
General Fiction"Il dono" è il racconto di una vita in poche pagine. Scritto da un ragazzo di appena diciotto anni, questo racconto nasce come uno sfogo, come un tentativo di analisi che ha come obiettivo quello di riportare alla luce gli episodi chiave della sua v...