Tradimento

98 7 1
                                    

27 gennaio 1941

"È stato lui?", chiese Rita piangendo. Si trovava in una delle stanze adibite a celle, nel centro di Castello. Davanti a lei, Dalila sedeva calma con un paio di pesanti catene intorno si polsi e alle caviglie.

"Non credo."

"Ma chi altro può essere stato?"

"Non lo so, ma Mauro non ne sarebbe capace."

"Pensare che fino a due giorni fa scherzava con noi come se niente fosse e ora... Non posso credere che abbia fatto una cosa del genere..."

"Rita, smettila. Non può essere stato Mauro per un motivo molto semplice."

"E quale?", la speranza si riaccese negli occhi della ragazza.

"Dovrebbe essere al fronte da un bel po' di tempo. Se qualcuno lo notasse, sarebbe spedito immediatamente a morire. Quando i soldati sono entrati, sia io che tua madre abbiamo creduto fossero venuti per lui."

"Quindi non è un traditore?"

"No. Sai chi è stata la prima persona con cui ho parlato qui in Italia?"

"Non lo so... La mamma?"

"Ho incontrato Mauro in treno. Mi ero addormentata da sola nello scompartimento e quando mi sono svegliata, lui stava leggendo il mio libro."

"Sa leggere il tedesco?"

"No, era un libro in italiano. Stavo ripassando quel poco che sapevo e cercando di imparare il più possibile. Avevo intenzione di rimanere molto tempo a casa vostra..."

"Lui ama molto leggere i libri degli altri...", cominciò Rita sollevata che il suo amico non fosse il codardo come aveva, per un solo momento, pensato.

"Allora, tra i due, a mentire ero io. Gli ho detto di essere tedesca. Non ci siamo parlati molto, finché non si è trasferito da noi dopo la morte del nonno. Però, in quei pochi dialoghi, ho capito con chi avevo a che fare. Nonostante si occupi di traffici sicuramente poco puliti, è la persona più leale e sincera che conosca."

"Lo so. Per questo non potevo crederci. Non dirai mai a nessuno che ho dubitato di lui, vero?"

"No, Rita, non ti preoccupare." Non dirò più nulla a nessuno, ormai, pensò Dalila, ma non osò dare voce ai suoi pensieri per non intristire oltre la ragazza che aveva di fronte. "Non lo saprà nessuno, e soprattutto non Mauro. Prenditi cura di lui, però!", sorrise cercando di darle coraggio. Ormai, non provava più niente. La paura era svanita insieme alla speranza, l'unica cosa rimasta era il rimorso: forse avrebbe potuto fare di più, forse...

"Però, se non è stato lui... Chi è il traditore?"

"Non lo so Rita, non lo so. Forse non c'è nessun traditore."

"E i soldati sono venuti a prenderti proprio il giorno dopo la tua confessione, di domenica per di più, perché all'improvviso è venuta loro l'ispirazione?"

"Può essere."

"Il mondo è davvero un posto crudele, allora."

"Non il mondo, gli uomini... Ascoltami, Rita. Mia nonna mi diceva sempre una frase che mi ha aiutato ad arrivare fino a qui."

"Tua nonna Sarah?"

"Sì."

"E cosa diceva?"

"Fai di tutto per sopravvivere e ricordati che devi morire."

"Ecco, appunto! Dobbiamo..."

"Per quanto riguarda la prima parte, ho fatto abbastanza fino ad ora. È il momento di pensare al resto della frase. Prima o poi, tutti dovremo morire. Il mio momento si sta avvicinando, e non voglio che voi paghiate le mie colpe. Se succedesse qualcosa anche a uno solo di voi, la mia anima ne soffrirebbe per sempre. Io voglio riposare, quindi, per favore, sopravvivi."

"C'è un'altra cosa che ti dovevo dire. Mauro è sparito, da ieri sera. Non si è più fatto vivo e pensavo fosse scappato... Se non è lui il traditore, però, non avrebbe senso e..."

"Spero non si cacci nei guai."

"Anche io..."

"Rita, ascoltami bene. Non venire pi a trovarmi, non cercarmi e non appena riesci a parlare con Mauro digli di dimenticarmi. No, non fare quella faccia. Voglio rimanere da sola, d'ora in poi..."

"Ma..."

"Promettimelo!"

"Non posso..."

"Rita, promettimi che non mi cercherai più!"

"Te lo prometto. Addio, Dalila.", si alzò con gli occhi pieni di lacrime che non riusciva a versare e scappò via.

"Addio, Rita, addio."


Pioveva. Una pioggia gelata scrosciava sulle vie di Pavia mentre una figura scura si stringeva nel cappotto per difendersi da quell'umidità che penetrava le ossa e irrigidiva i muscoli fino a fare male. Entrò in un palazzo basso, rispetto a quelli circostanti, e si diresse verso le cantine senza guardarsi intorno. Non avrebbe rischiato di incrociare lo sguardo di uno degli uomini seduti intorno ai tavoli di quel locale, o di una delle donne che ammiccavano loro.

Aprì una porta anonima e scese una stretta rampa di scale. Sul fondo vi era una stanza con soltanto un grande tavolo di quercia ed intorno ad esso ufficiali e uomini d'affari, intenti a giocare a poker e a bere prezioso whisky importato.

"Guarda un po' chi abbiamo qui!", urlò all'improvviso uno di loro, la giacca scura piena di medaglie e stelle.

"Buona sera, signore.", biascicò Mauro. Non si era mai trovato a suo agio in quegli ambienti. Avrebbe preferito situazioni più formali, ma in quel momento non poteva permettersi nessuna pretesa.

"Quale buon vento ti porta qui?"

"Ho bisogno di un favore, e voi me ne dovete uno..."

L'uomo scoppiò a ridere fragorosamente.

"Che ne dici di giocarcelo?", gli indicò una sedia.

"Permettetemi di rifiutare l'invito. Io ho bisogno del vostro aiuto, e in fretta."

"Dimmi un po' cosa ti serve."

Gli altri giocatori li guardavano interessati. Non capitava tutti i giorni di vedere un comune ragazzo di strada tenere testa ad uno dei generali dell'esercito italiano.

"Mi serve un lasciapassare."

"Lo avrai, lo avrai... Piuttosto, bevi un goccio con noi..."

"Non per me."

"Per chi, ragazzo?", chiese l'uomo sorpreso.

"Per una persona... Per una ragazza."

"La tua ragazza?"

"No, signore."

"Non si corre nella tana del lupo per una ragazza qualunque. Siediti e raccontami bene la storia."

"Mi potete promettere il vostro aiuto?"

"Posso. Però voglio qualcosa in cambio.", sorrise.

"Che cosa?"

"I ragazzi di oggi...", ridacchiò mostrando i denti appuntiti come quelli di una belva. "Hanno sempre fretta..."

"È urgente, signore. Non offendetevi se..."

"Oh, io non mi offendo. Solo che devi imparare che arrivare subito al punto toglie gran parte del divertimento... Luciana, porta un bicchiere del miglior whisky al ragazzo, ha bisogno di rifocillarsi!"


Memento moriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora