Capitolo 11

203 19 2
                                    

Le nostre labbra sono a pochi centimetri di distanza, muoio dalla voglia di baciarlo e assaporarlo quella bocca, fatta apposta per essere baciata. Basterebbe soltanto un piccolo movimento e il contatto sarebbe avvenuto. Mi sporgo lentamente in avanti facendo sfiorare la mia bocca con la sua per poi fare leggermente pressione stampandogli un bacio delicato. Tom sembra molto sorpreso, ma non mi respinge, anzi. Posa le sue mani sui miei fianchi avvicinandomi di nuovo, mi bacia. Le mie mani scivolano sul suo viso mentre la sua lingua stuzzica il mio palato. Sento i poter rimanere tutta la vita così, in questa posizione e baciarlo fino a consumarci le labbra. Baciarlo è qualcosa di inspiegabile, mi scatena un fuoco che brucia ardente in me non facendomi capire più niente. Mi chiedo se questo è normale, se tutte le sensazioni che provo ogni qual volta mi trovo con lui da dove provengano, cosa significano. Riesce sempre a farmi tornare il sorriso anche quando io non voglio. Che mi sta succedendo? Quando sento i polmoni bruciare per assenza di ossigeno a mala voglia mi separo, ma molto lentamente. Rimango a guardarlo negli occhi, i quali in questo momento, brillano di luce propria. Un sorriso da ebete compare sul volto di entrambi. "Credo che tuo padre se ne sia andato" sussurra, annuisco e mi alzo seguita da lui.
Durante il tragitto per ritornare a scuola parliamo del più e del meno tralasciando il fatto che ci siamo baciati, ed è meglio mi farebbe soltanto morire d'imbarazzo. Ci salutiamo e poi entro in macchina per tornare a casa. Parcheggio nel vialetto di casa mia, scendo dall'auto e vado verso casa. Proprio mentre sto per infilare la chiave nella serratura, la porta si apre mostrando mia madre "mamma, stai uscendo?" "si, Bel visto che anche tuo fratello è uscito stai attenta ad Alex. Accertati che faccia i compiti, e falli anche te" "va bene, mamma, non preoccuparti... dove vai?" alla mia domanda i suoi occhi vengono coperti da un telo di tristezza. Mi chiedo perché ha reagito così. "Devo andare dal giudice per la separazione tra me e tuo padre" "ah" l'unico suono che esce dalle mie labbra. Ancora mi sembra impossibile che la mia splendida famiglia sia rovinata, ma ogni volta che torno a casa e vedo ciò che siamo diventati ritorno alla dura e triste realtà "ehm... ok, vai, non preoccuparti, ad Alex ci penso io" "grazie, a dopo tesoro" "ciao" ci salutiamo con un bacio sulla guancia e poi li esce mentre io entro. Vado in salotto dove trovo il mio fratellino seduto ai piedi del divano mentre guarda Spongebob "ciao Alex" lo saluto mentre poso la mia tracolla sulla poltrona "ciao" dice distrattamente "hai già fatto merenda?" per tutta risposta si limita ad annuire. Lo lascio stare ai suoi cartoni animati e vado in cucina. Estraggo il cellulare dalla tasca e apro tutti i messaggi che non ho visto da parte di Alis.

"Ciao Alis, scusa se non ti ho risposto ma volevo stare un po' da sola per pensare, non volevo farti preoccupare, devo dirti una cosa importante: io e Tom ci siamo baciati, di nuovo..."

Premo il tasto invio e mentre lo rileggo mi poso due dita sulle labbra. Ripenso a quel bacio con Tom, noi due sdraiati sul prato mentre le nostre labbra si accavallavano e le nostre lingue si intrecciavano. Il grido di mio fratello fa distogliere i miei pensieri "Alex, che succede?" chiedo disperata "Sean, sta arrivando... ha una faccia arrabbiata" "e allora?" Dico. La porta viene aperta e chiusa con un grosso tonfo che mi fa sobbalzare. Appena Mio fratello entra in cucina i suoi occhi schizzano su di me "io e te dobbiamo parlare, ora" il suo tono è molto arrabbiato, quasi mi spaventa. "Dimmi" "no, in privato" si avvicina e prendendomi per un braccio mi trascina al piano superiore mentre urla ad Alex di stare in salotto e non origliare alla porta. Mi lascia solo quando entriamo in camera mia. Sbatte la porta e mi guarda con gli occhi infuocati dalla rabbia "allora, cosa mi devi dire?" "com'è andata oggi a scuola?" "ehm, bene (?)" "è andata bene? Allora spiegami per quale motivo oggi non ci sei andata senza far sapere niente a nessuno?!" deglutisco pesantemente. Come diavolo fa a sapere che oggi ho saltato scuola? "cosa?" questa parola mi esce strozzata "non provare a mentire, chiaro? Oggi ho chiesto ad Alessia com'è andata oggi a scuola dopo varie esitazioni mi ha confessato che oggi non ti ha né vista né sentita... perché non sei andata a scuola?" sospiro arrendendomi "avevo bisogno di stare da sola e pensare ok?" "cosa succede? Se hai qualche problema sai che ti puoi rivolgere a me, io ci sono ti posso aiutare... sei innamorata?" la sua rabbia si tramutò in preoccupazione "no, non sono né innamorata e non è successo niente... dovevo solo prendermi un po' di tempo per pensare a tutto quello che è successo. Per favore non dire niente alla mamma" "d'accordo, ma promettimi che questa è la prima e ultima volta chiaro?" Annuisco e poi lo abbraccio. Ci stacchiamo "allora, com'è andata l'uscita con Alis?" "Bene." Il mio cellulare squilla. Rispondo senza vedere chi sia.

"Pronto?"
"Che diavolo significa che tu e Tom vi siete baciati? Dove? Come? Quando? Perché?" riconosco la voce della mia amica. Ha urlato così forte che sono stata costretta ad allontanare il telefono dall'orecchio. Sean mi guarda con un sopracciglio arcuato. Ora chissà che va a capire. "non è come può sembrare" mi affretto a dire, lui alzata le mani in segno di resa e poi esce.
"
Bel, io sto aspettando delle spiegazioni"
"Che spiegazioni vuoi Alis?" mi butto a peso morto sul letto
"non so tipo dal principio?"
"okay, allora ero al parco quando mi raggiunge Tom, in lontananza vedo mio padre così per non farmi vedo trascino Tom fino a dove il campo visivo di mio padre non arrivi ma inciampiamo, cadiamo a terra e ci baciamo"
"awww che romantici"
"
Alis, c'è un problema"
"quale?"
"credo che Tom comincia a piacermi"
"mi sa di si amica..." sospiro
"non so che fare" piagnucolo
"non credo che tu ci possa fare un granché"
"com'è andata con Sean?" ammetto che l'idea di loro due che escono insieme non mi va a genio ma sono curiosa
"benissimo... Sean è fantastico"
"ehm... sono contenta (?)"
"
si anche io, Bel ora devo andare"
"certo a domani Alis"
"a domani, e fatti trovare"
"certo, non preoccuparti"

Riaggancio e poso il cellulare sul comodino. Ritorno con lo sguardo al soffitto e alla fine mi addormento. Mi sveglio per andare a cena e poi torno di sopra, mi infilo il pigiama e poi prendo il libro che sto leggendo in questo periodo. Ultimamente la lettura l'ho un po' sospesa, e devo ammettere che mi è mancata. Sgattaiolo sotto le lenzuola e incomincio a leggere fino a che i miei occhi non si fanno pesanti e mi addormento.

La sveglia suona, apro un occhio e poi l'altro. Ho il libro aperto di faccia sulla mia pancia. Sbuffo a mi alzo. Mi preparo e dopo aver fato la colazione vado a scuola. Appena arrivo ho il terrore di entrare a scuola "Buongiorno Price" mi volto "giorno Parker" butta la cicca della sigaretta a terra, la calpesta. "andiamo" mette una mano dietro la mia schiena e mi incoraggia ad avanzare. Sono un po' esitante, ma poi alla fine cammino. Camminiamo per i corridoi parlando fino a quando riconosco lo sguardo del bidello. Deglutisco rumorosamente e istintivamente mi aggrappo al braccio di Tom. Lui mi guarda con uno sguardo rassicurante e continua a camminare fino ad arrivare alla nostra classe "non preoccuparti, Minnie, fino a che stai con me non ti succederà nulla" annuisco sorridendogli e poi vado a sedermi al mio posto.

Quando finalmente posso tornare a casa, saluto Tom e Alis e poi vado al parcheggio, entro in macchina e vado a casa. Appena entro nel vialetto rimango scioccata: in giardino c'è un grosso cartello con scritto 'Sale'. Scendo e controllo se per sbaglio non ho sbagliato casa. No, è casa mia. A gran passi vado a casa, raggiungo mia madre in cucina "che diavolo significa quel cartello?" urlo. "Bel, calmati. Appena la questione del divorzio con tuo padre si risolverà noi ci trasferiremo dalla nonna" "cosa? Stai scherzando vero? Io qui ho la mia vita, anche se in questo periodo non è tra le migliori della mia vita qui ho comunque la mia vita, non mi puoi chiedere questo" "lo faccio per il tuo bene" "come fai a dirmi che fai qualcosa per il mio bene se mi rovini la vita?" "è difficile anche per me" "immagino" mi volto e corro in camera mia sbattendo la porta. Io non me ne voglio andare.



Il mio cuore batte a ritmo del tuo nomeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora