Capitolo 21

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<< Mi spieghi cos'hai? >> Chiede gentilmente la mia amica, mi separo lentamente da lei piangendo ancora.
<< Tom mi ha tradito. >> Sussurro. La sua faccia è stupita, dopo poco si rilassa, mi mette un braccio intorno alle spalle e con un sorriso rassicurante dice:
<< Non so cosa sia successo, ma io sono qui con te... Dai entriamo in casa, così mi racconti tutto. >> Annuisco e mi asciugo la faccia mentre entro in casa di Alis e successivamente nella sua stanza.

Le racconto per filo e per segno cos'era successo, sinceramente non so decifrare la sua espressione, ma quando vede che scoppio di nuovo in lacrime mi abbraccia, mi abbraccia forte ma non come si abbracciano le amiche bensì come si abbracciano le sorelle.
<< Quando lo vedo glielo faccio vedere io contro chi si è messo! Come si è permesso di farti questo? >> Sorrido tra le lacrime e la stringo ancora di più a me. Quando mi sfogo per bene vado in bagno per ripulirmi la faccia dai residui di trucco. E mi ri-trucco con quelli di Alis. Ritorno a casa per l'ora di cena.<< Ciao tesoro, sei giusto tornata in tempo per la cena. >>
<< Mamma sono stanca, non ho fame, vado in camera mia. >>
<< Bel tutto bene? >> Sono tentata a dirle di no, ma poi annuisco. Mi giro verso di lei e sforzo un sorriso che è più falso dei soldi del monopoli. Salgo velocemente le scale per poi entrare nella mia stanza. Mi butto a peso morto sul letto.

Ho un macigno nel petto, un dolore che parte da dentro il mio cuore fino ad espandersi per tutto il mio corpo. Ho il cuore in mille piccoli pezzettini, e lo sento, nessuno riuscirà a ripararlo a dovere, farlo ritornare come prima. Mi poso un braccio sulla fronte mentre chiudo gli occhi, per cercare di calmare i singhiozzi che faccio sempre più fatica a controllare, e il freddo di un ciondolo di metallo colpisce la mia pelle. Guardo il mio polso e il bracciale che vi è appeso, quel "Ti amo", tutte balle. Afferro con rabbia quel dannato bracciale, lo sfilo dal mio braccio e poi lo scaravento a terra.
La sera la passo nella mia camera, a piangere, finché non mi addormento, esausta ormai. Quando la domenica mi sveglio ho i residui del trucco tutti sulle mie guance. Alla fine riesco a sopravvivere anche a questa domenica, ignorando le chiamate e i numerosi messaggi di Tom. Per mia fortuna mio padre ha voluto passare del tempo insieme a me ed Alex così siamo usciti, e quando Tom è venuto a cercarmi non mi ha trovata. Inutile dire che mio padre si è accorto del mio broncio triste ma fortunatamente quando gli ho detto che non avevo voglia di parlarne lui non ha insistito, mi dispiace non dire lo stesso di mia madre che voleva sapere a tutti i costi cos'era successo. Sono finita per crollarle sopra, sono scoppiata a piangere come non avevo mai fatto in vita mia. Solo adesso posso capire il dolore che ha provato mia madre quando papà se n'è andato, quando ami profondamente una persona e la perdi, non vivi più, cominci a sopravvivere. E non c'è cosa peggiore di questa. Lei mi ha ascoltata, mi ha fatto sfogare, e ho cercato di non farmi toccare l'anima quando mi ha detto che lui è venuto a cercarmi, che aveva l'aria distrutta, perché non c'è giustificazione valida per quello che ha fatto.
Oggi è lunedì, e non sono pronta, non sono pronta a ricominciare una nuova settimana, e sopratutto non sono pronta a rivederlo. Sospiro e apro la porta di casa per uscire. Quando arrivo a scuola come sempre la prima cosa che faccio è andare alla ricerca della mia migliore amica. Quando mi vede mi sorride e si avvicina a me. << Allora? Come va? >>
<< Male, va molto male... Ho passato gli ultimi due giorni a piangere e a pensare a lui... a noi. Mi chiedo se un giorno smetterò perché questi mi sono sembrati i giorni più lunghi della mia vita >>
<< Certo che smetterai... Ti devi solo svagare, ti va di andare a fare shopping? Oppure al cinema oggi pomeriggio >>
<< No >> Sussurro. << Scusami ma non sono dell'umore adatto e non voglio rovinarti la giornata... >>
Qui è grave la cosa, se non mi va di andare né a fare shopping né al cinema è molto grave, e lei lo sa. Ad un certo punto veniamo affiancate da una terza persona: Charlie. Stava per parlare ma io lo precedo << Senti non mi va proprio di sarti a sentire quindi ciao! >> Prendo a braccetto la mia amica e poi spariamo dentro la scuola. Quella mattina Tom non si presentò, non voglio nemmeno provare a immaginare dove sia e sopratutto con chi.

Il mio cuore batte a ritmo del tuo nomeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora