Capitolo 3: La Tana del Coniglio

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La stanza in cui si trovava non era arredata. Al centro di essa c'era un tavolino rotondo con sopra una fiala e nella parete una porticina troppo piccola per lui: non ci sarebbe mai passato.

Andrew si guardò attorno per capire come uscire da quella situazione alquanto scomoda, finché non si accorse che nella fiala c'era un bigliettino con scritto : " Bevimi ". Sotto il tavolo, in una versione molto più piccola c'era un' altra fiala uguale con scritto " Bevimi ". Non capiva. L'unica soluzione era di berle tutte e due e vedere cosa accadeva: così fece.

Bevuta la prima fiala iniziò a diventare sempre più piccolo. Cercava di aggrapparsi a qualcosa ma non ci riuscì. Poco dopo non era più grande di uno gnomo e neanche più piccolo di un minimeo. Ora aveva capito. Probabilmente le fiale servivano o per diventare piccoli o per tornare grandi. Non bevve la seconda boccetta, anzi cercò di trovare una via di uscita da quella stanza piccola, che sembrava molto più grande rispetto prima.

Vide che la porta aveva due occhi e una bocca, sembrava stesse dormendo. Andrew non credeva ai suoi occhi: Com'era possibile che una porta avesse dei caratteri umani? E se avesse anche saputo parlare? Sarebbe stato di sicuro ridicolo.

"probabilmente sono solamente inciampato e devo aver sbattuto la testa perché tutto ciò non è possibile. Mi sembra di sognare, ma ad occhi aperti ... ciò non mi è mai accaduto. Mi sa che ho preso una bella botta. " pensò tra sé e sé mentre si guardava attorno incuriosito. " Vabbè, tanto vale continuare il sogno ed aspettare il momento in cui mi risveglio, sicuramente mi stanno già cercando quindi non dovrebbe mancare tanto al mio ritrovamento" disse ad un tono di voce mediocre.

" Salve, come posso esserti utile?"

"Chi ha parlato?" domandò Andrew quasi impaurito dalla situazione

" Come? Sono qui, dietro di te. Non mi vedi? Mi hanno svegliato i tuoi pensieri angoscianti. Dimmi ragazzo, da dove provieni?"

" Non so chi tu sia, ma non puoi nasconderti ancora per molto. Questa stanza non è tanto grande e prima o poi ti troverò "

" Sono la porta, prima stavo dormendo. Per questo motivo forse adesso non sai riconoscermi " disse

" Cosa? No non è possibile che tu possa parlare! " disse Andrew incredulo

" Come non è possibile diventare piccoli grazie a una pozione, ragazzo mio. Apri gli occhi della mente, non siamo più nel tuo mondo. Ora sei nella stanza che può condurre solo ad un mondo attraversandomi: Il Paese delle Meraviglie. Se non vuoi e preferisci rimanere qui per il resto dei tuoi giorni, fai pure ... Io ti ho avvisato " disse la porta.

" Va bene va bene, ti credo. Piuttosto di rimanere qui dentro ancora per molto preferisco andare avanti e cercare una via di uscita oltrepassandoti. Come faccio ad aprirti? "

" C'è una chiave logicamente! Sono una porta se non l'hai ancora capito. "

" Si, ma le porte normalmente non parlano, poi hanno sempre una chiave corrispondente. Dove si trova quella che serve per aprirti? "

" Credo che Alice l'abbia lasciata sopra il tavolo l'ultima volta che è stata qui "

" Alice? Cioè tu mi stai dicendo che questa stanza è la stessa che Alice, quella di cui ho letto molto nelle fiabe quando ero piccolo, ha superato per andare nel Paese delle Meraviglie? "

" Esattamente caro mio, ora tu non devi far altro che prendere la chiave e aprirmi. Proprio come ha fatto lei molto tempo fa nella prima di una serie di volte. "

" Ok, ma il problema è come faccio a tornare grande. " disse Andrew dimenticando del fatto che già prima si era risposto a questa domanda. Non doveva far altro che bere dalla piccola fiala che si trovava sotto il tavolo.

" Sai già la risposta " disse la porta prima di chiudere gli occhi e tornare a dormire

Andrew era nel panico. Non sapeva come uscire da quella situazione, soprattutto perché era ancora convinto di sognare. Non aveva realizzato di essere veramente in una altro mondo, quello delle fiabe che hanno caratterizzato la sua infanzia.

"Ok, ci sarà un modo per uscire da qui e smettere finalmente di sognare " pensò

Si guardò attorno e notò che sotto il tavolo c'era qualcosa di bianco luccicante che gli fece venire subito in mente che la soluzione era bere la fiala piccola per tornare grande, prendere la chiave e poi tornare nuovamente piccolo bevendo la fiala grande. Così fece. Bevve un sorso e si ritrovò ad essere di altezza naturale, prese la chiave di ottone sopra il tavolo e bevve nuovamente dalla boccetta per tornare piccolo. Ora tutto sembrava molto più semplice.

Andò verso la porta e iniziò a chiamarla per svegliarla, visto che russava.

" Ehi tu, porta! Ho preso la chiave, ora posso aprirti e passare? "

" Mmm" la porta non si era ancora svegliata ma faceva qualche rumore strano con la bocca.

" Ehi, sveglia! Devo tornare nel mio mondo più in fretta che posso! I miei amici mi staranno sicuramente cercando e non posso stare qui ancora per molto. " disse Andrew pensando di ingannare la porta facendogli credere che era convinto veramente di essere in un altro mondo.

"Aaaa " la porta aprì la bocca come se avesse capito, solo che ora era Andrew a non capire.

" Dove inserisco la chiave?"

"Aaaaa"

Pensò a dove poteva inserirla per aprire la porta. Poi riuscì finalmente a capire: doveva mettergliela in bocca, perché il suo viso non era altro che la serratura.

"Ok ho capito! Grazie mille per il consiglio " disse sbuffando, innervosito dalla poca attenzione che la porta gli dedicava.

Inserì la chiave e la porta aprì gli occhi di scatto.

" hahah così mi fai il solletico! Dai fai velocee, non riesco a resistere per molto "

Con tanta determinazione e fretta, Andrew fece scattare la chiave due volte a sinistra prima che la porta, come per magia, si aprisse da sola.

Al di là di essa c'erano chilometri e chilometri di verde: molti campi e molti alberi. Non riuscì a trattenere il suo stupore davanti a quello spettacolo naturale.

" Wooooow, incredibile. È questo il famoso Paese delle Meraviglie?"

" Si caro mio, ora passa oltre che fa freddo, ciaoo! "

Così, dopo un passo in avanti, la porta si chiuse sbattendo alle sue spalle. L'idea che tutto ciò non era un sogno stava iniziando a farsi strada nella sua mente. Ormai non poteva far altro che accettare la situazione e andare avanti finché non capiva come uscire e tornare nel suo mondo. 


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