Non sono solo.
La consapevolezza di ciò mi colpisce duramente non appena metto piede fuori dalla stanza.
Mi guardo intorno mentre percorro il lungo corridoio buio, sentendo dei rumori provenire dal piano di sotto e pensando freneticamente a cosa potrei usare come arma.
Non so dove mi trovo, non so chi ci sia in questa casa oltre a me, e non so come potrei difendermi da un eventuale attacco. E inoltre zoppico vistosamente e non riesco ancora a reggermi bene in piedi.
Perfetto.
Scendo le scale lentamente, passo dopo passo, stando attento che nessun gradino scricchioli e stando attento a non fare nessun movimento brusco con la gamba ferita, e quando arrivo al piano terra, mi dirigo verso la porta aperta dalla quale provengono gli strani rumori.
Mi appoggio alla parete, sporgendo la testa di lato e sbirciando all'interno della stanza, ma prima che possa rendermi conto di alcunché, sento una voce ben familiare.
-Sembri un elefante in una cristalleria, giuro.
Sospiro.
Esco allo scoperto, entrando nella cucina e ritrovandomi di fronte Gerard con un gran sorrisone stampato sul volto.
Non posso fare a meno di ricambiare.
Indossa una canotta bianca molto scollata che gli mette in mostra il petto pallido e glabro, e dei jeans scuciti. È a piedi nudi, e sembra perfettamente a suo agio. Mi ricorda suo fratello la prima volta che l'ho incontrato.
-Se avessi voluto davvero ucciderti, ora saresti già bello che morto. Ti ho sentito da quando sei sceso dal letto – dice ridacchiando.
Provo a dargli una gomitata, ma lui si scansa, continuando a ridere.
-Dove sono Kristin e Mikey? – lo interrompo, tornando serio. –Dove ci troviamo? Cosa è successo?
Gerard si stringe nelle spalle. –Sono in ricognizione. A quanto pare c'è un supermarket a pochi isolati da qui e sono convinti di trovarci della roba in scatola non ancora scaduta. Abbiamo bisogno di cibo.
Sbatto le palpebre, confuso.
Lui indica la mia gamba. –Come stai?
-Meglio.
-E' stata Kristin. Ti ha estratto il proiettile dalla gamba con una precisione quasi chirurgica. È stata... fantastica, davvero. Mio fratello le ha sbavato addosso per tutto il tempo. – conclude con un'ultima risatina.
È troppo di buonumore.
C'è qualcosa che non va.
Lo vedo nei suoi occhi. C'è qualcosa che mi sta nascondendo.
Mi guardo intorno, dando un'occhiata all'ambiente. I muri sono ricoperti di muffa e umidità, il tavolo e le sedie sono per metà mangiati dalle tarme e le uniche due cose ancora intatte sono la porta d'ingresso e il cucinino nell'angolo. La cucina è decisamente messa peggio della stanza in cui mi sono risvegliato.
Tutto di questo posto urla morte e abbandono. Urla il peso del tempo.
Guardo Gerard, che si muove per la stanza evitando il mio sguardo.
-Gerard.
Si blocca. Mi lancia un'occhiata.
Sostengo il suo sguardo e indico la stanza. –Cos'è questo posto? Cosa è successo mentre ero svenuto? Dove sono tutti gli altri?
Lui sospira e viene a sedersi accanto a me, congiungendo le mani davanti a sé e scuotendo la testa.
Passano degli istanti interminabili, fino a quando si decide a parlare.
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Catch My Breath
Fiksi PenggemarUSA, 2034. Dopo una catastrofe nucleare di dimensioni apocalittiche, la popolazione si è dimezzata notevolmente. Il governo ha emanato un nuovo codice di leggi, secondo le quali il contatto fisico è proibito e punibile con la morte. Non esistono pi...