4-School

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Sono nella 4a B, nella stessa classe di Jo.

Mia madre mi sta accompagnando a scuola mentre Jo é andata con l'autobus, con alcuni suoi amici, da quel che ho sentito.

"Siamo arrivati. Buona fortuna tesoro e comportati bene" mi dice mia madre mentre chiudo lo sportello dell'auto.

"Tranquilla mamma, non sono una neonata, so come comportarmi" più o meno "ciao e buon lavoro"

La saluto con un gesto veloce e mi dirigo verso l'ingresso.

C'è un grande cortile, la scuola è gigantesca e circondata in tutto il suo perimetro da un prato ben curato.

Cerco la segreteria che, non so con quale benedizione mandata dal cielo, trovo subito.

La segretaria è una donna sulla cinquantina con un'espressione non molto tranquillizante. Indossa degli occhiali strani che la fanno sembrare più uno struzzo che una segretaria.

"Posso aiutarla in qualcosa?" Mi chiede

"Cerco la 4a B, potrebbe indicarmi la strada?"
"Secondo piano, giri a destra e poi sempre dritto per l'ufficio della preside. Più avanti di quest'ultimo troverai la 1a B."

"Grazie" mi congedo subito e inizio a correre sulle scale.

Dopo essermi persa cinque o sei volte imbattendomi dapprima nella biblioteca e poi nel pavimento scivoloso e calamitoso del corridoio che mi ha attratto non poche volte, arrivo a destinazione.

4a B, finalmente. Guardo l'orologio in corridoio, sono le 8 e 35.

Cazzo, sono in ritardo già di 35 minuti il primo giorno di scuola!

Non perdo tempo e busso alla porta fin quando non sento un "avanti" generale della classe.

Entro e mi trovo davanti un tipo che non supera neanche i 99 centimetri d'altezza. Occhiali tondi, minuto e sguardo severo.

"Buongiorno professore, scusate per il ritardo" gli dico
"Signorina Smith, giusto? per me potrebbe anche restare fuori per il resto dell'ora ma dato che è nuova le permetterò di restare in classe e di presentarsi"
Bla, bla, bla.

"Devo per forza?"gli chiedo consapevole di avere tutti gli sguardi divertiti della classe, puntati su di me.

"Ma guarda te cosa devo sentire! Avanti si presenti, prima che la cacci fuori ."

Mi rivolgo alla classe e dico "Sono nuova, mi chiamo Elizabeth e da quest'anno frequenterò la vostra stessa classe"

Distinguo tra i tanti gli occhi di Jo che mi guardano scrutandomi curiosi, come se si aspettassero che dicessi o facessi qualcos'altro.

"Nient'altro?" Mi chiede il professore.

"Nient'altro." Rispondo.

"Bene, io sono il professore di matematica e insegnerò in questa classe tutto l'anno scolastico. Prendi posto dove ne trovi uno libero."

Ironia della sorte, l'unico posto libero è vicino a Jo.

Durante la pausa pranzo mi rivolge la parola.

"Allora ti eri persa."
Vedendo che non le do retta continua "mi stavo preoccupando"

Mi giro di scatto verso di lei.

"Senti, lasciami in pace! Voglio solo stare sola e in tranquillità. Non mi rivolgere più la parola se non per qualcosa di davvero importante. Poi non penso che a te importi davvero qualcosa di me, quindi non mi importunare."

"Come vuoi tu, volevo solo aiutarti" alza le mani in segno di resa

"Aiutarmi a fare cosa?" Le chiedo, alzando i toni.

"Ad inserirti, non sarà facile perchè sei nuova, volevo farti conoscere alcune persone "

"Non cen'è affatto bisogno, preferisco stare sola che in compagnia di alcuni soggetti"

Dicendole questo esco dalla classe approfittando della pausa per dirigermi in bagno.

Jo è davvero insistente! Non ho mai conosciuto una persona come lei che dopo avermi rivolto la parola non sia scappata.

Immersa nei miei pensieri, vengo risvegliata da rumori provenienti da uno dei bagni e, preoccupata che qualcuno possa essersi sentito male, abbasso velocemente la maniglia.

"Tutto be..."

Mi blocco.
Oh cazzo, dimmi che sto sognando e che fra un pò mi sveglierò, anzi, meglio svegliarsi ora.

Divento di tutti i colori e chiudo d'istinto la porta.








STAY-Odiarsi per amarsiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora