Finire in questa situazione è stato come scivolare lungo un pendio: improvviso e sempre più veloce, pericoloso. Perseverare in essa è come schiacciare l'acceleratore sempre di più, fino al limite, verso l'inevitabile schianto.
All'inizio non riuscivo proprio ad immaginare che sarebbe finita così.
É impossibile non accorgersi subito che Ethan è un uomo bellissimo, di quelli irreali col corpo statuario e il viso dai tratti regolari, con la bocca carnosa, la barba di qualche giorno, i capelli mossi e folti portati lunghi sul viso e perennemente spettinati, insomma: quell'aspetto da maschio da letto fatto e finito che si trova solo sulle copertine o nei film e che per questo risulta essere assolutamente irraggiungibile, qualcuno su cui fare fantasie, ma mai progetti concreti; in più lo avevo trovato simpatico, ma assolutamente distratto per tutto ciò che esulava sé stesso ed il lavoro, e per quanto possa sembrare assurdo nel suo insieme tutto questo aveva finito per lasciarmi indifferente.
Quello che non potevo ancora sapere è che in realtà, nonostante lasci apparire il contrario, lui è una persona incredibilmente attenta a quello che gli succede intorno.
Credo che praticamente gli siano bastati due minuti per inquadrarmi, per valutare la mia vulnerabilità emotiva in una situazione così nuova per me.
Per quanto riguarda il mio lavoro invece credo che lui sia piuttosto compiaciuto del fatto che nonostante tutto su quel campo rimanga come sempre impeccabile, professionale e disponibile: potenzialmente in grado di saltare giù da un palco per praticare un massaggio cardiaco quanto di ascoltare confidenze imbarazzanti... o ancor più probabilmente ha sempre immaginato che il mio lavoro non ne avrebbe risentito o non si sarebbe neanche avvicinato.
Risultati prima di tutto.
Non so in quale momento mi abbia messo gli occhi addosso e abbia deciso di cominciare a tessere intorno a me quest'appiccicosa tela nella quale sono caduta con tutte le scarpe, ma sospetto fortemente che sia stato dopo che io e Chris abbiamo fatto quella cazzata.
Mai andare a letto con il batterista, pare che siano universalmente riconosciuti come le portinaie dei gruppi.
Figurati se non ha raccontato tutto al suo fratello d'arme.
Oddio, non che sia un segreto per nessuno, spesso ci scherziamo su tutti quanti, perché in qualche modo sembra sia una sorta di tributo da pagare in questo ambiente, una tappa dalla quale sono passati tutti all'inizio: le prime settimane lontano da casa, l'eccitazione per il tour ancora alta, la stanchezza che ancora non si fa sentire... una solenne bevuta ed io e Chris siamo finiti dritti a letto.
Niente di sconvolgente tra persone giovani e dai sani appetiti sessuali, qualcosa su cui ridere su la mattina dopo, una sorta di battesimo di pubblico dominio sul quale scherzare. Tra l'altro siamo diventati amici dopo, anche perché non ci restava altro vista la disastrosa incompatibilità tra noi da quel punto di vista.
Ecco, credo che sia stato allora, anche se mi prenda un accidente se ne capisco il perché.
Gli imperscrutabili disegni di Ethan Crowe... inutile anche solo provare a individuarli.
Ma forse davvero si stava solo annoiando.
Ed io ero là, a portata di mano.
Comunque ha lasciato passare un paio di settimane e poi ha fatto la sua prima mossa.
Ricordo che ero seduta sola al tavolo del bus a mandare una mail a mia madre quando lui è arrivato alle mie spalle, ma invece di usarmi la solita cordiale indifferenza si è fermato accanto a me e come se fosse la cosa più naturale del mondo:
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VELENO
ChickLitLui è il veleno peggiore di tutti: quello che non dà assuefazione, ma dà dipendenza. (scritto nel 2007)