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Agosto.

Che strano. Da quando siamo tornati in viaggio aveva smesso di farlo.

E invece eccolo alla mia porta : Ethan-sono-la-compagnia-più-piacevole-del-mondo-Crowe.

Ma prego, messere, si accomodi pure.

Non mi fai più paura Ethan. Così non puoi più farmi male.

Potrei starmene qui con lui e giocare a intrattenerci con battute salaci, velate stoccate e magari una dotta conversazione sulla filosofia kantiana, e potrei dopo lasciarlo andare via senza sentirmi turbata e ferita come una volta.

Potrei... ma stavolta no. Oggi ho deciso di fare una cosa che di solito ha lui il piacere di fare: porto il gioco ad un livello successivo.

Oggi ho deciso di sedurre anche il gemello buono.

Perciò mi alzo dalla poltrona e fissandolo mi inginocchio davanti a lui seduto sul divano.

« Che cosa stai facendo? » chiede sorpreso e vagamente preoccupato

« Quello che avrei dovuto fare molto tempo fa. »

Perdi colpi, Ethan, ed io ho deciso di non lasciar correre.

Afferro i passanti dei jeans e tiro il suo bacino verso di me, serra le mascelle ma non dice niente.

Alzo la maglietta e gli scopro fino all'ombelico il suo addome pallido e disegnato, iniziando a baciarlo piano.

Intanto le mie dita hanno annullato l'agganciatura dei pantaloni e si insinuano fino a raggiungere il sesso che smentisce la forzata immobilità dell'uomo che mi sta di fronte.

Inizio senza fretta la sua esplorazione con le labbra.

Devo ammettere che il suo autocontrollo è notevole, riesce a non muoversi e a non lasciarsi sfuggire neanche un sospiro, sebbene io riesca a sentire quanto è teso.

Ma se crede che queste siano le sole carte che posso giocare si sbaglia.

Gli sfilo i jeans e i boxer, gli tolgo la maglietta come se fosse una bambola, mentre lui mi guarda muto.

« vieni » gli dico poi alzandomi.

E' nudo su un divano, non può fare altro che ubbidirmi.

Mi stendo sul letto dopo essermi tolta la t-shirt e lo faccio sistemare in ginocchio sopra di me, il sesso eretto sopra il mio viso.

Lo accolgo di nuovo in bocca e dal respiro strozzato che sento capisco che questa nuova prospettiva gli piace.

La lingua più libera di muoversi gioca guizzante mentre le labbra si ritirano accarezzandolo, prima che io alzi la testa e lo affondi di nuovo fino in gola.

Ad ogni movimento sento le sue gambe tremare contro il mio seno. Il suo respiro adesso è corto e pesante.

Continuo a cambiare ritmo e intensità mentre le mie mani salgono delicate a sfiorargli il petto e le cosce, quel culetto sodo che ispira violenza.

Aumento il ritmo e lui perde l'equilibrio, adesso è costretto ad appoggiarsi al muro.

Lo guardo e lui è lì: la fronte appoggiata alla parete, gli occhi chiusi, il labbro inferiore stretto tra i denti.

Nonostante tutto cerca ancora di trattenersi.

Bene.

Dò un paio di affondi più decisi, come mi aspettavo rischia di venire e cerca di sfuggirmi tirandosi indietro, ma io sono veloce e piego la gamba contro la sua schiena, intrappolandolo contro di me.

Non può sfuggirmi.

Viene tremando violentemente senza più trattenere i gemiti, ed io accolgo il suo sperma.

Scivolo da sotto di lui e mi alzo da letto, si lascia cadere giù e i suoi occhi mi seguono per la stanza mentre mi rivesto e con calma mi accendo una sigaretta.

So che adesso non mi rimprovererà perché fumo in sua presenza.

Mi appoggio allo schienale della poltrona e lo contemplo per un lungo momento con un sorriso di crudele soddisfazione.

Non l'ho mai visto così inerme come adesso, ed io ho scoperto quanto mi piace spingermi così oltre il limite, farlo impazzire.

So cosa sta pensando, glielo vedo scritto in faccia: nonostante tutto si chiede se queste cose io le faccia anche con Noha.

Mi tiro su ed esco dalla stanza.

Voglio che si arrovelli in questo dubbio ancora per un po'.

VELENODove le storie prendono vita. Scoprilo ora