12 - Strano Duetto

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Ciao, rieccomi qui. Come stai oggi?... Non fare quella faccia stupita, non ti avevo forse promesso che sarei ritornata? L'unico inconveniente è che potrò restare solo per poco tempo. All'ora di pranzo dovrò lasciarti di nuovo solo soletto mio caro spettatore. Dato che ne abbiamo poco non perdiamo altro tempo.

...

Dove eravamo rimasti? Ah si! Avevo appena mentito spudoratamente alla furba Altea e a quell'antipatico di Drufus ed ero lì, di fronte a loro ad attendere il loro verdetto. Sapevo che durante il mio racconto avevano soppesato tutte le mie parole, o almeno così credevo; potevo anche sbagliarmi alla grande, potevo aver frainteso tutto e non avevo fatto altro che una fatica inutile. Forse mi avrebbero staccato la testa a prescindere dalle mie parole.

"Capisco," a rompere quel silenzio era stata Altea. Con l'indice si accarezzava il mento, come se questo l'aiutasse a riflettere di più.

"Drufus, vieni fuori con me, devo dirti una cosa."

Disse prendendo per mano suo nipote e trascinandolo fuori. Il tempo di guardare il viso serio di Drufus, oltretutto sguardo ricambiato, che rimasi sola in quella stanza. Aspettai due secondi per poi mettermi subito in azione; mi precipitai alla finestra provando poi ad aprirla, ma niente da fare. Come tutte le porte del palazzo, anche le finestre erano sigillate.

"Alla stregua dei galeotti. E il mio aguzzino vuole a tutti i costi la mia testa! Ma perché?" Pensai frustrata per poi avvicinarmi silenziosamente alla porta. Volevo origliare quello che dicevano quei due, ma non ne avevo avuto il tempo che la maniglia si stava girando da sola. Per lo spavento arretrai velocemente al centro della stanza,proprio vicino al tavolo ed attesi nella posizione più spontanea che mi venisse in quel momento.

"Che stai facendo?" Domandò Drufus interrogativo rientrando con sua nonna.

"Nulla." Risposi con aria vaga e poi la parola passò ad Altea.

"Bene! Abbiamo deciso di aiutarti Melania. Potrai andare da Lilium." Ero sorpresa, dovevo ammetterlo, forse anche troppo. Era più che evidente dal mio sguardo che in realtà non avevo alcuna intenzione di parlare con quella piccola dittatrice, ma che altro potevo fare altrimenti? Dovevo chiarirmi con questa Lilium prima che la situazione andasse veramente a degenerare, o peggio, e quindi si,l'idea migliore era incontrarla.

"Ah si? Grazie..." Dissi un pochino a disagio. Mi avviai alla porta senza neanche salutare, pronta a fare uno scatto che avrebbe vinto perfino le olimpiadi, pronta ad allontanarmi da quella stanza il più possibile quando Altea continuò a parlare smorzando la mia fuga."Naturalmente ti accompagneremo." All'inizio pensavo fosse uno scherzo. Me ne ero appena liberata e adesso li avevo di nuovo alle calcagna? Anzi, amaramente pensai che non me li ero mai staccati di dosso, da quando salvai Altea da quel treno. Erano peggio dei parassiti, appena te ne liberavi ripartivano alla carica succhiando tutte le tue energie.

"Mannaggiaa me!" Ero a metà dell'opera, dovevo fare un ultimo sforzo.

"Non serve." Dissi facendo uno dei miei sorrisi falsi.

"Ditemi dove si trova e ci andrò da sola. Non serve che vi scomodiate."

Pregai che accettassero la mia proposta, ma erano troppo cocciuti per cambiare idea.

"Stai tranquilla, questo è un posto così noioso che un po' di moto ci farà bene, non è vero Drufus?" Lui neanche rispose, distogliendolo sguardo e mostrando una certa riluttanza. Quella bambinetta mentiva, lo sapevo benissimo. Dietro quel sorriso innocente c'era uno scommettitore e voleva qualcosa, sennò non avrebbe insistito così tanto.

Dovevo ipotizzare che cosa volesse da me, per anticipare poi le sue mosse, e il primo pensiero andò ai capelli colorati miei e di Drufus. Possibile che quelle tonalità così accese esistessero in quel plumbeo palazzo a causa mia? Forse voleva aiutare suo nipote? Mentre si avviarono di nuovo alla porta, con la sottoscritta molto riluttante alle loro spalle, Drufus disse una frase a me inaspettata.

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