*Consiglio di leggere il capitolo con sottofondo la canzone nei media.****
"Coraggio e follia sono cugini."
- George R. Martin***
Edimburgo, 13 - 02 - 99
Dr. Steve McWood,
con tristezza la informo che i problemi psichici di mia figlia Amelia sono ritornati: e la cosa più preoccupante è che sono assolutamente sicura che non si tratti più della sua immaginazione (cosa che tutti i bambini di otto anni hanno), ma afferma di essere davvero stata in quel popolo di déi/alieni o Dio-solo-sa-cosa! Non fa altro che disegnare paesaggi sconosciuti, salta i pasti, non fa i compiti, se ne sta sempre a fissare quel vecchio quadro. Spera di ritornare in quella terra, ma soprattutto, di ritornare da una persona che chiama Principe Loki, definendolo un amico.
Questa volta ho davvero un brutto presentimento.
La prego di contattarmi al più presto,
Amaya Helbinger
* * *
Edimburgo, 01 - 02 - 96
Stringeva la lunga gonna della madre e studiava con aria indagatoria zia Katie.
Sapeva quanto infantile potesse essere nascondersi dietro le gambe della propria mamma all'età di otto anni, ma era fatta così. Amelia non era come gli altri bambini pronti ad osservare da vicino qualcunque cosa. Lei preferiva studiare con attenzione per poi avvicinarsi e magari prendere confidenza, ma mai agiva per istinto, aveva troppa paura per farlo. Gli altri bambini si meravigliavano di qualcosa di nuovo, a lei invece il nuovo la terrorizza a morte.
Non ha mai capito da dove provenisse tutta quell'insicurezza che tutt'oggi si porta dietro. Sua madre, Amaya, era troppo vigile per essere insicura, tantomeno suo padre e il suo imprevedibile coraggio, cosa che naturalmente hanno tutti i poliziotti.
"Vieni qui, Amelia cara, dai un bacio alla zietta!" Zia Katie si chinò in modo tale da avere la stessa statura della bambina. Si avvicinava spaventosamente e lei, da piccola codarda, nascose il volto sul soffice tessuto della gonna. Le due donne accennarono delle risatine divertite e improvvisamente Amelia non mi sentì al sicuro nemmeno dietro le lunghe gambe della madre.
"Amelia, non essere maleducata!" La richiamò, facendo sussultare la figlia. Amelia uscì allo scoperto e si avvicinò alla zia, indecisa sul da farsi allungò la mano, la donna gliela strinse con fare divertito e la bambina rise, trovandola buffa.
"Arrivederci, allora!" Lasciò la presa e si congendò, attraversando il portone di casa.Fu incredibile come Amelia si riprese in fretta, e non appena la madre chiuse la porta, la seguì in cucina. "Mamma!"
"Cosa c'è?"
"Posso andare di sopra?" Chiese, nella speranza che le visite fossero terminate.
"Sei libera, puoi andare a giocare." Quelle parole furono musica per le orecchie di Amelia. Fece le scale di corsa, recuperando dalla sua stanzetta il cappotto, i guanti e il cappellino di lana e dopo di ché li indossò.
Fuori era tutto pieno di neve e non vedeva l'ora di andare a giocare. Mentre percorreva il piccolo corridoio che portava alle scale, il suo piede inciampò sul tappeto e finì a terra, sbattendo la testa contro il muro. Inizialmente le venne da piangere, ma la curiosità sostituì il dolore: all'impatto, un vecchio quadro finì a terra. Amelia si inginocchiò, sistemò l'oggetto appoggiandolo sul muro, ma prima di alzarsi in piedi, indugiò ad osservare il paesaggio ritratto nel quadro.
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Wahnsinn | Thor FanFiction
Fanfiction27th Court Road, Edimburgo, 1996. E' proprio qui che tutto ha inizio, è proprio in un freddo giorno d'inverno che Amelia Helbinger, una bambina timida e codarda, trova un passaggio segreto che la conduce in un mondo completamente diverso da quello...