Sieben.

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*Consiglio di leggere il capitolo con sottofondo la canzone nei media

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*Consiglio di leggere il capitolo con sottofondo la canzone nei media.*
                           

        "Il tempo è spesso puntuale nel farci capire molte cose in ritardo."
                               - Guido Rojetti

Ricordava benissimo com'era immergersi in una vasca da bagno, piena di acqua e ghiaccio. Le urla strappate, soffocate a metà strada tra la gola e la lingua. La obbligavano ad immergersi lì dentro quando confondeva la realtà con i sogni, così da farle capire quali erano le vere sensazioni, qual era il vero dolore. Nuda. Solo il ghiaccio a coprire le sue intimità.

Quando uscì dall'ufficio dell'agente Hill, ebbe la sensazione di avere due infermiere dietro di lei che la stessero portando nei bagni del secondo piano.

Camminarono fino a quando arrivarono nella vasta sala di controllo, il cuore dell'Helicarrier. Percorsero un piccolo sentiero che attraversava tutti gli impiegati, scienziati e tecnici, per arrivare in un grande tavolo di vetro circolare in fondo alla sala. Erano arrivate a metà strada quando Amelia individuò Tony Stark, Bruce Banner, Steve Rogers, Nick Fury e una donna dai capelli rossi che Amelia identificò come Natasha Romanoff, una degli agenti più forti e spietati dello S.H.I.E.L.D. Il cuore iniziò a batterle forte per l'ansia. Si sentiva così insignificante vicino a quelle persone così potenti.

Si fermò a due metri dalla meta quando da una porta aperta entrarono Phil Coulson accompagnato dalla causa della paralisi momentanea di Amelia.

Maria Hill affiancò Coulson, solo in quel momento si accorse che la nuova agente era rimasta indietro, con i piedi serrati al pavimento del terzo piano dell'Helicarrier.

Inizialmente non la riconobbe, ma fu la sua chioma rosso carota a catturare la sua attenzione, richiamandogli a mente una persona di vecchia conoscenza, di cui aveva fatto il nome proprio il giorno prima... non poté credere ai suoi occhi, ma le sorrise comunque. Ormai quella scena aveva interessato tutti i presenti vicino a quel tavolo.

«Thor.»

Era proprio lì, davanti a lei.

Avanzò prima piano, senza mai distogliere lo sguardo da lui. Non riusciva a sentire nulla, ogni suono era ovattato. I suoi timpani parvero ricominciare a funzionare solo quando il dio del tuono la chiamò per nome, ridendo di gioia subito dopo.

Ad un tratto si sentì una bambina e non le importò più nulla di nessuno, dimenticò di trovarsi in una sala insieme alle persone più forti dell'intero pianeta terra. Corse verso di lui e in uno slancio gli saltò al collo, cosa notevole dato che Thor era alto circa due metri.
Il dio continuò a ridere felice, stringendo l'amica alla vita.

E in quell'abbraccio lei ne fu consapevole: quello non era un sogno.

Solo Bruce Banner parve avere una reazione alla battuta di Tony Stark, una reazione tutt'altro che divertita.

Wahnsinn | Thor FanFictionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora