***consiglio di leggere il capitolo con sottofondo la canzone nei media***
"Ascolta il tuo cuore. Esso conosce tutte le cose."
- Paulo Coelho
Dopo quell'abbraccio, che durò così tanto che Amelia pensò di essersi addormentata fra le sue forti braccia, Loki la allontanò da sé con delicatezza, si alzò in piedi e la aiutò ad alzarsi. Quando lei fu alla sua stessa altezza, i loro volti si sfiorarono e i loro occhi rilasciarono scariche elettriche, attrattive. Fu Amelia ad allontanarsi verso il letto, si sedette e si sdraiò, infilandosi sotto le coperte. Loki rimase a guardarla pochi secondi, poi andò verso la porta con l'intento di andar via. Amelia tentò di fermarlo, ma lui non ne sentì ragione. Disse di aver bisogno di stare da solo e le promise che sarebbe ritornato un giorno prima della battaglia finale.
Così, l'indomani si presentò di nuovo, trovandola dove l'aveva lasciata: sdraiata su quel lettone, gli occhi aperti rivolti verso un punto indefinito davanti a lei, le pupille dilatate, la mente immersa nei pensieri.
«Sdraiati qui con me.» Gli propose dopo lunghi secondi passati in silenzio, a guardarsi negli occhi.
Lui la guardò titubante. «Non posso.»
«Perché?» Gli chiese semplicemente, con una voce e uno sguardo da bambina. Il cuore di Loki si riempì di tenerezza.
«Ho da fare.» Abbozzò una scusa, che poi non era così falsa come affermazione. «Sono venuto qui solo per avvisarti che domani verrai con me.»
Amelia deglutì alla notizia. «Dal terzo pasto che mi hai inviato circa due ore fa, deduco che siamo in tarda serata.» Insisté ancora, quasi come se non avesse ascoltato ciò che Loki era venuto a dirle. Si sedette sul materasso, appoggiandosi allo schienale. «Devi riposarti, almeno un po'.»
«Non c'è tempo, mi devo preparare alla battaglia.»
«E allora stai con me.» Continuò ad insistere.
«Potrei anche morire domani, devo restare concentrato.» Loki aveva già ceduto, sapeva che sarebbe rimasto, ma gli piacque farsi pregare, farsi desiderare... da lei.
«C'è un motivo migliore per farsi una bella dormita?» Amelia tremò al sol pensiero di lui morto, ma sapeva che lui lo aveva detto solo per scaturire in lei apprensione.
Loki sorrise in segno di arresa e si avvicinò pian piano al letto. «Solo per un po'.» Disse più a se stesso che a lei. Era consapevole del fatto che dal momento in cui si sarebbe sdraiato su quel letto, non si sarebbe alzato più tanto facilmente. Poggiò la testa sul cuscino e chiuse per un attimo gli occhi, rilassando tutti i muscoli. La presenza di lei, adesso che sapeva la verità, non lo irritava più. Amelia si sdraiò su un fianco, reggendosi la testa con la mano, appoggiando il gomito e il braccio sul cuscino. Loki aprì gli occhi e voltò la testa, guardandola.
Per un attimo parve che fossero ritornati ad Asgard, alcuni anni indietro, quando se ne stavano giornate intere sul letto a conversare e a dormire.
«Quindi, che programmi hai per domani?»
Loki ridacchiò divertito. «Sembra la frase che solitamente voi umani dite per invitare qualcuno a cena.» Le fece notare.
«Infatti doveva essere ironica, come domanda.»
«Non ti è andata a finire bene, allora.» Calò un silenzio breve, il tempo che quella sottile aria scherzosa andasse via. «Comunque sia, come ti ho già detto, domani verrai con me, ma rimarrai-»
«Loki, cosa stai combinando?» Lo interruppe e lui la guardò aggrottando le sopracciglia.
«Non iniziare a fare la polemica, Amelia.» Sospirò. «So cosa ho fatto e non posso più tornare indietro.»
«Sì che puoi.»
«Smettila, per favore. Sii realista per un attimo.»
«Loki!» Si mise a sedere, mentre lui rimaneva immobile. «Io sono realista quando ti dico che se unissimo le forze, noi potremmo unirci agli Avengers e porre fine a tutto.»
«Non perderò la mia dignità, ormai ho preso questa posizione ed è mio dovere rispettarla.»
«Liberati da queste bugie.» Gli disse, lasciandolo di stucco. «Entrambi sappiamo cosa sta per arrivare.» Amelia respirò profondamente, immergendosi completamente nei suoi occhi. «Lo so che hai fatto i miei stessi sogni per tutti questi anni.»
Loki parve riflettere qualche attimo su quelle parole, per poi dire: «Da circa venti anni faccio sogni strani, ci sono abituato.»
«Devi porre fine a quest'inutile battaglia, tornare ad Asgard e chiedere il perdono. Odino è clemente, se tu-»
Loki si alzò dal letto e la rabbia gli montò in corpo così violentemente che Amelia poté percepirla come una pugnalata alla testa.
«Tu non puoi capire! Sei stata via a lungo, non sai come Odino mi ha sempre trattato! Tu non sai niente!»
Quello che aveva davanti era l'uomo che lei non aveva mai avuto modo di conoscere, quella parte che era emersa durante la sua assenza. Amelia si sentì mortificata e in colpa, ma reagì comunque alle sue accuse: alzò entrambe le mani verso di lui e, con ipnotici movimenti delle dita, una luce rossastra scoppiettante si materializzò, dando forma a un'arma dalle sembianze di una spada a doppia lama. Loki arretrò davanti a quella strana magia, quell'arma gli veniva puntata al petto, poteva sentire la punta affilata sfiorargli la tunica verdastra. Amelia si alzò in piedi, se lei avanzava, stessa cosa faceva la sua magia. Quando la schiena di Loki toccò il muro, l'arma scomparve e le braccia di Amelia percorsero dei movimenti circolari nell'aria, le sue mani rilasciavano scintille rosse e arancioni, fino a formare strane forme geometriche davanti a lei.
«Come riesci a fare questi incantesimi?»
«Ho imparato dai miei sogni.»
«Dai tuoi sogni?»
«C'era un uomo, uno strano uomo, che insegnava ai suoi alunni degli incantesimi avanzati. Li sto mettendo in pratica solo ora, almeno: solo ora nella vita reale.» Infatti, un sottile filo di sangue le fuoriuscì da una narice, bagnandole le labbra di gocce rosse.
Loki la prese in braccio nel momento in cui le gambe le cedettero. «Vacci piano, questa è magia avanzata.»
Lo guardò e ci mise un po' a mettere fuoco i suoi occhi. Le sue mani erano sulle sue spalle, ma le dita avanzarono pian piano verso il collo e i capelli corvini di lui. Amelia sentì il suo corpo andare in fiamme quando gli occhi di lui caddero sulle labbra di lei per un impercettibile attimo. «Quanto avanzata?»
«Abbastanza da ucciderti, se non praticata per anni.» La adagiò sul materasso e fece un passo indietro con l'intenzione di andare via da quella stanza, ma Amelia cinse la maniglia della porta con delle scintille rosse e arancioni.
«Continua.» Gli ordinò e Loki si voltò verso di lei, parlando solo dopo minuti di silenzio.
«Il tuo spirito da allieva è stato agitato e, spinto dall'istinto di apprendere, inconsciamente ha viaggiato in dimensioni spazio-tempo alla ricerca di qualcuno che gli insegnasse la magia.» Parlò con una strana rabbia, Amelia la definì quasi... gelosia. «Questi incantesimi che tu fai, sono come i miei, ma la tua è magia astrale e qualcuno ti ha allenato per lunghi anni nella tua testa.»
«E chi sarebbe questo qualcuno?»
«Non ne ho idea, altrimenti gli avrei dato un nome, no?»
«Che differenza c'è fra la mia magia e la tua?»
«La mia è più antica, ma meno pura della tua. E' più forte e più distruttiva.»
«Mi stai dicendo che la tua è oscura?»
«Non esattamente, non ti avrei mai spinta ad apprendere magia oscura.»
Amelia sospirò e portò le dita a massaggiarsi le tempie e gli occhi, senza farsi notare, toccò il lobo dell'orecchio, pressandolo, attivando così il chip. «Tutto questo non ha senso.»
«La magia non ha senso.»
Lo guardò e solo in quel momento si accorse di quanto fosse vicino a lei. «Domani arriva un esercito di Chitauri, qualcuno mi insegna tecniche di magia a mia insaputa e tu non vuoi-» Si interruppe.
«Io non voglio?» Ma Loki la invitò a continuare.
«Tu non vuoi capire quanto io ci tenga a te.» Amelia disattivò il chip, facendolo sembrare un tic nervoso. «Voglio il tuo bene, Loki, e questo non è il tuo bene.»
«E cosa dovrei fare? Abbandonare tutto, unirmi agli Avengers? Perché tu mi ami?»
Il suo cuore si strinse in una morsa così forte da farle mancare il respiro. Si sentì nuda, spogliata da ogni suo sentimento più segreto. Loki si rese conto della gravità dell'ultima domanda che le aveva fatto. Stava per dire qualcosa per sistemare il tutto quando Amelia lo precedette.
«Sì.» Gli disse. «E' perché io ti amo che dovresti almeno sforzarti di fare del bene, per me!» Gli urlò più forte che poteva, mentre alcune lacrime scendevano dai suoi occhi.
Il cuore di Loki era in tumulto. Amelia aveva appena ammesso di amarlo, non poteva credere alle sue orecchie, non poteva crederci e basta. «E' troppo tardi.» Disse in un sussurro. «E' troppo tardi per fermare i Chitauri, sono il loro alleato, loro vogliono questa terra.»
«Ma perché non me lo avevi detto prima? Che tu sei un loro burattino e che questo casino non è partito tutto da te?!»
«Lascia perdere, Amelia.»
«No, cazzo, non lascio perdere!» Si alzò in piedi, eliminando ogni distanza fra di loro. «Domani combatterai con noi, li sconfiggeremo.»
Loki le prese il volto fra le mani, asciugandole le lacrime con i pollici.
«Non è mai troppo tardi. Tu hai me.» Prima che le loro labbra si sfiorassero per la prima volta, Amelia aggiunse: «Non sei solo.»
*
Fury diede la comunicazione agli Avengers della battaglia imminente grazie alle informazioni che gli aveva riferito l'agente Helbinger.
«Fortuna che non ha disattivato il microchip quando aveva avuto intenzione di farlo.» Disse Nick quando tutti andarono via, ognuno con il proprio compito da svolgere l'indomani durate la battaglia. Erano rimasti solo Tony e Steve in quella stanza buia insieme a lui.
«No, fortuna che hai avuto le palle di disattivare tu stesso il chip quando la situazione si stava facendo più... piccante? Oserei dire.» Sorrise maliziosamente Tony, ricevendo un'occhiataccia da Nick.
«Aspetta, di cosa state parlando?» Domandò Steve con il cuore in gola, pieno di strane e opprimenti sensazioni.
«Helbinger voleva disattivare il chip dopo averci dato l'informazione della battaglia di domani, ma non ci è riuscita e quindi io e Tony abbiamo assistito a una conversazione fra lei e Loki. Ha proposto al dio di combattere insieme a voi e redimersi dalla schiavitù dei Chitauri.»
«Quindi Loki è sottomesso ai voleri di quel popolo alieno?» Domandò Steve.
«Beh, avranno trovato un accordo. Loki avrebbe conquistato la terra per loro e in cambio lui sarebbe diventato Re.»
«Già, poi pare che i due piccioncini stessero per scambiarsi un po' di saliva. Tutto qui.» Steve rimase senza parole a ciò che Tony gli stava dicendo. «Ci sarà un letto in quella stanza, no?»
«Stark. Dacci un taglio. Andate a riposare, tutti e due. Domani l'intero pianeta conterà su di voi.»
NDA.
Ci avviciniamo alla fine della prima parte (introduttiva) di questa storia ;)
Perché il vero nocciolo deve ancora arrivare... (e siamo ancora alle prime briciole dello svolgimento)
just22years
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Wahnsinn | Thor FanFiction
Fanfiction27th Court Road, Edimburgo, 1996. E' proprio qui che tutto ha inizio, è proprio in un freddo giorno d'inverno che Amelia Helbinger, una bambina timida e codarda, trova un passaggio segreto che la conduce in un mondo completamente diverso da quello...