Capitolo XVI- L'ansia sale ma il coraggio sovrasta.

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Perdonatemi per la lunga attesa, godetevi il capitolo :D
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Dopo aver scoperto quella figura che si aggirava in modo sospetto, nel cuore di Elèna si insediò la paura; che cosa voleva quello sconosciuto da lei? Incominciò a declutire nervosamente, girando da una parte all'altra della stanza; che doveva fare? Non lo sapeva neanche lei. Si sedette nuovamente sul letto e, poco dopo, si sdraiò per riflettere sul da farsi; non si accorse neanche dell'arrivo di Adam.   -Elly , che ti prende?- lei non rispose ma saltò in aria dallo spavento - Non ti ho visto entrare- si giustificò lei con voce rotta- Sei bianca come un lenzuolo, cosa succede?- disse lui poggiando le mani sulle spalle della rossa- Seguimi...- lo portò nella stanza (chiusa da molto tempo ) di suo fratello-Ho visto un uomo li fuori che.. Stava spiando noi.. E credo sia entrato anche nella mia stanza- Adam allontanò le mani da Elèna e strinse i pugni dal nervoso.- Merda... Ha preso qualcosa??- lei inspirò un po' d'aria e rispose- penso abbia portato via qualche copia della locandina perchè non manca nient'altro- disse guardandosi attorno; lui si sporse fuori dalla finestra e non vide nessuno. La rossa si ricordò della fotografia scattata - E' lui- disse mostrandola al ragazzo- Ho il sospetto che c'entri qualcosa col sindaco- lei drizzò la schiena- E per quale motivo? - -Perchè ha paura che lo intralceremo con il suo progetto. Sa bene che gli daremo filo da torcere- Ma, allora, avvertiamo le autorità? Loro possono proteggerci- rispose speranzosa - Non hai capito che può corrompere chiunque! Non ci potrà proteggere più nessuno se non noi stessi.- - Perchè dici così?- rispose lei alzando la voce; Adam non volle continuare il discorso - Vieni con me, dobbiamo parlare con gli altri. Non è sicuro rimanere qui- . Elèna e Adam salutarono e uscirono di tutta fretta per poter avvertire i suoi amici.

Adam's Pov

Siamo controllati, come ci muoveremo adesso? E se fossimo seguiti anche ora?  Devo organizzarmi. Prima di tutto dobbiamo cambiare scheda telefonica intestandola a qualcun'altro. Finalmente trovo nelle mie tasche il cellulare così posso mandare un messaggio nel gruppo. Se avessi il telefono sotto controllo almeno non capirebbero che abbiamo sospetti, a meno che non ci sentano tramite cimici; non penso arrivino fino a questo, forse sto esagerando.

Io: Ragazzi venite al parco? Così facciamo una passeggiata tutti insieme

Sophie: per me va bene, tra mezz'ora sono lì:*

Liz: Idem XP

Martin e Andrea:  siamo per strada, vi aspettiamo vicino alla fontana centrale 8)

Sophie: Ed Elly?

Io: E' con me e stiamo camminando verso la fontana, già vediamo due ebeti che si guardano attorno con un cornetto in bocca

Andrea: Che vuoi, devo fare colazione u.u

Martin: peccato che è quasi ora di pranzo -.-

Decido di ignorare i continui messaggi, sistemo il telefono in tasca e poso una mano sul fianco destro di Elèna - Amore... non nego il fatto di esser preoccupato per questa situazione. Tu sei ancora convinta di continuare questa battaglia? - lei mi inchiodò con i suoi occhi scuri e profondi- Io non ho paura di nessuno, la mia fobia è  perderti.- - Non accadrà mai. Te lo giuro. Ma se le cose dovessero peggiorare tu abbandonerai, capito?- lei cambiò espressione- Non se ne parla proprio , dove cammini  tu ci sono anche io; levatelo dalla testa!- non l'avevo mai vista così. Ha coraggio ...ma non voglio che rischi la vita per colpa di quel bastardo. - NON SE NE PARLA- dissi alzando la voce . Ammetto di aver esagerato ad urlare ma deve cambiare idea, per il suo bene- E' INUTILE CHE FAI COSI! FARO' DI TESTA MIA COMUNQUE!- stiamo dando spettacolo a tutti- Amore , abbassiamo la voce entrambi ma, ti prego, se faccio così è per difenderti-  - Lo so- disse guardando in un altra direzione per non farmi vedere le sue lacrime pronte ad uscire, poi continuò - non puoi chiedermi di lasciarti nelle situazioni più critiche. Anche tu faresti lo stesso...- aveva ragione ma mantenni il silenzio. Ad ogni passo ci avvicinavamo sempre più ai due pecoroni che abbiamo per amici. Gli strinsi la mano e con l'altra gli diedi una pacca sulla spalla; anche Elèna li salutò ma con un bacio sulle guance- ragazzi , come va?- disse Andrea- tutto bene- rispondemmo  in coro io ed Elly e , successivamente, iniziammo a parlare del mio primo giorno di lavoro che si avvicina e dei piani per stasera.Dopo circa 20 minuti arrivarono Sophie e mia sorella -Ragazze , aspettavamo voi per parlare di una cosa molto importante. Vi prego di mantenere la calma- dissi serio. Presi aria e iniziai- la situazione sta cambiando drasticamente. Questa mattina qualcuno è entrato a casa di Elèna e ha rubato due locandine delle prossime manifestazioni; il motivo per cui le ha prese è sicuramente riconducibile al sindaco. Quest'ultimo, anche se non è di dominio pubblico, ha rapporti con la malavita e , di conseguenza, è immischiato nelle loro faccende; per questo motivo non possiamo chiedere aiuto alle autorità competenti, dato che potrebbero essere corrotte con qualche mazzetta... Dato che un uomo ha fatto visita a casa di Elly dobbiamo rimanere in allerta poiché i prossimi potremmo essere noi; per precauzione, mai parlare di questa cosa in casa. Oggi , senza saperlo, potrebbe aver sentito i nostri sospetti a casa di Elèna tramite microfoni quindi niente più sbagli. Setacciate le vostre case per eliminare i dubbi. Se continueremo con le manifestazioni dovremmo parlare tramite altri numeri nuovi e scrivere in quelli vecchi date e ore sbagliate degli eventi. Il motivo per cui sono a conoscenza della vicinanza tra sindaco e dei criminali è perché mio padre ha avuto una soffiata che doveva tramutarsi in un articolo in prima pagina.- mi fermai notando le loro facce spaventate, come dargli torto. Continuai- nonostante questo, se qualcuno volesse abbandonare l'idea della campagna contro l'industria lo dica adesso, tenendo presente che possiamo rimetterci la vita-. Vidi gli occhi di Andrea serrarsi e si ridussero a due fessure, cercò lo sguardo di Sophie; anche lei lo guardava con gli occhi velati dalle lacrime, avevano paura l'uno per l'altra ma anche per tutti noi. - Io rimango con voi ragazzi- disse con tono fermo Martin- non vi abbandoneremo- proseguì Melissa; -neanche noi- dissero , alla fine, Sophie e Andrea. Sono felice di non combattere da solo, ma se si rivelasse un massacro? Non lo permetterò, loro sono la mia famiglia. Elèna non ha parlato molto fino ad ora e questo mi preoccupa; è troppo provata. - Ragazzi andrà bene, lo sento! Niente facce da funerale. Piuttosto,che ne dite di un bel gelato?- dopo l'affermazione di Andrea tutti rimasimo sconvolti; come può pensare sempre al cibo anche nei momenti meno opportuni??- Sei capace di parlare di cibo anche quando uno vomita davanti ai tuoi occhi- dissi annoiato, -probabilmente - rispose lui facendo una faccia da pensatore. Alla fine, dopo varie preghiere di Andrea, ci dirigemmo ad un bar per consumare qualcosa ( anche se, dopo l'abbondante colazione, non ho per niente fame) e presi posto in un tavolo per sei. Elly , dopo qualche tentennamento, ha iniziato a parlare con Sophie e il resto del gruppo ,mentre io e i ragazzi ci organizzavamo per le manifestazioni: presi un foglio e annotai le date reali mentre , a voce, ne proponevo altre. Era per precauzione, in questo modo avremmo saputo con certezza se qualcuno ci stesse seguendo. Ordinai una limonata da dividere con Elèna e, tra un discorso e l'altro, la finimmo subito; appoggiai delicatamente una mano sulla gamba della rossa, volevo stuzzicarla un po' perché è davvero tenera quando arrossisce e poi, così, l'avrei fatta parlare un po' di più . La sua reazione non tardò ad arrivare e lei, con quei suoi occhi cioccolato, mi guardava con aria che sapeva di" che diavolo combini?" e presi la palla al balzo- c'è molto caldo oggi, vero? - affermai rivolgendomi a lei- uhm.. Non tanto in realtà- disse fingendo indifferenza. Brava, sta al gioco la ragazza- comunque adesso devo tornare a casa, devo sistemare alcune cose- disse spostando la sedia per alzarsi. Le presi delicatamente una mano- Dai , ti accompagnamo io e Melissa, tanto dobbiamo fare la stessa strada-dissi inchiodandola con il mio sguardo - si , è vero. Dai non andartene da sola- aggiunse Liz,- Allora vengo con voi- decise sorridente - Ciao ragazzi, ci vediamo stasera- dissimo noi tre all'unisono. - Perchè stasera che facciamo?- ci bloccò Andrea con la bocca piena di cornetto alla marmellata- Se non avrai un'indigestione, dovremmo fare una pizzata a casa mia. Mia madre ci teneva che ci fossimo tutti, così le condivamo noi e poi le cucinavamo nel forno in giardino, ci aiuta mio padre. Ma poi, perchè te lo sto dicendo di nuovo? L'avevo detto prima-  odio quando non mi si dà ascolto- Scusa fratello, comunque ci sarò! Ma aspetta, perchè ci aiuta tuo padre?? Non può chiamare direttamente un pizzaiolo? Dopotutto siete ricchi sfondati- rispose con ovvietà - Non sono un riccone e poi mio padre,anni fa,  non aveva le disponibilità economiche che ha adesso; prima ha avuto piccoli e umili impieghi , come il pizzaiolo e cameriere in un locale e, dopo essersi pagato da solo gli studi universitari, finalmente riuscì a trovare un posto nell'ufficio del giornale.- mi interruppe Martin- e fu così che diventò un riccone - , tutti risero dopo la sua affermazione e, dopo aver pagato, andammo a casa a piedi.
Elèna's Pov
Arrivai davanti casa e aprii il portone con la mia copia delle chiavi; non sentii alcun rumore, né mia madre che cammina qua e la per le stanze e nemmeno mio padre mentre brontola con lei. Decisi di passare in cucina e vidi un biglietto :
" Siamo da nonna Carmen, non sta molto bene; ti ho lasciato della pasta al forno nel microonde per pranzare. Torneremo domani mattina se non ci saranno intoppi; papà passerà stasera per prendere dei vestiti e per sapere come stai . A dopo
Mamma."
Cavolo, mia nonna ha avuto un'altra ricaduta; soffre di una malattia ai polmoni e, a causa dell'età che avanza, peggiora sempre più. Tra poco chiamerò per sapere come sta...
Boom, boom, tac.... Tac , tac ,tac
Che cos'è questo rumore? Che sia entrato di nuovo quell'uomo in casa?? Il rumore proviene dal salone.
Boom, boom, tac... Tac, tac, tac
Mi "armai" con un manico di scopa e andai lentamente verso la fonte della mia ansia; mi sentivo armata tipo "call of duty " ma minacciosa come Willy il coyote...Ma vaffanculo! Erano degli uccelli che sono entrati dentro casa a farsi il nido e martellavano gli imbotti di metallo delle serrande! Santo cielo, devo crepare di infarto in questa casa... Dopo gli ultimi eventi decido di controllare ogni stanza, ho paura che possa ritornare quell'uomo; per sicurezza voglio scoprire se ci sono microfoni o qualcosa del genere. Si, lo so. Sembro psicopatica ma , dopotutto, non è un male accertarsi di non esser spiata. Ho appena concluso di controllare la stanza dei miei, di Jonatan ,il bagno, la cucina e il salone... Manca la mia stanza e il bagno adiacente. Mentre passo attentamente le dita sullo specchio mi accorgo di qualcosa di insolito: come pensavo, una cimice. Vogliono scoprire i nostri discorsi e sapere dove e quando agiamo; stavo per avvertire Adam ma non posso usare il mio numero, potrebbe essere sotto controllo. Concludo il mio setacciare le camere e sposto il microfono nella vecchia stanza del mio fratellino, così non si insospettiranno più di tanto, non sentiranno le nostre conversazioni e , allo stesso tempo, penseranno che ci stiano tenendo in pugno. Ottimo lavoro Elly!
Vengo distratta dal mio trionfo dal suono del cellulare di mio padre, sempre il solito, lo dimentica ogni volta... Ottimo! Posso usare quello per chiamare casa di Adam. Almeno, quando può, viene a farmi compagni e lavoriamo sulla propaganda della campagna contro il Sign. Brownlow... Chiudo a chiave il portone di casa e serro ogni finestra per non avere possibilità di far entrare intrusi e mi accoccolo sul divano per chiamare il mio ragazzo:
"Io: pronto amore? Sono io
Adam: tesoro, dimmi
Io: hai da fare dopo pranzo?
Adam: in realtà dovrei sistemare il giardino di casa...
Io: posso aiutarti?
Adam: se ti va si, puoi passare ma portati un cambio per stasera
Io: va bene , allora a dopo! Ti amo!
Adam: anch'io, ciao!"
Decisi di mangiare un boccone di pasta al forno ,dopo aver minuziosamente controllato la casa ci voleva qualcosa da mettere nello stomaco ; alla fine, più che un boccone, ne ho mangiata metà teglia. Devo smettere di ingozzarmi per ansia, diventerò obesa di questo passo. Rimuginai sulle cose che ci siamo detti io e Adam e ancora non posso credere mi abbia ordinato di starne fuori se le cose dovessero precipitare.. Capisco che lo fa per il mio bene ma , per star tranquilla io, deve esserne fuori anche lui e questo non è possibile... Ma adesso basta pensarci su, finisco di lavare i piatti e preparo una sacca con il cambio; non voglio rimanere ancora per molto in questa casa da sola...

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