XIX Capitolo- So chi sei

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Elèna fece strada ad Adam per fargli vedere la sua sorpresa, gli coprì gli occhi con le sue piccole e candide mani e lo portò nel retro della casa dove si trovava una graziosa veranda piena di fiori. Al di sopra, si ergeva una copertura in legno scuro che dava riparo a un tavolo imbandito, a sua volta circondato da sedie in ferro battuto. Quando Adam vide tutto questo ringraziò la ragazza abbracciandola forte e baciandola, soffocando il suo sorriso a trentadue denti; si sedettero e mangiarono tranquillamente mentre si scambiavano sguardi languidi, non servivano parole per esprimere il loro trasporto. Mentre percorreva con occhi avidi e rapiti la figura della giovane , il ragazzo notò qualcosa di strano alle spalle di lei; c'era una figura non proprio chiara dietro alcune siepi "chi è quel tizio? Non riesco a veder bene, manteniamo la calma. Non voglio far spaventare Elly" pensò saggiamente. La suoneria di un cellulare irruppe nel silenzio che si era creato tra loro, il telefono di Elèna vibrava sul tavolo e sul display faceva capolino il nome "Mamma" ...

<< Ciao mamma>> disse con tono serio la rossa << Si, sono a casa. La nonna come sta? Capisco, quanto rimarrete lì? Okay, in questi giorni proverò a chiedere qualche ora per andare a trovarla ma non ti prometto niente, non ho neanche iniziato a lavorare e non posso chiedere già di mancare... Mamma anche io ci tengo a vederla nonostante tutto ... Va bene. Si, sono uscita oggi. Ho preso il pane e sono andata a farmi un giro nel parco, va bene mamma. Ci sentiamo domani.. Buonanotte>>. <<Scusa amore, mia madre voleva sapere dove fossi... Comunque adesso inizio a sparecchiare mentre tu ti accomoderai in camera mia... Devi aspettarmi li>> disse la rossa con uno sguardo dolcissimo misto a tensione; << Preferisco aiutarti con i piatti e tutto il resto, non voglio lasciarti una marea di cose da lavare da sola>> rispose Adam controllando le vicinanze con sguardo attento , afferrando stoviglie e bicchieri da portare al lavabo. Alla fine la rossa non si lamentò più di tanto ma ciò che la preoccupava era una domanda che le ronzava in testa: l'uomo misterioso avrà ascoltato la chiamata? In lei cresceva sempre più l'ansia di esser sospettata ma , dopotutto, non è bene fasciarsi la testa prima di ricevere in colpo e si convinse di quest'ultima cosa; l' importante ,in quel momento, era di viversi questa serata con Adam nel miglior modo possibile.
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La rossa arrivò nella sua stanza e vide Adam sdraiato nel letto; aveva gli occhi chiusi e il respiro lento e regolare." Si sarà addormentato, dopotutto è stata una giornata impegnativa." Pensò mentre lo accarezzava pian piano , analizzando e catturando nella sua mente quell'immagine << era ora, mi annoiavo qui da solo>> mormorò Adam ormai sveglio<< dovevo ripulire la cucina, comunque ho portato la tua bottiglia e dei bicchieri; ci vuole un Brindisi>> disse elettrizzata. << Ti auguro di diventare il miglior giornalista sul mercato>> << e a te di realizzarti brillantemente con la professione che ami>> risuonò il tintinnio dei due calici e lo schiocco di un leggero bacio a stampo per finire in bellezza l'auspicio. Dopo un po' Adam, senza accorgersene, si addormentò accanto a lei.

Elèna's pov

È crollato, si vedeva che era sfinito; ha passato la notte scorsa completamente in bianco... Mando un messaggio a sua madre per tranquillizzarla, almeno sa che è qui. Ne approfitto per mettermi il pigiama così che anche io possa riposare un po'...

Adam's pov

Ma dove sono? Cazzo, mi sono addormentato! Devo tornare a casa prima che a mia madre gli venga un colpo. Mi alzai spostando lentamente il braccio di Elly ma con scarsi risultati << non andartene amore>> biascicò afferrando la mia mano<< devo andare, mia madre sarà in pensiero>> << lo sa che sei qui, l'ho avvertita io stessa per messaggio>>disse strofinandosi un occhio per eliminare tracce del sonno. La osservai per brevi attimi. Era vestita con una maglietta molto larga ma che fa intravedere le sue curve morbide e uno short sportivo; in ogni occasione lei riusciva a stupirmi per la sua bellezza e innocenza. Mi si avvicinò e baciò le mie labbra con lentezza ,come se volesse farmi agonizzare per colpa del suo tocco magico. Le sue labbra erano infuocate contro le mie. Continuava la sua scia di baci dalle labbra, alle guance fino ad arrivare al collo; sentii le sue piccole mani sui miei fianchi per appropriarsi della maglietta, togliendola con cura senza aver fretta. Mi lasciò a torso nudo, stupendomi della sua iniziativa. Continuai a baciarla, volevo trasmettere il mio amore per lei, la voglia di averla al mio fianco sempre e di proteggerla per il resto della mia vita. La avvicinai al mio petto facendo vagare le mie mani sulla sua schiena; si tolse anche la sua maglia rimanendo soltanto in pantaloncini. La guardai negli occhi per capire le sue intenzioni, io non volevo spingermi oltre. << abbracciami così, ho bisogno di sentire il tuo calore senza qualcosa che lo ostacoli..>> disse con uno sguardo colmo di imbarazzo<< e sia>> risposi semplicemente. La accarezzai come la cosa più preziosa al mondo. Chiunque avesse visto questa scena avrebbe pensato male ma non c'era niente di peccaminoso in tutto questo. Sentivo la sua pelle incresparsi per colpa del mio contatto e questo mi rendeva colmo di gioia; i suoi occhi trasmettevano pace assoluta mista all'imbarazzo di porsi praticamente nuda davanti a me. La divorai con tutti quei baci, dopo quasi un'ora si riaddormentò. Mi alzai e mi rivestì senza far rumore, guardai un'ultima volta Elèna avvolta nelle lenzuola a mo' di involtino primavera. Un sorriso si fece largo sul mio viso senza accorgermene, era questo l'effetto che aveva su di me. Mi decisi a scendere in cucina e , poco dopo, mi apprestai ad uscire di casa. Volevo controllare la zona per vedere se ci sono tracce di quell'uomo. Girai tutto il vicinato ma non trovai tracce di nessun tipo ma sono certo che qualcuno ieri ci stava osservando. Mentre ritornavo dentro casa vidi la rossa intenta a preparare il caffè; aveva ancora i capelli in disordine ma era già vestita per andare a lavoro. Non si era accorta di me e la vidi mentre si truccava di fretta e furia davanti ad uno specchio nel corridoio<< basta con tutto quel trucco, vuoi metterci anche un po' di intonaco per muri ? Già che ci sei>> , saltò in aria dallo spavento ma si ricompose subito << scemo! Vorrei apparire ordinata , tutto qui. Spostati che non mi capisci>> disse spingendomi in cucina. Finì di prepararsi e bevemmo il caffè , la salutai con un bacio e corsi a casa a cambiarmi per poi andare a lavoro .

Elèna's pow
Chiamai mia madre per sapere delle condizioni in cui giaceva mia nonna, mi disse che la situazione era stazionaria. Senza accorgermene ero già arrivata davanti al salone di Jacopo, il mio capo. È una persona molto solare, un tipo orgoglioso di sé e del suo lavoro; l'unica pecca è che vanta un passato da latin lover. << signorina, buongiorno>> disse non appena varcai la soglia del portone a vetri<< buongiorno, sono qui per il posto da stagista, ricorda?>> << perfettamente.>> disse squadrandomi.  Mi mostrò l'intero negozio, i vari prodotti e utensili. Lui chiarì subito che non potevo né effettuare taglio né tinture, solo spazzare il pavimento e , se fossi stata all'altezza, avrei potuto fare qualche messa in piega. La giornata di lavoro passò lentamente, feci le mie mansioni nel modo più accurato possibile. Notavo che gli occhi di Jacopo erano fissi su di me per trovare qualcosa per cui rimproverarmi, ma non trovò alcun motivo. Alla fine del turno salutai il capo e tornai a casa a piedi. << vuoi un passaggio?>> mi chiese Jacopo mentre guidava la sua Mercedes nera<< no, la ringrazio. Continuo a piedi, ho alcune commissioni da fare>> dissi inventandomi la prima scusa che mi passò in mente<< come vuoi tu, a domani. Buona serata. Ah, un altra cosa: non darmi del voi. Ci vediamo domani>> << va bene, a domani>>. Stavo per chiamare Adam quando , ad un tratto, mi arrivò un suo messaggio :" ti aspetto al parco, ho preso qualcosa al Mc. Sono vicino la fontana, fai presto o mangerò tutte le tue patatine fritte ;)". Sorrisi e mi affrettai ad arrivare, avevo una fame da lupi e a pranzo avevo mangiato poco e niente. Dopo aver parlato della nostra giornata ed esser stati insieme a coccolarci, decidemmo di tornare ognuno a casa propria a lavorare su un'altra manifestazione. Io dovevo organizzarmi con Sophie e Melissa e lui con i ragazzi, in modo da ripartirci i vari impegni. Stanca morta della giornata, mandai il messaggio della buonanotte ad Adam e al gruppo e andai a dormire.

Ufficio del sindaco di Soulstone

Il telefono squillò insistentemente fino a quando il signor Brownlow rispose.
<< pronto? Ah, finalmente. Aspettavo tue notizie, ci sono novità?>><< Signore, è da giorni che monitoro i loro movimenti e intercetto le loro telefonate. Durante una chiamata c'è stato qualcosa di sospetto>> disse l'investigatore. Poi aggiunse<< ho notato un paio di ore buca il lunedì pomeriggio e lei ha detto ai suoi genitori di esser uscita per andare al parco." . Il sindaco si innervosì << che cosa mi importa se va o non va al parco una ragazzina?>> << il fatto è che lei non è mai andata al parco, ho controllato la videocamera di sorveglianza e sa dove poteva essere?>> << forse in un angolo a tubare con il fidanzato?>> << no signore, potrebbe esser stata alla manifestazione. In più le videocamere hanno ripreso una figura femminile a volto coperto aggirarsi per la città poco prima dell'alba , con la stessa bicicletta che possiede la ragazza dai capelli rossi. >> << non vi pago per supporre ma per avere certezze, si muova ad ottenerle; glielo consiglio vivamente. Buon lavoro.>> agganciò la cornetta con un gesto violento. Il sindaco aveva la situazione sotto controllo e ciò che voleva scoprire si stava rivelando certezza, i ragazzi che lo vogliono distruggere sono gli stessi del giorno del comizio. Altre difficoltà incomberanno  sui nostri protagonisti. Col passare dei giorni le cose sono cambiate soprattutto per Martin ed Andrea ma ,purtroppo, non sempre per il meglio...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 27, 2016 ⏰

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