Prologo

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"Dove mi vuoi portare?" Chiedo a Cameron mentre percorriamo le scale che portano di sopra.
"Voglio farti vedere una cosa".
Appena raggiungiamo la cima delle scale, mi porta in un corridoio a sinistra, dove ci sono appesi innumerevoli quadri costosi.
Arriviamo di fronte ad una porta, dove mi fa entrare.
Non appena siamo dentro chiude a chiave la serratura e mi butta sul letto.
In quel momento una lucina rossa si accende nel cervello facendomi capire cosa ha intenzione di fare.
"Per favore Cameron, lasciami" urlo in preda al panico. Lui di tutta risposta mi tappa la bocca e mi blocca braccia e gambe. "Sta zitta" grida tirandomi uno schiaffo in pieno viso.
Inizia a spogliarmi malgrado io cerchi di sferrare pugni e calci.
Il mio vestito blu a fiori cade per terra facendomi rimanere esposta in intimo davanti a lui.
Toglie la mano dalla mia bocca e approfitto per chiedere aiuto, ma due labbra estranee fredde e feroci si poggiano sulle mie in un secondo.
Cameron inizia a toccare il mio corpo dappertutto, mentre delle lacrime inondano il mio viso.
Sposta la sua bocca dalla mia ed inizia a spogliarsi, lanciando i pantaloni dietro di se.
Riprovo a gridare, ma inutilmente poiché la musica da fuori è troppo alta.

Non sta accadendo veramente.
Non può.
Non voglio che la mia prima volta sia con questo bastardo che ho conosciuto solo sta sera, a questa festa.
Sembrava simpatico quando mi si era avvicinato; abbiamo passato la sera a parlare e scherzare, finché lui mi ha chiesto di fidarmi di lui. E io come un'ingenua mi sono fidata di uno sconosciuto.
Non posso essere stata così stupida.

Ho sempre immaginato che la mia prima volta sarebbe stata con una persona che ricambiasse il mio amore.
Non mi era passata mai in mente l'idea di essere violentata.

Non posso né reagire ne fare altro perché lui mi lega alle sbarre del letto con delle corde prese non so dove, e dove sta succedendo la cosa più brutta che possa capitare ad una quindicenne.
Inizio a non capirci più niente.
Sembra che abbia già fatto questa cosa altre volte, dal modo in cui ha organizzato questa cosa.
Lo avrà già fatto ad altre ragazze?
Come avranno fatto a sopportarlo?
Come hanno fatto a sopravvivere?

Iniziano a frullarmi tante domande per la testa, man mano che il panico si sta impossessando di me.

Non sento più il mio corpo.
Non sento più niente. La musica assordante che viene da fuori, il ragazzo che sta per prendersi una parte di me.
Nulla.
Inizio a contare per calmare il respiro.
Me lo ha insegnato mia madre.
Quando vorrei che non avesse acconsentito a mandarmi a questa stupida festa.

Sto per chiudere le palpebre pesanti prima che lui rubi una parte di me, quando la porta si apre.
Non è possibile.
Forse sto sognando.
Ma quando il ghigno che ha sulla faccia il bastardo scompare, per prendere posto alla paura, alla vista di un ragazzo alto, capelli e occhi scuri, capisco che è reale.
Il ragazzo rimane sulla soglia, fissando con i suoi occhi scuri increduli cosa stava per accadere.
Nessuno reagisce.
Vorrei farlo io, vorrei urlare, togliermi queste maledette corde legate davvero troppo strette che mi procureranno delle cicatrici su entrambe i polsi, quando ad un tratto il ragazzo si avventa sul bastardo.
Le mie palpebre si chiudono subito dopo, e cado addormentata in un sonno dove vorrei poter cancellare tutto questo. Non essere mai venuta a questa festa e rimanere all'oscuro di quello che è successo in sette fottutissimi minuti.

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