Il suono fastidioso della sveglia risuona in tutta la stanza.
Mi copro le orecchie col cuscino per non sentirla, mettendomi a pancia in giù.
Dopo un minuto di quell'orribile frastuono alzo un braccio cercandola ad occhi chiusi sul comodino, facendo cadere al tempo stesso qualche libro appoggiato lì, riuscendo finalmente a spegnerla.
Non ho nessuna voglia di alzarmi, anche perché sono le 7,30 del mattino, ma devo, perché oggi è il grande giorno della partenza.
Devo ancora aggiungere qualcosa nello zaino, come un paio di felpe e la mia macchinetta fotografica, anche se una volta scaricata la batteria non ho idea di come farò a ricaricarla; idem per il telefono.
Comunque sia non vedo l'ora di partire con tutti gli altri!
È la prima volta che partiamo tutti insieme in un viaggio del genere.Viaggeremo col bus dello zio di Max, che, dato che deve partire per lavoro, viaggerà in bus per portare tutti noi nel grande bosco a Woodfall.
È un paesino piccolo, ma non è il posto dove noi staremo.
Affianco alla cittadina di Woodfall, c'è il grande bosco che noi esploreremo e monteremo le tende.
Lo chiamano 'il bosco infinito', perché è talmente grande e vasto, che sembra impossibile esplorarlo tutto.Mi impongo di alzarmi dal letto, ma quando poggio un piede per terra mi accorgo di essere attorcigliata al lenzuolo, rischiando di cadere.
Mi dirigo in corridoio, dove al muro sono appese delle fotografie di famiglia.
Mi soffermo per qualche secondo ad ammirarle, ridendo per alcune foto dove ci siamo io e Luca e facciamo delle facce strane. Dovevo avere all'incirca cinque anni, e quindi mio fratello sette.Quando arrivo in cucina trovo mio padre e mia madre che stanno già facendo colazione seduti, con delle fette biscottate e del caffè in delle tazzine piccole azzurre, mio regalo per Natale.
"Buongiorno tesoro." Mi salutano all'unisono papà e la mamma.
"Giorno."
Mi trascino fino alla sedia, dove mi siedo goffamente ancora assonnata.
Mia madre mi fissa perplessa.
"Che cosa c'è? Hai dormito male? Sempre per i soliti incubi?"Mia madre e mio padre sono a conoscenza degli incubi che mi perseguitano da quasi nove mesi.
Nei primi periodi era molto peggio di adesso.
Mi svegliavo gridando e piangendo, passando le notti in bianco con mia madre o mio padre.
Poi hanno deciso di mandarmi da uno psicologo, per migliorare la situazione e per parlarne con qualcuno.
Ne ho parlato sia con i miei genitori che con Charlotte, Jake Luca e Giacomo, che ci sono sempre stati per me, ma non mi soffermavo mai troppo sull'argomento, parlavo in maniera generica.
Non sono mai riuscita a parlarne apertamente, nonostante siano passati quasi nove mesi.Rassicuro mia madre con un sorriso.
"No mamma, non preoccuparti. Sono solo assonnata."Mi verso un po' di latte con del cioccolato e immergo qualche biscotto.
Quando finisco di fare colazione ritorno di nuovo in camera, dove c'è mia madre che controlla se nello zaino del cibo, ci sono tutte le scorte necessarie per prendere almeno tre chili.
"Mamma non riempirmi ancora di più la borsa. Basta e avanza. C'è anche quella di Luca che.. Cavolo Lucaa! Lo dovevo svegliare io!!"Corro al piano di sopra rischiando di scivolare sul parquet e arrivo di fronte la porta della camera di mio fratello ansimando.
Mi Poggio sulle ginocchia per riprendere fiato, e poi la apro.
Ha ancora le tende chiuse, e c'è solo un filtro di luce nella stanza.
Penso ai vari modi con cui posso svegliarlo, ricordandomi di quando qualche settimana fa mi aveva buttato un secchio di acqua addosso.Prendo la rincorsa e mi butto sopra di lui, sapendo quanto odi essere svegliato in questi barbari modi.
Si agita sotto di me, e per dargli ancora più fastidio gli scombussolo tutti i suoi ricci adorabili.
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My guardian
RomanceBea è una quindicenne normale come tutte le altre, o quasi: è tormentata da un ricordo straziante, che le ha quasi portato via una cosa molto importante dalla sua vita. Ad impedirlo è stato Chris Hamilton, un ragazzo dagli occhi scuri, che forse ra...