LET'S MAKE A BAND!

CAPITOLO 14

Era lunedì mattina e, strano ma vero, dire che ero felice era dire poco.
La band si era formata e, al contrario di ciò che pensavo, tutti erano arrivati, anche se un po' in ritardo. Penso che rinfaccerò loro il fatto di essere arrivati tardi, facendomi quasi morire di tristezza, per tutta la vita.
Inoltre, grazie alla band, io e Christofer ci eravamo riappacificati ed è stato un grande sollievo. Insomma, non sarebbe stata una cosa positiva entrare in una band con il rischio di litigare ogni cinque minuti.

Non vedevamo l'ora di dirlo alla Brown.
Dopo la fine della pausa pranzo, abbiamo deciso di usare l'ora buca che, fortunatamente, avevamo tutti, per scegliere una canzone da cantare alla prof, per dirle a modo nostro, che la band si era formata. Ci eravamo messi tutti d'accordo di incontrarci una decina di minuti prima dell'apertura del club per prepararci.

In quel momento, guardai l'orologio e vidi che era ora di andare. Mi alzai e, dopo aver raccolto le mie cose, mi diressi verso il club.
Sentii delle voci oltre la porta. Mi affacciai e vidi Lucas, Bree e Christofer che stavano già sistemando il palchetto.
"Ehi ragazzi!" li salutai.
Mi salutarono anche loro e, continuando a parlare del più e del meno, iniziammo a sistemare gli strumenti ai loro posti e a collegare i vari cavi alle casse e agli amplificatori.
Nel momento in cui finimmo di montare la strumentazione, suonò la campanella.
"Forza ragazzi, è ora!" Alle parole di Christofer iniziammo a sistemarci nelle nostre postazioni.
Ero molto emozionata. Infondo era solo grazie alla Brown se ci eravamo uniti e non vedevo l'ora di cantarle la canzone che avevamo scelto.

Piano piano iniziarono ad entrare nella stanza alcuni ragazzi che ci guardavano confusi.
Dopo un paio di minuti in cui, ormai, erano arrivati tutti, sentimmo il ticchettio di un paio di tacchi e, successivamente, la voce della Brown che salutava tutti noi mentre entrava nell'aula.
Non appena vedemmo la sua figura varcare la soglia della stanza, iniziammo a suonare.

All I knew this morning when I woke
Is I know something now, know something now I didn't before.

Avevamo deciso di suonare Everything Has Changed di Taylor Swift e Ed Sheeran. Era bellissima e, nonostante fosse una canzone d'amore, ci avevamo lavorato un po' su, in modo da renderla più nostra, continuando a parlare di un cambiamento che, effettivamente, era avvenuto, grazie alla decisione che ognuno aveva preso e che ci aveva reso un gruppo pronto a farsi conoscere per la loro musica.

Appena la canzone finii, guardai la prof che sembrava fosse pietrificata.
Passarono alcuni secondi, che mi sembrarono durare un'eternità, in cui le ultime note che avevamo suonato, facevano eco nella stanza. Un silenzio aleggiava intorno a noi, finché la Brown non cacciò un urlo che mi fece sobbalzare.
Dopo che mi fui ripresa da quel lieve spavento, iniziai ad ascoltare la prof, cercando di capire cosa stesse dicendo. Sembrava pronta per essere ricoverata in un manicomio.

"Siete davvero bravissimi! Io ve l'avevo detto che insieme eravate perfetti. Insomma vi siete sentiti? È ovvio che non vi siete sentiti, stavate suonando, ma vi posso assicurare che siete andati alla grande! Vi garantisco che la band avrà un successo enorme! Sì perché adesso siete in una band, giusto?"
Guardai per un momento gli altri e mi girai verso la Brown che ci guardava con occhi supplicanti.

"Mi dispiace prof, -iniziai- ma la band non potrebbe mai funzionare." Vidi, man mano che finivo la frase, il suo volto che assumeva un' espressione via via sempre più triste.

Così decisi di smetterla di torturarla.
"Vede, prof, la band non potrebbe assolutamente funzionare. Insomma siamo inesperti e abbiamo bisogno di migliorare. Quindi, mi dispiace, ma non c'è una band e non potrebbe mai esistere, almeno non senza il suo aiuto." E in quel momento le mie orecchie udirono il secondo urlo spacca timpani della giornata.