CAPITOLO 3

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Erano passate ormai due settimane dall'inizio della scuola e, nonostante non avessi ancora preso bene il ritmo scolastico, non avevo iniziato male. La cosa migliore, però, era il fatto che io e Christofer ci stavamo conoscendo un po' meglio grazie a quelle poche volte che chiacchieravamo mentre andavamo a lezione. In più, quel giorno, sarebbe iniziato il club di musica, quindi si preannunciava già un'ottima giornata.

Come ogni lunedì, alla prima ora avevo chimica. Io, Alexis e Bree entrammo in classe e ci sedemmo al nostro solito posto nella fila in fondo. Quella era la materia scientifica che più mi piaceva soprattutto perché potevamo testare in prima persona le varie reazioni chimiche ed era davvero fantastico per chi, come me, imparava più facilmente utilizzando le mani e non solo il libro di testo.

Appena prima che la campanella suonasse entrò il resto della nostra classe, compreso Christofer accompagnato da Luther. Erano diventati molto amici quei due in quelle poche settimane ed ero contenta che Christofer avesse fatto amicizia con qualcuno. Cavolo, sembravo una mamma orgogliosa del suo bambino. Dovevo smetterla di pensare così tanto a Christofer.
Quando tutti si furono seduti entrò il professore che iniziò a spiegarci cosa aveva intenzione di fare durante questa lezione.

"Bene ragazzi, da oggi fino al giorno che segnerà la fine del quadrimestre, vi dividerete in coppie per esercitarvi su vari esperimenti che sono già scritti sul libro e che abbiamo accennato l'anno scorso. Sfortunatamente, almeno per voi, le coppie le deciderò io."

Tutta la classe emise un verso di disapprovazione.
"È inutile che vi lamentiate, tanto non cambierò idea" aggiunse.
Iniziò a formare le coppie e tutto ciò su cui ero concentrata in quel momento era di capitare con qualcuno che sapesse un minimo di chimica. 

"...Alexis e Dylan, Bree e Ryan ed infine Skylar e Christofer."

Mi girai verso di lui e gli rivolsi un piccolo sorriso e arrossii quando lo ricambiò. Dovevo davvero dare una calmata ai miei ormoni e soprattutto alla mia faccia. Continuavo ad arrossire per tutto quello che Christofer diceva o faceva e non sopportavo di essere diventata ancora più impacciata e timida per colpa di un bel ragazzo.

"Bene, adesso che ho formato le coppie, iniziate a svolgere un esercizio."
Christofer mi raggiunse nella fila in fondo alla classe e mi rivolse un sorriso mentre si sedeva nella sedia di fianco alla mia.
"Allora con cosa iniziamo?" mi chiese.
Gli feci vedere, senza guardarlo negli occhi per paura di arrossire, una serie di esperimenti molto semplici sui passaggi di stato. Lui guardò un paio di esercizi e ne indicò uno sulla fusione del ghiaccio.
"Che ne dici di fare questo?" mi chiese e io annuii per poi andare a prendere tutto l'occorrente per iniziare a fare l'esperimento per poi ritornare al tavolo e cominciare.
Durante tutto il tempo, sentivo lo sguardo di Christofer bruciare sulla mia schiena. A quanto pare non aveva nient'altro da fare che fissarmi. Mi girai e gli lanciai uno sguardo accusatorio mentre lui mi guardava ridacchiando.

"Potresti per favore smetterla?" gli chiesi un po' scocciata.

"Di fare cosa?" mi chiese innocentemente Christofer.

"Lo sai cosa" risposi mentre lui continuava a guardarmi e ridacchiare. Lo guardai male e continuai.

"Veramente, mi metti a disagio così!" risposi sforzandomi di non sorridere di fronte alla visione di un Christofer che non smetteva di ridacchiare.

"Okay, okay, la smetto" rispose e io sorrisi continuando l'esperimento.

Quando finii posai i miei appunti e lasciai spazio a Christofer che aveva deciso di fare l'esperimento della vaporizzazione del ghiaccio. Devo ammettere che pensavo non fosse poi così bravo, ma l'avevo giudicato male.

Sapeva usare tutti gli strumenti in modo corretto come se li avesse già manovrati parecchie volte. Mi domandai come era nella vecchia scuola. Inizialmente pensavo che fosse un ragazzo molto popolare, anche perché la sua bellezza non poteva non essere notata, ma dal momento in cui aveva iniziato l'esperimento iniziai ad avere dubbi su chi fosse davvero Christofer Wilde.

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La campanella dell'ultima ora era suonata e io ero in preda all'emozione. Avevo aspettato quel momento da tutto il giorno.
Presi tutte le mie cose e mi diressi verso il club di musica. Appena entrai nella stanza, sbarrai gli occhi. Quella era la reincarnazione di una stanza della musica perfetta che ogni musicista o amante della musica vorrebbe possedere. C'erano strumenti di ogni tipo in ogni angolo della stanza posizionati con cura sui propri cavalletti o nelle proprie custodie, pronti per essere usati. In fondo alla stanza c'era un piccolo palco in cui era posizionato un bellissimo pianoforte e dei microfoni. Senza rendermene conto andai verso quel palchetto, ammirai i microfoni e mi immaginai a cantare su un palco con migliaia di persone che mi guardavano. Era un sogno irrealizzabile, ma a me piaceva molto credere che, in qualche modo, un giorno avrei potuto realizzarlo.
I miei pensieri vennero interrotti dall'arrivo di altri ragazzi e poco dopo di una donna sulla cinquantina che probabilmente era la responsabile di quel club.
Quest'ultima salì sul palchetto e iniziò a spiegarci in cosa consisteva e come era organizzato il club.

"Buongiorno a tutti! Io sono la professoressa Brown e sono la responsabile del club di musica. Inizio subito col dirvi che potrete utilizzare ogni strumento che vedete intorno a voi per esercitarvi. Se invece volete dedicarvi al canto mi piacerebbe molto lavorare con chiunque voglia migliorare le sue capacità. Detto questo vi lascio liberi di fare ciò che volete, basta che non rompiate nulla" disse sorridente.

Quindi, la prof Brown scese dal palco e si andò a sedere su una piccola cattedra posizionata di fianco al palco. Mi diressi subito da lei per dirle che volevo  mi aiutasse a imparare a cantare come un vero e proprio artista ma, prima che potessi iniziare a parlarle, una voce mi interruppe. Mi girai verso la persona che aveva parlato e rimasi senza parole per lo stupore.



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