Capitolo due

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Quando l'effetto Aven sparisce, mi muovo verso l'entrata. Dio mio, ma cosa ho combinato? Insomma sono stata un disastro!
Mi affretto a raggiungere mia mamma, che sta salendo il primo scalino adesso, la bocca ridotta ad una linea sottile.
Oops.
È arrabbiata con me. E, va bene, ammetto di non essere stata proprio impeccabile, ma insomma! Non è colpa mia se la bava del re fa abbastanza schifo, non è colpa mia se il vestito prude, non è colpa mia se mi chiamo Adley e non Ada e non è assolutamente colpa mia se quel principe è il ragazzo più bello del mondo.
«Allora, Adley, come va la vita a palazzo?» Mi volto per vedere da dove proviene la voce, restando delusa quando scopro che è del re. Ma d'altronde un sedicenne non ha una voce da cinquantenne.
«Uhm...Bene...» dico. Ma sul serio? Pronto? Cervello? Sei in funzione o sei totalmente spento? Voglio dire, con tutte le cose che potevi farmi dire, vieni fuori con questo: "Uhm bene?". Bah.
Il re mi guarda divertito, mentre mio padre si poggia una mano sulla fronte, segno che si sta spazientendo.
«Posso ritirarmi nella mia stanza, padre? Sono molto insonnolito e il viaggio è stato estenuante. Vi sarei immensamente grato se mi concedeste l'onore di permettermi di stendermi.» Questa è la voce di un ragazzo. Di un sedicenne, che si esprime come un novantenne, va bene, ma pur sempre la sua voce. Solo che... "Viaggio estenuante?", "Concedeste l'onore di permettermi di stendermi?" Mi sono persa io qualcosa o siamo tornati nel 1800? Penso di sì.
Il re di Medley scuote la testa, mentre arriviamo al primo piano, dove si trova la stanza del primo pasto, comunemente noto come colazione.
«No, Aven. Verrai a mangiare con tutti noi e poi starai un po' con la principessa, girerete il castello o andrete in giardino... Farete le cose che fanno i giovani di oggi, insomma».
Mi trattengo a stento dal dirgli che in realtà i giovani di oggi non girano castelli o vanno in giardini con ogni tipo di pianta esistente al mondo. Evidentemente lui pensa di sì e mi sembra che non sia opportuno contraddire un re. Magari quando lui era giovane era all'ultimo grido osservare le piante e le stanze di un castello, tra ragazzi.
«Ma, padre...» cerca di dire Aven, prima che il padre lo interrompa.
«Niente "ma", figlio mio.» Detto questo si avvia verso la stanza del primo pasto e tutti lo seguiamo.
Sento Aven sbuffare e mi chiedo il perchè di quello sbuffo. Oh. Capito. Lui non ha pensato che i miei capelli siano stupendi, non ha pensato che io sia la ragazza più bella del mondo. Lui ha pensato che io sia un'imbecille che cade, sbaglia i nomi, dà dell'imbecille ai reali, lancia occhiate imbronciate a tutti e improvvisa una danza della pioggia quando le gira. Immagino che non sia in brodo di giuggiole a sapere di dover passare con me l'intero pomeriggio.
Be', cambierà idea. Penserà che io sia la ragazza più bella del mondo e anche la più intelligente. Lo penserà perchè io glielo faró credere. Implorerà di passare del tempo con me, altro che sbuffi qui e sbuffi lì.
Prima di tutto peró devo mangiare.
Mi siedo al mio solito posto, vicino a mia madre e a mia madre. Solo che oggi davanti a me ho, rulli di tamburi, nientemeno che il principe Aven!
Appena si siede e mi guarda storce il naso. Io gli lancio un'occhiataccia. Insomma, basta! Cosa gli ho fatto di male?
«Prego, servitevi pure» dice mio padre.
Io prendo una ciambella, dei cereali e un succo alla pesca.
Non che stia osservando Aven, ma lui prende: una mela, un bicchiere di acqua e due biscotti. Come ho già detto non lo sto osservando, scappa solo l'occhio, sai com'è...
Mio papà e Sebastien (il re di Medley) parlano di cose noiose come la politica che mi fanno venire voglia di prendere e alzarmi, o di buttare la testa dentro alla ciotola di cereali, ma evito di fare entrambe. Ho giá fatto abbastanza.
«Adley, c'è una cosa di cui dobbiamo parlare» mi dice mia madre.
Oh no, ci risiamo. Un'altra meravigliosa notizia mi attende.
«Dunque, io e tuo padre abbiamo pensato che, dato che tra due settimane compierai diciassette anni, avresti bisogno di conoscere un ragazzo» a questo punto io guardo di scatto Aven, che guarda mia madre con le sopracciglia aggrottate.
«E quindi» prosegue lei «cosa c'è di meglio di un ballo in tuo onore, proprio il giorno del tuo compleanno, per conoscere la tua futura anima gemella?» Oh, esistono miliardi di idee migliori di questa. Perfino buttare la testa nel gabinetto è un'idea migliore di questa.
Guardo allibita mia madre, mentre lei mi sorride. So che non si è dimenticata di ció che ho fatto prima, ma so anche che se non le sorrido e le dico che non esiste idea più meravigliosa, lei mi odierà per sempre.
«Certo, mamma, è un'idea stupenda», dico deglutendo i cereali a fatica.
«Sapevo che l'avresti detto, cara. E ora, voi vorrete riposare. Venite, vi indicheró le vostre stanze» dice mia mamma rivolgendosi prima a me e poi a Sebastien e a sua moglie.
Il re guarda Aven con uno sguardo glaciale, quando vede che si alza anche lui per seguirli. Lui si risiede e alza gli occhi al cielo, annoiato.
Mio padre osserva con attenzione il principe, come se potesse vedergli dentro, e poi mi lancia un'occhiata che non riesco ad interpretare.
«Adley, allora, saresti così gentile da far fare il giro del castello ad Aven?»
Ho altra scelta? Posso dire che non sono così gentile e che no, non posso farlo? Non mi sembra, quindi perchè me lo chiede?
«Ma certo» dico, mentre mi alzo.
Aven si alza dopo qualche secondo e poi mi segue fuori dalla porta.
Dio, sarà anche bellissimo, ma non mi sembra che sia anche simpatico.
Mi preparo mentalmente alle prossime ore.

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