capitolo diciassette

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Aven non sembra molto triste di essere volato per terra con me tra le braccia, perchè ne approfitta e mi bacia.
Vorrei darmi un pizzicotto per capire se stia accadendo sul serio o se sia solo uno dei miei molteplici sogni, ma non voglio rovinare questo momento che ho aspettato così tanto per nulla al mondo.
Baciare Aven dovrebbe essere la prima meraviglia del mondo e se questo è davvero il nostro secondo bacio, allora possiamo anche definirci fidanzati. Certo, sarebbe piú facile baciarlo se non ci fosse un terzo incomodo, ovvero la pianta che è caduta con noi, che ora si trova felicemente incastrata tra le mie gambe.
Riesco finalmente a mettere le mani tra i capelli morbidi di Aven e sono cosí soffici che spero non siano una parrucca anche loro, ma quando tiro un pochino non si staccano dalla testa. Un calvo in famiglia bastava.
«Quando smetteremo di baciarci devi sul serio dirmi quale sia il tuo balsamo» dico mentre ci stacchiamo un attimo per riprendere fiato. Aven è cosí bello, e i suoi occhi azzurri mi guardano per la prima volta senza quell'espressione disgustata e di superioritá. Sono talmente felice che non mi ricordo nemmemo perchè ho un vestito cosí lungo e perchè dalla sala da ballo arriva una musica d'orchestra. Gentile comunque da parte loro darci un accompagnamento musicale.
«Credo di poterti concedere l'onore di sapere il nome del mio balsamo» ridacchia lui accarezzandomi una guancia.
«Oh mi sentirei troppo lusingata, grazie Sua Maestá»
Cerco di rialzarmi, quando esce sul balcone anche Gustave e ci vede abbracciati per terra, con la sua mano sulla guancia e con un pianta tra di noi. Non penso che sia molto bello per lui, perchè io e lui...
Oddio! Io e Gustave dovevamo fidanzarci stasera!
E io sto baciando in balcone un altro.
Gustave mi guard a scioccato, mentre io cerco di non ricadere, cosa difficile dato che il vestito è rimastao impiglianto nella pianta.
«Gustave, io...» cerco di dire qualcosa, ma non so nemmeno cosa.
Lui mi guarda con un'espressione da cane ferito che mi spezza il cuore. Forse non avrei dovuto concedere ad Aven l'onore di poggiare le sue labbra sulle mie.
«A quanto pare non hai piú mal di testa, Adley Hillsy.»
A quanto pare no. Cerco di aprire la bocca, ma lui mi frena.
«Sapevo che questo qui ti piaceva di quanto ti piacessi io, ogni volta che era nei pareggi facevi gli occhi svenevoli e ti ritoccavi i capelli, ma non pensavo che arrivassi a tanto, Adley. Vorrei dirti che sono molto contento di vedere che anche il tuo amore ricambia, ma non è affatto vero, non lo sono per niente e il fatto che tu mi abbia tradito cosí mi fa venire voglia di piangere. Io mi fidavo di te, pensavo che tu provassi qualcosa per me piú forte di quello che provavi per lui, ma evidentemente non è affatto cosí. Se per piacere a te devo trattarti peggio di uno zerbino, allora mi dispiace, ma non lo faró. Sinceramente non mi interessa piacere ad una persona come te, non sei affatto come pensavo e grazie al cielo l'ho scoperto prima di portarti in campagna da mia nonna. Ti avevo detto che mi sarei ucciso se tu avessi rifiutato il mio amore, ma ora sono grato del fatto che tu non lo voglia, mi farebbe schifo amare una come te» e dopo queste deliziose parole se ne va e mi lascia con la bocca aperta.
So di essermi comportata in modo terribile e non so nemmeno cosa posso fare per rimediare. Tento di seguirlo, ma Aven mi ferma. «Adley, lui non ti ama, non hai sentito? Non ti merita»
«Dovevamo fidanzarci stasera e io ho rovinato tutto! Ha ragione ad odiarmi, Aven, mi odio anche io» dico mentre inizio a singhiozzare. Aven mi accarezza i capelli e mi sussurra: «nessuno deve permetterti di stare cosí, nessuno».
Per poco non rido della situazione. Solo poche settimane prima lui era quello che mi faceva stare cosí e ora mi sta accarezzando i capelli dicendomi che nessuno deve farmi soffrire.
«Ad, mi dispiace se ho causato tutto questo. Io pensavo che tu provassi lo stesso per me e mi sono lasciato andare».
«Non è difficile da credere dopo che ti ho baciato al ballo»
Lui sorride. «Infatti. Ma non mi hai ancora detto se provi i miei stessi sentimenti»
«Sí, Aven, provo i tuoi stessi sentimenti e anche da un po' di tempo».
Lui mi bacia e poi mi abbraccia. «Mi hai reso la persona piú felice del mondo».
In realtá lui ha reso me felicissima, ma Gustave ha complicato tutto.
Mi dispiace tantissimo essermi comportata in questo modo, dal momento che io non ho mai, e dico mai, agito cosí, soprattutto perchè le uniche persone che frequentavo erano bambini o vecchietti.
Sono cosí stanca che non mi rendo nemmeno conto di aver chiuso gli occhi. L'ultima cosa che vedo mentre cerco di tenerli aperti è Aven che mi prende tra le sue braccia e mi port in camera mia, poi la mia testa sul cuscino è cosí comoda che non riesco a fare a meno di sprofondarci.

Quando mi sveglio non mi ricordo praticamente niente, poi vedo un mazzo di rose sul comodino e vedo un bigliettino dove c'è scritto "rose per una rosa" e sorrido. Gustave è cosí gentile.
Peró quando penso a lui non mi viene in mente nessuna frase gentile, ma solo le sue ultime parole verso di me. Quindi quelle rose non sono di Gustave, perchè ora come ora il suo regalo sarebbe un pugnale da conficcarmi del cuore, e fossi in lui l'avrei giá fatto arrivare in camera mia.
Ma se non sono di Gustave, di chi sono?
Adley, buon giorno
Spero che le rose ti piacciano, ti amo
Aven
E tutti i ricordi della serata precedente affiorano. Da suo nonno alla pianta, alla sua dichiarazione d'amore, al nostro bacio. Mi sembra una favola, talmente bella che vorrei saltare.
Aven mi ama. Aven mi ama!
Mi vesto in fretta e corro verso la sua camera, impaziente di vederlo.
Quando esce è cosí bello che non mi sembra nemmeno vero. Ha una camicia bianca che gli dona, dei pantaloni jeans e delle scarpe da ginnastica. I suoi capelli sono bagnati, deduco che si sia appena fatto una doccia.
«Addy, hai ricevuto la mia sorpresa?» mi chiede sorridendomi.
Io annuisco e gli butto le braccia al collo.
Lo amo. Amo Aven Medley. E lui ama me.
«Ti amo, Aven» gli dico.
«Ti amo anche io, Adley» risponde, mentre mi prende la mano e andiamo verso la sala della colazione.

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