Capitolo 1 - Casa mia, casa tua

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Louis

Schiacciai ancora i tasti del pianoforte, ad occhi chiusi. Inspirai profondamente e lasciai che il suono mi avvolgesse completamente.

Mi succedeva sempre; la musica e le emozioni forti erano le uniche cose in grado di farmi provare i brividi e farmi sentire vivo. Ed era strano per me. Davvero strano.

Vagavo solo nella mia piccola ma adorata dimora da ormai due anni, dal giorno dell'incidente.

Avevo dei ricordi così vividi di quegli attimi, che a volte mi sembrava di poterli toccare e riviverli di nuovo, costantemente, davanti ai miei occhi. Ricordo la musica alta nelle orecchie, il mio fantasticare sul colore del cielo e lo stridio delle gomme. Oh, quel rumore mi faceva accapponare la pelle ogni volta che lo risentivo.

Riuscivo ancora a vedere il grosso SUV nero piombarmi addosso e rompermi le ossa. Sono cose che succedono talmente in fretta, che non si ha nemmeno il tempo di realizzare il tutto. Ma, fidatevi, in quei casi è un bene non rendersi conto. Il dolore fu immediato e così lancinante da togliermi il respiro.. Poi ecco arrivare il nero. Quel nero che sembra un terribile nemico all'inizio, ma che si rivela invece la più grande salvezza. Inghiotte tutto, te compreso. E se stai cercando disperatamente di uscirci, di tornare alla luce, subito ti risucchia, senza pietà. Semplicemente ti ci abbandoni, arreso.. Così sembra cullarti dolcemente, tra le sue gelide braccia. E in fondo stai bene.

Espirai rumorosamente.

Ero tornato, nel mio nuovo corpo evanescente e incredibilmente leggero, nella casa che avevo affittato da poco, vicino al bosco di betulle che tanto avevo amato i primi tempi. Era poco distante dal college che frequentavo, e la condividevo con il mio amico d'infanzia Zayn, anche lui studente come me.

Zayn era come un fratello.. Eravamo cresciuti insieme, i nostri genitori erano praticamente migliori amici da sempre. Conoscevo ogni sua singola paura, tutti i suoi sogni nel cassetto e le sue cotte adolescenziali. Il mio Zayn..

Era un tipo silenzioso ed introverso, decisamente il contrario di me. Forse è per questo che ci completavamo a vicenda così bene. Avrei solo voluto saperlo al mio fianco per sempre, a condividere insieme le nostre gioie e i nostri dolori.Sarebbe bastato questo per rendermi felice.

Zayn era stato il primo a cui avevo confessato di essere gay, ed era stato il primo a prendersi cazzotti per difendermi quando a scuola i bulli mi sfottevano. Okay, li aveva anche dati, ma riceverli è decisamente più doloroso.

Avrei dato la vita per lui, e so che lui avrebbe fatto lo stesso per me.

Dopo l'incidente, impotente lo guardai prendere le sue cose e lasciare per sempre la nostra casetta. Dio, quanto piangeva. Tremava come una foglia e continuava a singhiozzare, mentre i nostri genitori lo aiutavano a portar via tutte le nostre robe. Già.. Mamma e papà. Erano ridotti ad uno straccio anche loro, stringendosi a vicenda e cercando di farsi forza.

Mio padre morì un anno dopo, di crepacuore. Credo che non sia bastato l'amore della mamma a colmare il suo dolore..

Vederli così mi distrusse l'anima, l'unica cosa che ancora mi restava. Avrei voluto avvicinarmi ed abbracciarli tutti, stringerli nel mio abbraccio e sussurrare loro che li amavo. Che stavo bene.

Purtroppo nessuno poteva vedermi, riuscivo solo a far provare una sgradevole sensazione di freddo quando tentavo di toccare qualcuno, l'avevo sperimentato diverse volte. La cosa incredibile, invece, era che qualche oggetto, quando provavo delle emozioni forti, riuscivo a toccarlo e spostarlo. Ma dovevo concentrarmi, desiderarlo profondamente. Così, quel giorno, sfiorai la guancia umida di Zayn, che prontamente se la strofinò con il palmo della mano; accarezzai delicatamente le mani dei miei genitori, strette l'una nell'altra, e li lasciai andare, immobile, mentre le lacrime mi rigavano il viso.

SUONA ANCORA PER ME ~ Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora