Epilogo.

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End of time.
Epilogo.



Fino a qualche anno fa credevo che la cosa più difficile da scrivere fosse l'introduzione.
Ora so decisamente che il finale è ancora più complicato.
Nel finale, nella conclusione di un articolo ad esempio, solitamente si riassume tutto il testo velocemente in una morale. Si esplicita il messaggio che l'autore ha voluto dare o si traggono le soluzioni ad un problema.
Sinceramente, non so né cominciare né concludere. Negli articoli che scrivo uso continuamente vie alternative, che mi permettono di iniziare e finire il lavoro.
Nella vita reale è più difficile.
Se dovessi presentarmi a qualcuno, l'unica cosa che saprei dire sul mio carattere è che sono 'strana', perché è questo che tutti hanno continuato a ripetermi per anni.
Forse, a distanza di così tanto tempo, continuo a non conoscere niente di me.
L'unica cosa che so per certa è che sono un casino totale, ma, sapete, nei miei casini una cosa giusta l'ho fatta sicuramente.
Non sarei così tremendamente felice ora, altrimenti.

Guardo fuori, per l'ennesima volta oggi.
Tre anni fa mi trovavo nella stessa identica situazione, solo che ero decisamente più impaurita ed inesperta.
Sospiro, sorridendo al pensiero che dentro di me possa davvero esserci di nuovo qualcosa.
Guardo fuori e mi distraggo dai miei pensieri, perdendomi a fissare le luci delle abitazioni di Londra.
Lo so che dovrei tornare a casa, ma non riesco a distogliere lo sguardo. E' un paesaggio che mi ha sempre affascinata moltissimo, fin dalla prima volta che ho messo piede in questo ufficio.
Qualcuno bussa alla porta e sono costretta a voltarmi. Zoe mi sorride entrando.
"C'è qualcuno che vuole vederti" dice poi. Io aggrotto le sopracciglia.
"Mamma!" sento poi esclamare, prima di vedere un piccola furia correre all'interno della stanza ed aggrapparsi alla mia gamba.
"Tesoro mio!" mi abbasso leggermente per prendere in braccio mio figlio e gli sorrido apertamente. E' identico a Zayn, se non fosse per gli occhi. Quelli sono verdi come i miei.
"Se vuoi puoi andare, chiudo io qui" dice Zoe.
"Davvero?"
"Certo" Annuisco e prendo il mio cappotto.
"Grazie" le dico, prima di prendere anche la borsa ed uscire.
"Dov'è papà, Tom?" chiedo.
"In macchina" dice lui, giocando con i miei capelli. Entro nell'ascensore ed in pochi secondi siamo fuori dall'edificio. Cerco con lo sguardo l'auto di Zayn, poi sorrido quando la vedo e la raggiungo.
Lui mi saluta, poi si porta una mano tra i capelli ed accende il motore.
La serata trascorre come tutte le altre, anche se il mio ragazzo mi sembra più distratto del solito.
"Mamma, voglio il gelato!" esclama Thomas, dopo mangiato. Io sospiro e provo a spiegargli che fa troppo freddo perché possa averlo. In fondo, tra pochi giorni è Natale..
"Ma io lo voglio!" continua a lamentarsi lui.
"Tom, no" riesco a dire, prima che lui scoppi a piangere. Mi viene da ridere, perché fa sempre così, ma mi trattengo. Devo anche ammettere che odio la fase 'capricci', spero che passi in fretta.
"Ti prego, fa qualcosa e accontentalo" dice Zayn, portandosi una mano alla testa. Aggrotto la fronte, poi prendo in braccio il bambino che comincia a scalciare e salgo al piano di sopra. Tom mi dà un calcio diritto sulla pancia ed io lo metto sul letto, toccandomi il punto in cui ha colpito.
Lui si rialza, pronto a scendere di nuovo in cucina, ma io sono più veloce e mi metto davanti alla porta, prima di chiuderla.
"Vediamo di finirla a fare il pagliaccio, eh?" lo rimprovero.
Lui piega le sopracciglia in un'espressione arrabbiata, poi urla.
"Voglio il gelato!" esclama ancora. Io incrocio le braccia al petto. La pancia mi fa un po' male e spero non sia successo niente.
"No. E non urlare, papà non si sente bene" Lui alza ancora di più il volume della voce per dispetto ed io sospiro.
"Ascolta." Mi abbasso, sperando che non gli venga in mente di prendermi a pugni per un gelato. Lui mi guarda ancora arrabbiato, con gli occhi rossi. Gli porgo una mano e accenno un sorriso.
"Se mangi il gelato ora, i tuoi denti diventano di ghiaccio e non potrai più parlare o mangiare. Mai più" esagero, mentre la sua espressione comincia a rilassarsi.
"Che ne dici se invece di quella cosa brutta ci mangiamo una bella barretta di cioccolata?" Lui mi guarda sospettoso.
"Tutta" dice.
"Non ne rimarrà neanche un pezzetto, promesso" dico, portandomi l'altra mano al cuore in segno di giuramento. Le sue spalle si rilassano del tutto mentre annuisce. Solo ora mi permetto di allungare la mano verso di lui ed asciugargli ciò che è rimasto delle lacrime.
"Me lo dai un bacio, prima?" chiedo. Lui mi getta le braccia al collo e mi stampa un bacio sulla guancia, mentre lo prendo in braccio e gli do un bacio rumoroso sul collo che gli fa il solletico e lo fa ridere.
Scendiamo di nuovo al piano di sotto e noto che Zayn si è spostato sul divano e sta guardando la tv. Entriamo in cucina e prendo ciò che resta della barretta di cioccolato. Lo so che ho un po' barato, visto che ne è meno della metà, ma Tom non se ne accorgerà e poi sono cose lecite in questo caso.
Lui la prende e se ne va contento nella sua stanza. Io invece raggiungo Zayn e mi siedo accanto a lui.
In televisione c'è una noiosissima televendita e mi stupisco dell'interesse che ha nel guardarla. Poi mi accorgo che in realtà il suo sguardo è perso nel vuoto, tanto che non si è nemmeno reso conto della mia presenza. Gli scuoto un braccio e lui si riprende.
"Che hai?" gli chiedo diretta.
"Niente"
"Zayn" lo rimprovero. Lui sbuffa.
"Ho trovato il test di gravidanza" dice. Io chiudo gli occhi.
"E..?" Lui sbuffa di nuovo, poi fissa i suoi occhi nei miei.
"Perché non me lo hai detto?"
"Perché non è sicuro"
"Ma potevi dirmelo comunque"
"Volevo prima accertarmene" Si morde il labbro inferiore.
"Domani ho la visita. Ho fatto il test giusto per calmarmi un po', dato che l'idea mi stava torturando, ma non mi fido di quello che c'è scritto. Potrebbe benissimo aver sbagliato, visto che ne ho fatto solo uno" gli spiego.
"Di solito quei cosi non sbagliano mai"
"Non è vero. Con Tom uno su due era sbagliato"
"Davvero?" Annuisco, lasciando che la mia mano si intrecci con la sua.
"Non è che non lo voglia, solo che.. non lo so, pensavo parlassimo di tutto, io e te"
"Ma è così!"
"E allora perché non mi hai detto che lo sospettavi?"
"Non è una cosa che succede tutti i giorni, Zayn, te l'ho già detto, volevo esserne sicura, prima di farti andare in panico!" esclamo, forse un po' troppo ad alta voce. Respiro velocemente, poi provo a calmarmi.
"Scusa" mi costringo a dire. Lui muove il pollice sulla mia mano e sono grata che non sia arrabbiato.
"Io lo voglio un altro figlio con te, Lee" mi rassicura.
"Che sia già qui o no" aggiunge, posando una mano sulla mia pancia. Sento i miei occhi inumidirsi, prima che lui mi stringa in un abbraccio.
Mi lascia un bacio sui capelli, poi Thomas scende di corsa e si piazza davanti a noi.
"Guardate!" esclama, porgendoci un foglio pieno zeppo di scarabocchi.
"Bravissimo amore" gli dico.
"Però la prossima volta non correre per le scale. E non usare così tanto marrone" gli suggerisco. Lui guarda il suo disegno con aria pensierosa, poi annuisce.
"Penso che hai proprio ragione" dice, facendo ridere sia me che Zayn.
"Vado ad aggiustarlo" dice ancora, tornando di fretta sopra.
"Non correre!" esclamo, pur sapendo che non mi ascolterà.
"Lee.." mi richiama Zayn.
"Cosa?"
"Domani posso accompagnarti?" chiede ed io sorrido.
"Ti picchio se non lo fai" Lui ricambia il sorriso, poi mi bacia.
"Spero stavolta assomigli a te" mi sussurra poi, prima che sia io a baciarlo.

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