Capitolo IX
Aidan's POV
Accesi la torcia e quando vidi i suoi occhi brillare neanche la poca aria che persisteva sotto quelle coperte di lana poteva bastare. La fronte era leggermente lucida per via del calore soffocante che faceva sudare ma le sue labbra piegate in quel sorriso erano l'unica cosa di cui avevo bisogno.
Mi era piaciuta la sua idea di nascondersi sotto le coperte, quei quindici minuti isolati da tutto e da tutti gli avevamo passati ridendo e lo stavamo facendo ancora fin che la sua risata si tramuto' in silenzio e spense la torcia.
La sentii muoversi a cavalcioni verso di me, la chiamai ma non mi rispose, poi delicatamente poso' le sue labbra sulle mie e disse
"Non sai quante volte ho sognato questo momento, ed ora che stiamo insieme ce ne saranno mille cosi'."
Il buio nascose il mio sguardo preoccupato, mi scoprii velocemente e mi alzai dal letto, una vampata di aria gelida venne a contatto con il mio volto sudato e mi fece rabbrividire, senza accendere la luce andai verso la porta, urtando leggermente il letto dove era ancora seduta Elettra silenziosa, ed uscii.
***
Era passata troppo in fretta quell'ora di ginnastica, adesso sarei stato costretto a vagare per i corridoi con il rischio di incontrare Elettra, non volevo evitarla ma avevo bisogno di tempo, tempo per pensare. Era stata cosi' diretta poco prima, stiamo insieme.
Sapevo di essere stato molto precipitoso il giorno precedente per averle detto che l'amavo, e io l'amavo, ma non sapevo con certezza se volevo stare con lei, sono una persona imprudente, non penso alle conseguenze e prima o poi avrei fatto qualcosa che l'avrebbe fatta soffrire. Per questo sgusciai via dal mio problema invece di affrontarlo, preferivo dare qualche spintone durante una partita di basket.
Per il resto della giornata non avevo intenzione di parlare con nessuno se non con il mio riflesso sullo specchio della mia camera che mostrava uno spinello tra le dita della mia mano sinistra ed una busta del McDonald retta dalla mia mano destra.
Quindi feci finta di avere un terribile mal di stomaco ed uscii da quel posto ansiogeno chiamato scuola.
Matthew's POV
"Allora El, l'hai visto?"
dissi ad Elettra poggiando la schiena all'armadietto accanto al suo, non mi rispose, era indaffarata prendere i libri per la lezione di biologia e posare quelli della lezione di matematica, avevo sorbito la storia della sua fuga dalla camera di Elettra per tutto il viaggio verso la scuola, nel Pick Up, per una volta che non avrei dovuto guidare io ed avrei potuto rilassarmi durante il tragitto dovetti ascoltare Elettra lamentarsi di come non ha mai visto sparire una persona così velocemente.
"Te ne stai preoccupando troppo, lo sai che Aidan di fronte a certe cose scappa o se non può scappare rimane in silenzio, gli hai detto qualcosa di strano?"
Lei chiuse con forza l'armadietto, respirò ed alzò le spalle facendole poi abbassare con leggerezza, sollevò il mento e cercò di scogliere il collo, poi si voltò verso di me ed iniziò a camminare.
"Che sono felice di stare insieme a lui." mi guardò con gli occhi di chi sperava con tutto il cuore.
Sapevo benissimo perché Aidan era scappato, da quando abbiamo conosciuto Aidan non l'abbiamo mai visto prendere per mano qualcuna, invitarla ad uscire con noi oppure chiamarla la mia ragazza,
Aidan aveva semplicemente paura di impegnarsi, di far sapere alla gente che il suo unico punto debole li camminava a fianco e lo teneva per mano.
Ma dicendolo ad Elettra le avrei di sicuro provocato altri complessi mentali pronti ad affliggerla e a provocare il bisogno di una sbronza.
STAI LEGGENDO
Filtri, tabacco e cartine
Genç Kurgu[preso dal capitolo III…] “Beh voi potreste…” Elettra s’interruppe perché aveva visto i miei occhi lucidi, cambiò tono e disse “Oh Matt, vieni qui.” Mi circondò in un abbraccio. Questa era Elettra, era capace di mettere da parte i suoi problemi per...