Da lui

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Trissa, decise allora di andare da Amerigo e, facendosi mooooooooooooooolto coraggio, raccontargli quello che provava e proporgli di sposarla....già...doveva farlo! Andava contro tutte le regole esistenti da sempre:
♥una principessa NON puó assolutamente sposare un plebeo....se proprio proprio è il contrario....
♥e poi sia mai che la femmina chieda a un maschio di sposarla, ma lei lo avrebbe fatto Era un po' strana, si, era uno strappo alla regola del mondo femminile. Questa idea le piaceva e la nuova figura che fece di se stessa le mise dentro un gran coraggio che attraversò tutto il giardino quasi a passo di marcia. Ad un certo punto si fermò. Dove stava andando? Lei non sapeva dove trovare Amerigo. Le venne da ridere, ma come poteva fare? Decise così di chiedere a un giardiniere lì vicino.
-Salve. Mi potete dire se conoscete un certo Amerigo? Lavora anche lui come giardinire qui.
Quel signore era un uomo sulla quarantina, capelli neri, perfettamente pettinati e, per essere un giardiniere, era vestito fin con un po' troppa eleganza secondo Trissa, ma non conoscendolo non disse nulla. C'erano una marea di persone a palazzo che Trissa non conosceva o che non aveva mai visto; ma tutti conoscevano lei.
-Oh salve principessa. Amerigo? Si....lui abita nella parte del palazzo riservata a chi lavora qui....mi sembra la prima porta a destra del secondo corridoio.
-Capito grazie. Arrivederci e buon lavoro.
-Buona giornata principessa.
Le piaceva essere gentile, anche con chi lavorava per lei (tutte le persone che vedeva lavoravano per lei, constatando che non usciva mai dal perimetro del castello), ma non le piaceva essere chiamata "principessa". Lei si chiamava Trissa! L'essere principessa, non contava; non era il suo nome....eppure tutti la chiamavano così. Fattasi eccezione per Eva e Tom, che a volte la chiamavano come piaceva a lei.
Rincorrendo questi pensieri, era arrivata in una parte del palazzo a lei sconosciuta. Il suo era un castello enorme e ci abitavano tantissime persone. C'era la parte dove vi erano state collocate le stanze dei reali e una per tutti i tantissimi domestici. Poi c'era il grande salone, dove venivano organizzate le feste; la sala dove era collocato il grande tavolo per i pranzi "supe extra troppo cerimoniosi" come li chiamava lei; la sala dove mangiava comunemente Trissa insieme ad alcuni consiglieri dei suoi genitori; il salottino da ricevimento; la sala apposta per l'albero di Natale e altre sale, salotti e salottini per i più svariati "momenti della vita di una principessa". C'erano inoltre le grandi cucine e le lavanderie. Si può dedurre che Trissa non conoscesse tutto il castello e non fosse entrata dappertutto. Seguendo le indicazioni dell' uomo arrivò davanti ad una porta come tutte le altre: di legno molto chiaro.
E adesso? Non sapeva come comportarsi, così decise innanzitutto di bussare.
"TOCTOC TOOOC" fecero le sue dita contro il legno ben levigato.
Aspettó qualche secondo, poi da dentro una voce a lei familiare chiese:
- Si? Chi è?
Non riuscì a rispondere.....non sapeva cosa rispondere...."Sono io"? "Sono Trissa"? "Sono la principessa"?
Non sentendo risposta Amerigo aprì la porta. Non so descrivervi neppure io il suo stupore quando si ritrovò davanti la figura alta e slanciata della sua principessa.
-Posso? - chiese Trissa cercando di sembrare decisa, anche se si poteva notare un leggero tremolio nella sua voce.
-Si...prego....- rispose Amerigo ancora sorpreso e un po' titubante.

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Salve gente! Che ne pensate? Vi piace fino al quattordicesimo capitolo? Fatemelo sapere tramite i commenti...li accetto anche negativi.
Non dimenticatevi di schiacciare quella carinissima stellina in basso ;-).....grazie e ciauuu♥

Trissa; uno strappo alla regolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora