Riflessioni

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Trissa corse. Su e giù per le scale, da un piano all'altro. Corse. Con le lacrime che le ricadevano sulle guance rosse e sul vestito a fiori. Corse. Quando non ebbe più fiato e lacrime, si accasció a terra, appoggiò la schiena al muro bianchissimo e si mise a riflettere. Non le era mai stato detto "no" prima di allora e nessuno l'aveva mai contraddetta. Era un sentimento per lei tutto nuovo questo e non le piaceva affatto.
Perché? Perché le aveva detto "no"? Cosa e dove aveva sbagliato? Forse però, aveva già dato tutto per scontato.....si vedeva giá là, con una corona in testa, accanto ad Amerigo, ancora prima di avergli parlato di quello che provava. Aveva dato importanza solo ai suoi sentimenti, non a quelli di lui. Il fatto è che le sembrava che lui ricambiasse....insomma....quelle occhiate, quelle parole e quel bellissimo e caloroso abbraccio.....non significavano niente per lui? Eppure per Trissa erano stati fondamentali; erano stati i protagonisti dei suoi sogni degli ultimi tempi. Era triste, come se le fosse stata tolta una certezza super certa....tipo: i cerchi sono rotondi, oppure....Babbo Natale esiste (eeemmmh).....
Si sentiva vuota. Ma su una cosa Amerigo aveva ragione: lei lo amava davvero? Non ne era certa.....non sapeva neanche cosa fosse in realtà l'amore....non l'aveva mai provato....e se si fosse sbagliata? Se si fosse sbagliata su tutto? Non poteva negare però che qualche cosa c'era, ma che fosse veramente amore non poteva provarlo. Sapeva due cose però:
-Amerigo nascondeva qualche cosa;
-c'era un forte legame tra loro due. Se n'era accorta fin da subito.
Ora un po' si era pentita di aver trattato Amerigo così male. Decise di tornare da lui, non subito certo, ma ci sarebbe tornata e avrebbe chiesto spiegazioni su di loro. Ne era certa. Lui sapeva.
Poi, piano piano, cullata dal ricordo di una dolce ninna nanna che le veniva cantata da piccola con una voce dolce, si addormentó. E sognó. Sognó una mamma e un papà, la sua mamma e il suo papà. E una bambina, che non sapeva ancora niente sulla crudeltà della vita. Sognó un prato, delle margherite e delle farfalle. Sognó poi una mamma e un bimbo. Sembravano entrambi velati dalla tristezza. Mancava qualcuno. Mancava il papà. E poi si sognò lei, ormai adulta che governana un vasto regno. Ma non era felice, perché quando si girò per vedere chi ci fosse alla sua sinistra, non vide nessuno.
Quando si svegliò, un senso di tristezza la invase e pensò ai suoi genitori: due meravigliosi angeli. Le mancavano molto. Lei aveva tutto, la ricchezza, il potere.....ma non aveva le cosa piú importanti: l'amore e una famiglia, e senza di quelli la sua vita non sarebbe mai stata veramente completa. Se ci fossero stati, le avrebbero potuto consigliare la strada giusta, ma doveva fare da sola. O quasi. Perché per lei c'erano sempre stati Eva e Tom. Ogni volta che i loro nomi comparivano nello stesso pensiero di Trissa, non poteva fare a meno di sorridere. Li vedeva veramente bene insieme, ma erano talmente cocciuti e testardi che non l'avrebbero mai ammesso. Questo pensiero le strappò un sorriso e così, si diresse verso la sua camera.

Trissa; uno strappo alla regolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora