Capitolo due

61 7 2
                                    

La giornata passa in fretta tra un pasto ingurgitato al volo e la noia che si interseca con la mia anima.
Mentre pensavo a quanta noia avrei dovuto affrontare durante la giornata il telefono si illumina, vedo un nome che non vedevo scritto sullo schermo del mio telefono da un sacco di tempo.
Mirco.
Accenno un sorriso misto tra felicità e panico.
Mirco era un mio amico molto importante, che per colpa mia aveva deciso di prendere le distanze da me.
Cominciamo a parlare sembra tutto così... Strano.
Lui sembra strano, beh ovviamente dopo un mese di silenzi non possiamo tornare come prima, sembra nervoso..
Io per una volta sono tranquilla, so che piano piano tornerà tutto come prima lo so.
Mi distendo sul divano ed entro in un sonno pesante, mi serviva.
Sogno cose stranissime, proprio come lo è il mio subconscio.
Mi sveglio e picchietto le dita sulla mia pelle, attendendo qualcosa, non so bene cosa. Aspetto mia madre guardando TV spazzatura,  appena entra mi avvolge con il suo nervosismo.
Posso capirla, lavora 8/9 ore il giorno in una fabbrica facendosi il culo, arriva a casa e fa da infermiera da quando nonna... È cascata.
Mia nonna pur considerando l'età, 92 anni, è sempre stata sveglia, comportandosi da giovane nonostante non lo fosse.
Ha sempre cucinato, mi ha sempre controllato, brontolato, ha sempre litigato con me come se fosse mia mamma.
Ho cominciato a camminare grazie a lei, mi ha insegnato a scrivere e a leggere prima degli altri bambini. Da piccola mi educava anche con la religione, mi aspettava alla fermata dell'autobus quando andavo all'asilo, e mi trattava come una figlia.
Una notte qualcosa cambiò, perché si ruppe il femore.
Sembra passata una vita, ed invece è solo un mese che è distesa in quel letto, non l'ho più vista sorridere, non l'ho più sentita brontolarmi, poche volte mi ha chiesto come era andata a scuola e ha una luce diversa negli occhi, una luce più fioca.
È da lì che sono cambiata, ho incominciato a chiudermi in me stessa e ad aprirmi solo con due persone. Era e Emma. Sono completamente diverse, hanno un modo diverso di ascoltarmi, un modo diverso di porsi, di pensare ma son quelle che riescono meglio a capirmi.
Era è la mia migliore amica, nessuna è come lei.
La prima volta che la vidi in classe indossava degli orecchini color acqua marina, il suo colore preferito, aveva i capelli mezzi raccolti ed aveva un tenero sorriso sul suo volto.
Oltre a questo la odiavo, odiavo il modo in cui si poneva verso gli altri. Odiavo che stesse sempre con quella scorbutica depressa della sua amica.
Un giorno loro due litigarono pesantemente, non so perché ma Era si sfogo con me, fu lì che.. La capii.
E mi piacque capirla, era così.. Allegra e dolce.
Anch'io avevo una migliore amica a quei tempi.
Daniela.
Mi disse che non provava più l'amicizia, che non stava più bene con me.
Che tradotto nel linguaggio della sincerità sta a dire "non fai parte del gruppo delle fighette alla moda con risvoltini e borse alla moda, fanculo".
Era seppe starmi vicino, dando inizio così ad un'amicizia fortissima.
Emma ha 6 anni più di me, la conosco perché suoniamo insieme in una specie di banda.
Lei trova sempre il lato positivo in tutto, o almeno ci prova. Se vede che sto male mette la mia canzone preferita alla radio, mi porta a fare shopping, oppure mangiamo cioccolata.
È un modo più silenzioso di sfogarsi, un modo diverso, ma equamente efficace.

Senseless.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora