Capitolo sei.

36 3 1
                                    

Stamattina entro in classe e non vedo Era, quindi mi preparo già a passare un'altra giornata senza la sua dolce compagnia.
Faccio un compito di storia buonissimo, e ne sono contenta. Ogni tanto tutto ciò che programmo va come voglio, senza disguidi.
La giornata a scuola vola, anche se non pensavo fosse così.
Arrivo a casa, preparo il mio pranzo e lo ingurgito per poi prepararmi ad uscire con Emma.
Parliamo un po' e poi risento l'argomento di esame di Mike che va all'università. La chimica organica non fa per me, questo è certo.
Sento la porta aprirsi ed è mio padre che è venuto a prendermi per dirigerci all'ospedale.
Quando entro in stanza di mia nonna lei sta dormendo, comincio ad accarezzarla così che le mie mani si ricordino sempre del suo viso.
Appena apre gli occhi mi porge una mano e me la stringe sorridendo dolcemente, la vedo così piccola ed indifesa nonostante l'età, ed oggi mi sembra che stia quasi meglio.. Per quanto possiamo considerare un "meglio" nello stare male.
Babbo mi dice che mamma non fa altro che piangere, è preoccupata, e non la biasimo. Ha sempre vissuto con sua mamma, l'ha sempre accudita ed ha sempre fatto di tutto per lei.
Adoro mia mamma, è così forte, finge di non soffrire per poi piangere di nascosto.
Cerca sempre di tirarsi e di tirarmi su di morale, anche quando tutto si sta sgretolando.
Quando torniamo dall'ospedale mangio velocemente una pizza per poi andare a suonare, scaricando ogni mia piccola preoccupazione sulle bacchette, che poi, infrangendosi con il tamburo eliminano letteralmente ogni frustrazione.
Suonare mi calma, mi mette apposto i sensi, e mi concentra su qualcos'altro che non sia la mia vita incasinata e piena di avvenimenti indesiderati.
Come ogni sera mi ritrovo in una stanza, sola, a scrivere.
Scrivere mi fa lo stesso effetto del suonare, mi libera, mi fa concentrare su altro, riportando la pace in me stessa, per quanto si possa definire pace.
Spero che domani Era sia a scuola, ho bisogno di un suo abbraccio, e dei suoi occhi dolci che mi scrutano pensierosi.
Ho bisogno del suo sguardo che comprende tutto, senza aver bisogno di parole.
Oggi mi ha detto che il mio dolore è il suo dolore, che ci completiamo a vicenda.
Ed è vero. Io e lei abbiamo pregi diversi, ma gli stessi difetti o quasi.
Ma riusciamo a completarci comunque, se nascesse una persona con un carattere formatosi prendendo i nostri, sarebbe perfetta, come lo è la nostra amicizia.

La migliore amica è la pace che si forma tra due parti di te stessa dopo una lunga guerra.
La migliore amica è la salvezza in mezzo alla catastrofe.

Senseless.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora