Capitolo 11.

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Un altro sabato, passato, un altro lunedì arrivato ed i giorni che passano in modo veloce, si rincorrono l'un l'altro e non ti lasciano nemmeno il tempo di respirare. Questo sabato sono andata in discoteca con Marco, Leonardo, Mirko e Daisy. Mi sono divertita tanto, Marco come sempre mi dava le sue solite attenzioni e quando si è avvicinato io non ce l'ho fatta e sono scoppiata a ridere. Sapevo che non mi avrebbe baciata perché spesso si avvicina senza un motivo valido, prende tutto come uno scherzo. 

Sono due notti che non riesco a dormire perché ogni volta che chiudo gli occhi vedo mia nonna quando stava male, cerco di cancellare quelle immagini ma sono impresse nella mia mente. E' brutto vedere le persone stare male nei film, ma mai come vedere una persona per cui daresti l'anima davanti i tuoi occhi mentre cerca di resistere a ciò che non possiamo controllare, la vita. In questi giorni ho riflettuto su quanto fosse importante la vita, ci può essere strappata da un momento all'altro e noi ci soffermiamo anche a pensare troppo? Basta pensare, basta restare fermi aspettando che gli altri ci dicano cosa possiamo o non possiamo fare, basta aspettare qualcuno che non arriverà mai, basta soffrire inutilmente, basta guardarsi allo specchio senza piacersi. La vita è una ed io non voglio arrivare ad 80anni sapendo di non aver vissuto ogni secondo. 

Oltre a questi pensieri ho una preoccupazione molto grande. Mio padre ieri mi ha raccontato che il mio cuginetto di 13 anni va dallo psicologo perché a scuola viene preso in giro e l'hanno pure picchiato. Sono preoccupata perché anche io ho sofferto di bullismo per anni e ne sono uscita "quasi" illesa. Alzarsi ogni giorno con il peso di dover affrontare altre offese, risatine, e prese in giro non è facile, il fegato prima o poi non regge più, lo stomaco fa male e tutto il mondo diventa sempre più schifoso. Si parte sempre da una parolina innocua "grassa/o", "stupida/o" per poi arrivare alle mani, o a parole più pesanti, e piano piano arrivi ad un punto di rottura dove anche quelle parole che prima non ti facevano male cominciano a pesare, dove un sorriso non fatto o una parola non detta da parte di persone importanti rischia di crearti una crepa nel petto. Non voglio che gli succeda la mia stessa cosa, non voglio che stia come sono stata male io, o come stanno male tanti ragazzi e ragazze nel mondo, non se lo merita. Nessuno si merita di andare a letto e alzarsi senza voglia di vivere, nessuno si merita di pensare di essere inutile, nessuno si merita di stare giornate intere a piangere. Ho paura che soffra, non voglio che succeda. Purtroppo le persone sanno essere davvero stronze, sanno dove colpire per distruggerti e ci provano gusto, perché così facendo provano a riempire il vuoto che risiede nella loro anima. Vorrei spiegargli che lui non è i difetti che tutti gli elencano, lui non è il bambino che piange mentre lo picchiano, o il bambino che ha paura, lui è più di tutto questo, perché nessuno è i suoi difetti. Lui sara un ragazzo forte, ma anche sensibile che cercherà di non far mai star male le persone come sta facendo lui. Lui sarà felice, perché se lo merita, nessuno si merita di stare male.

Ho paura per lui, tantissima.


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