Special di Natale I

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Kinght Lucy

Era la vigilia di natale e, stranamente, eravamo TUTTI a casa.

Nel pomeriggio avevano suonato al campanello e mi ero pigramente alzata per andare a vedere chi fosse; avevo trovato, oltre il cancello, una figura magra e slanciata avvolta in un cappotto verde scuro lungo fino alle ginocchia mentre in testa aveva una folta coda di cavallo, ma la cosa che mi colpì di più in quella figura fu il colore dei capelli .... erano bianchi!

Mi s'illuminarono gli occhi, lasciai la porta spalanca e percorsi il vialetto di corsa fino ad arrivare davanti al cancello, per poi aprirlo di scatto e saltare addosso a quella figura, che mi guardava alquanto spaventata e stupita.

Senza pensarci due volte, la presi per un polso e la trascinai in casa poi, appena ebbi richiuso la porta, feci i gradini a tre a tre per poi arrivare al piano di sopra e urlare

"MAMMA! PAPA'! VENITE A VEDERE CHI E' ARRIVATO?!!" avevo il fiato corto, probabilmente il risultato della corsetta, dell'euforia e della sorpresa; questo mio stato fece capire ai miei genitori che poteva essere arrivata solo quella persona.

La figura, che era rimasta al piano di sotto, stava sorridendo

Ripercorsi la scala e raggiunsi la figura che si stava togliendo la giacca, allora gliela presi garbatamente per poi appenderla nell'attaccapanni; indossava un paio di jeans, una maglione di lana bianco canettato e degli stivali marroni. Intanto ci raggiunsero anche mamma e papà, che porsero ad entrambe un pacco

"Ai saluti penseremo dopo, ora andate a cambiarvi" sembrava quasi che sapessero di questo arrivo improvviso, o forse ci speravano talmente tanto da essersi messi avanti con i preparativi ... a questo pensiero, sorrisi e presi il pacchetto, così fece anche lei e insieme andammo al piano di sopra a cambiarci.

Dopo circa mezz'ora eravamo entrambe lungo il corridoio; indossavamo una semplice maglia a maniche lunghe rossa scuro, dei collant rossi, un poncho rosso con due righe bianche, una sopra e una sotto, e due pom-pom, anch'essi bianchi, una gonna alla marinara bianca e un paio di stivaletti, alti fino a metà gamba e con un leggero tacco, marroni.

Durante la cena i miei genitori cercarono di farla parlare il più possibile poi, dopo cena, ottenemmo la tanto ambita pace.

Eravamo sdraiate sul divano a parlare del più e del meno, facendo battute e giocando con quei due birboni giocherelloni che, ogni tanto, ci saltavano addosso facendoci spaventare, per poi leccarci o giocare con i pom-pom; per una buona volta, vedevo il suo volto sereno.

Verso le 21:30, ci accorgemmo della totale assenza di rumori che potessero indicare la presenza di un maggiordomo e due giramondo così, precedendola, tirai su la testa, poi il busto, mettendomi infine a sedere : si sentiva solo lo schioppettio del camino, la lavastoviglie e il cane, odioso aggiungerei, dei vicini che stava abbaiando con quanto fiato avesse in gola; era un Carlino di razza pura, o così dicevano, color beige, pesava circa 10kg ed era in sovrappeso ... sinceramente, molto sinceramente, lo detestavo; notandomi in allerta, anche la ragazza affianco a me si alzò, dapprima a sedere, poi in piedi, e si mise ad ascoltare qualunque rumore ma, anche lei, non udì nulla di riconducibile ai chiassosi abitanti di quell'immensa villa; entrambe allarmate dal silenzio, ci fissammo per un paio di secondi per poi scattare e imboccare io il corridoio a destra, lei quello a sinistra.

Quel cane disgraziato stava ancora abbaiando, tentando anche di ringhiare, a un gruppo sghignazzante di adulti acquattati dietro la siepe.

Stavo entrando in stanze mai aperte fin'ora, forse per curiosità, approfittandone dell'occasione, forse per paura di tralasciare la stanza contenente un minimo indizio, fatto sta' che avevo quasi finito di perlustrare l'ala sud della villa; l'apertura di ogni singola porta diventava man mano più frustrante quanto più mi avvicinavo al corridoio delle camere da letto; temendo oramai di non trovare nulla di nulla, iniziai ad aprire a malincuore le porte, una ad una, fino ad arrivare all'ultima porta, un bagno che, per quanto mi potessi ricordare, aveva le piastrelle beige; aprii la porta e meccanicamente andai in cerca dell'interruttore, appena lo trovai schiacciai il pulsante e mi guardai intorno : la parete di fronte alla porta, quindi a me, era imbrattata da inchiostro spray; non lessi nemmeno quello che c'era scritto : afferrai il cellulare e composi un numero.

Assassinio sul traghetto [COMPLETO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora