CAPITOLO 10

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Mancano cinque minuti al suono della campana. Lui mi viene incontro e prende le mie mani, dandomi un bacio sulla guancia. "Buongiorno." Dice sorridendo.

"Buongiorno." Rispondo ricambiando il suo sorriso. Mette il suo braccio intorno alla mia spalla e mi stringe a se.

Qualcuno mi bussa sulla spalla e vedo lo sguardo di Kyle cambiare da dolce ad arrabbiato. Mi volto e capisco il perchè. Era Jason. "Perchè stai con questo sfigato Capelli Rossi?" Mi chiede.

"Forse la domanda che dovresti farmi è perchè spreco secondi della mia vita in questa conversazione." Tiro la mano di Kyle dirigendomi verso l'entrata, ma Jason mi blocca.

"Dov'è finita la tua timidezza Capelli Rossi?"

"Le persone cambiano."

"Si, le persone cambiano, ma non tu."

Gli occhi mi diventano lucidi. "Lasciami stare Jason." Sbatto le palpebre per far andare via le lacrime che tentano di uscire. Devo essere forte. Io sono forte.

Jason non se ne va e Kyle si mette fra lui e me. "Ti ha detto di lasciarla stare." Dice Kyle con lo sguardo di ghiaccio fisso su di lui.

"E tu chi saresti? La sua guardia del corpo?" Kyle mi guarda ed io guardo lui, poi la sua concentrazione torna su Jason.

"No." Risponde Kyle. "Sono il suo ragazzo." Sento il cuore battere forte. Prendo la sua mano e gliela stringo, come se gli volessi dire che fossi d'accordo con lui.

Jason se ne va e la prima prova è superata. Ora era il momento della seconda ed ultima prova. "Ho detto bene?" Mi chiede Kyle.

"Hai detto benissimo." Sorrido e gli do un bacio sulle labbra.

Mi sento tanto piccola e fragile accanto a lui, ma allo stesso tempo protetta e al sicuro.

Ho paura ad entrare a scuola, perchè oggi non so quello che passerà in testa a loro guardandomi.

Fin quando mi guardano come se fossi la solita sfigata è normale, ma oggi...oggi non so quale sarà il loro pensiero quando varcherò quella porta. Forse sarà come quelle di sempre, oppure proveranno pena per me per quello che è successo al ballo, o si sorprenderanno che io sia con lui. Anche se l'ultima opzione mi sembra alquanto improbabile, e il motivo è perchè lui è come me. Abbiamo il nostro piccolo angolo di mondo dove a nessuno importa di noi, ma a lui importa di me e a me importa di lui.

"Sei pronta?" Mi chiede. Guardo per un secondo i suoi occhi blu che mi danno sicurezza e poi dico: "si."

Prende la mia mano e la stringe forte. "Allora andiamo."

Entriamo mano nella mano e tutto sembra normale. Saliamo le scale e percorriamo il corridoio. Sorrido fra me e me e mi chiede: "perchè sorridi?"

"Perchè per la prima volta nella mia vita sento di essere importante per qualcuno." Prende le mie braccia, le mette intorno al suo collo e appoggia la sua fronte alla mia.

"Ho un debole per le persone speciali." Sorride.

"E quante ne avresti incontrate di 'persone speciali'?"

"Beh, facendo un calcolo..." fa finta di fare un'operazione matematica in mente. "...uhm, due."

Rido. "E chi sarebbero queste due persone speciali?"

"Tu, e mia madre." Scoppio a ridere e lui con me.

"MI ci vorrà un po' per superare tua madre allora." Fingo di essere preoccupata.

"Ti informo, è una dona molto speciale." Ride di nuovo.

Metto il braccio intorno alla sua vita e lui intorno alle mie spalle. Camminiamo fino a quando non arriviamo di fronte alla sua aula.

"CI vediamo più tardi." Gli dico dandogli un bacio.

"A più tardi." Lui ricambia ed entra.

Io sorrido e me ne vado.

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