CAPITOLO 14

125 3 1
                                    

Digito il nome di mio padre sul computer.

Sono le 05:00 del mattino.

Dopo qualche minuto il computer carica i dati trovati riguardanti Thomas Anderson. Ne compaiono almeno una ventina. Da quello che il computer riporta si trovano nello Stato del Minnesota e del Tennessee.

Controllo i profili dei vari Thomas Anderson su Internet.

Dopo ore e ore passate a cercare indizi per capire chi era quello vero restringo la mia ricerca a tre. Entrambi nel Tennessee.

Stampo tutte le informazioni necessarie per trovarlo.

Mamma e Christoph dormono ancora. Cercando di non fare rumore, per evitare che si sveglino e il piano salti, cammino silenziosamente e lentamente.

Metto la lettera in bella vista sul tavolo della cucina in modo che mamma e papà lo vedano subito, in seguito apro la porta ed esco.

Entro in macchina e metto in moto.

Mi fermo un momento...forse non dovrei farlo, insomma...d'altronde sono i miei genitori, loro si sono occupati di me e non mio padre che probabilmente sarà da qualche parte a vivere la sua vita in pace e in tranquillità.

Ma voglio sapere la verità. Voglio sapere perché se n'è andato e dov'è, com'è la sua vita.

Metto in moto l'auto ed esco dal garage.

Il cellulare squilla. -KYLE- Non rispondo.

Le case del mio quartiere sono ricoperte dalle luci colorate natalizie e i loro tetti dalla neve.

Mancano ancora due settimane e mezzo a Natale e tutti gli abitanti di Chicago si stanno preparando già da due mesi ad accoglierlo.

È meraviglioso passare accanto alle vetrine dei negozi e vedere tutti gli addobbi.

Il Natale mi rende felice, è una delle feste più belle che ci siano.

Giro a sinistra intenta ad uscire definitivamente dal quartiere quando davanti a me...

...non ci posso credere. È venuto.

Fermo di scatto la macchina nel bel mezzo della strada e scendo arrabbiata.

Lui si avvicina a me.

"Che cosa ci fai qui??!!" Chiedo arrabbiata venendogli incontro.

Mi zittisce con un bacio. Tengo gli occhi spalancati per alcuni secondi e dopo li chiudo allentando la tensione.

"...pensi davvero che tu possa sistemare la faccenda con...questo?"

"Valeva la pena tentare." Gli lancio un'occhiata e rientro in macchina sbattendo lo sportello.

"OKAY, SONO STATO UNO STUPIDO!!" Urla sperando di farmi uscire, ma io accendo il motore.

"PER FAVORE, FERMATI!"

Freno e scendo.

"Sei la cosa più importante. Non importa come andrà finire questa storia, io sarò sempre al tuo fianco."

Corro verso di lui e lo abbraccio. Dopo qualche minuto gli do le chiavi della macchina e gli dico: "guidi tu?" Lui mi sorride e mi bacia di nuovo sulle labbra.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 18, 2015 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Capelli RossiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora