CAPITOLO 6

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Il freddo sfiora i miei zigomi accarezzando i miei capelli che mi avvolgono il collo volando da destra a sinistra.

Il colore dell'acqua tende ad andare sui toni del verde. Essa è così cristallina che riesco a vedere il mio riflesso.

Mi piego sulle ginocchia per vedere meglio il mio viso ed una lacrima scende lungo la mia guancia, andando a finire nell'acqua, facendo scomparire il mio riflesso.

Non piangere Grace, ti rende solo più debole. Non capisco nemmeno il motivo per cui i miei occhi sono bagnati. Di delusioni ne ho avute tante, e le ho affrontate tutte allo stesso modo, con gli stessi sentimenti. Allora perché questa no?
Perché questa non riesco a controllarla?!

Appoggio la testa sulle mie ginocchia e mi faccio più piccola di quanto non sia già.

Le mie lacrime sono così tante che ho l'impressione che possano creare un enorme lago intorno a me, in modo da sprofondarci dentro.

È questo il ricordo che avrò della mia adolescenza? Lacrime e solitudine?

Sento una mano poggiarsi sulla mia spalla. Per un momento spero sia Jason, ma quando mi volto è il dolce sorriso di Christoph che si siede accanto a me sulla sabbia.

"Che cosa ci fai qui?" Gli chiedo asciugandomi le lacrime.

"Volevo vedere come stai." Il vento scompiglia i suoi capelli grigiastri mentre si gratta la barbetta dello stesso colore. "Sai Grace...nella vita incontrerai un sacco di persone che vorranno il tuo male o che ti tratteranno nel modo opposto che meriti di essere trattata. Ma tu devi sempre andare avanti a testa alta, e soprattutto non puoi chiuderti in te stessa per il resto della vita. Ogni caduta serve per renderti più forte, senza aver bisogno di una corazza di cemento." Lo guardo attentamente negli occhi. Non ho parole...come al solito d'altronde.

Mi getto fra le sue braccia e piango, creando delle piccole chiazze d'acqua che bagnano la sua camicia.

Stiamo lì a parlare per ore e ore.

Penso a mio padre...chissà se avrebbe fatto la stessa cosa che sta facendo Christoph adesso. Molte volte mi chiedo come mai ci abbia abbandonate. La sua immagine si fa sempre meno chiara e ho paura che prima o poi non lo ricorderò più.

Alcune volte provo ad immaginare dove possa essere, se sta bene, se ha una nuova famiglia, una nuova moglie, una nuova figlia...se sia scordato della mia esistenza, se qualche volta il suo pensiero cade sul mio nome e rammenta la mia immagine, i momenti passati insieme, tutto l'amore che avevamo l'uno per l'altra, o almeno quello che avevo io. Gli sarà mai venuta in mente l'idea di prendere un aereo, un treno, un autobus, una macchina, un taxi...e tornare da me? Beh, in tutti questi anni non si è mai visto, quindi la risposta a questa domanda penso proprio che sia no.

Darei qualsiasi cosa per avere un suo abbraccio o uno di quei caldi baci sulla fronte che mi dava quando tornavo da scuola con qualche taglio o livido per colpa dei compagni.

"Grazie." Dissi a Christoph.

"Per cosa?"

"Per aver occupato il posto che lui ha lasciato." Mi stringe ancora più forte e quando mi lascia, vedo che i suoi occhi sono lucidi.

"Sappi che non ti lascerò mai e che qualsiasi problema si presenterà...lo risolveremo insieme, come una famiglia." Sorrido e poi ci alziamo. Scrollo un po' di terra dal mio ginocchio e insieme ci dirigiamo verso casa.

*******

Entro nell'aula di inglese. Questa volta non mi siedo ad ultimo banco, ma al primo. Voglio che mi vedano.

Passa qualche minuto e l'insegnante apre la porta, entra e si siede alla cattedra. "Bene ragazzi, in questi mesi ho notato che dovete migliorare nel vostro modo di esprimervi. Voglio che scriviate qualcosa oggi, un testo descrittivo per l'esattezza. Potete descrivere una persona che conoscete o un luogo a voi caro, lasciate che sia la vostra fantasia a scrivere al vostro posto. Ovviamente voglio che non vi limitiate a metà foglio." La professoressa si alza e distribuisce dei fogli protocollo. Prendo la penna nera e guardo il mio foglio bianco. L'unica cosa che mi viene in mente è mio padre, quindi decido di parlare di lui.

La penna quasi mi scappa dalle mani per tutte le cose che sto scrivendo e mi vengono in mente.

Sono già alla seconda pagina. Wow. Vedo la maggior parte dei miei compagni essere ancora alle prime righe. Alcuni sono a metà foglio, altri, invece, stanno cercando di trovare qualche idea, ma senza speranza. Una ragazza accanto a me sta girando la pagina per continuare la descrizione della persona e del luogo che ha deciso di descrivere.

La porta si apre ed un ragazzo entra per parlare con la professoressa. Non prestai molta attenzione alla sua irruzione in classe ma, guardandolo meglio, lo riconobbi. Il ragazzo della pallonata in testa.

Abbasso lo sguardo per paura che possa riconoscermi e torno a concentrarmi sul mio compito.

Alzo gli occhi e incrocio i suoi. Divento rossa e la campana suona.

Consegno il mio compito, nascono la testa nei libri che ho in mano ed esco dall'aula timidamente.

"Ciao!" Mi dice spuntando da dietro la mia schiena.

"Ehm...c-ciao.."

"Come va il livido?" Per un momento ho un vuoto, poi mi tocco la fronte e sento pulsare il punto dove c'è il livido.

"Va meglio grazie." Rimaniamo in silenzio a guardarci. Lui mi sorride, mentre io divento più rossa che mai. "A-adesso devo andare...ci vediamo."

"Ci vediamo!"

Vado per girare l'angolo quando urla: "comunque io sono Kyle!" Lo guardo e sorrido. "Io sono Grace!"

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