CAPITOLO 2

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La mamma sta con Christoph da qualche anno. Quando papà ci ha lasciate, non abbiamo più avuto sue notizie...n'è un messaggio, una chiamata...niente di niente.

Ero piccola quando se n'era andato. Avrò avuto, su per giù, sette anni.

Mi ricordo che prima di rimboccarmi le coperte mi raccontava una storia. Le inventava lui.

Quando a scuola ci chiedevano che lavoro facessero i nostri genitori, quello di mio papà mi veniva mai in mente e quindi dicevo che era un esperto di favole.

Quando se n'è andato...ho pianto tutte le notti per mesi. Pensavo che se ne fosse andato perché non mi voleva più bene, perché voleva una figlia diversa.

Mi manca tanto.

Alcune volte mi capita di sognarlo, ma la sua immagine non è mai chiara. Quando gli vado incontro per abbracciarlo, lui svanisce, tra le mie braccia.

Christoph è un brav'uomo. La mamma è felice con lui, e se lei lo è, lo sono anche io.

Sono le 16:30, alle 17:00 devo essere a casa di Jason, il ragazzo rompiscatole dell'altra volta. La professoressa di Scienze ci ha assegnato un progetto da fare in coppia e ovviamente sono capitata con lui. Sempre meglio che quello che mi ha fatto lo sgambetto.

Prendo la borsa ed esco da casa.

*******

"Vieni, entra." Dice Jason aprendo la porta di camera sua. E' molto ordinata. Pochi poster, qualche oggetto di decoro sulla scrivania, un tappeto e un letto. Molto essenziale.

"Da dove cominciamo?" Gli chiedo aprendo il libro di Scienze.

"Prendi pagina 15..." Iniziamo a leggere e a cercare qualcosa su Internet. Lui si occupa dell'orale, mentre io dello scritto. Dopo tutto siamo una bella squadra nello studio. Finiamo presto la nostra ricerca e per fortuna non abbiamo altri compiti previsti per il giorno seguente.

"Va bene, io vado." Prendo la borsa da terra e faccio per andarmene, quando lui mi blocca.

"Perché?"

"Perché abbiamo finito la nostra ricerca quindi adesso posso tornarmene a casa."

"Puoi, ma non vuoi." Sta cercando di usare la psicologia inversa.

"Posso e voglio." Apro la porta e lui mi segue.

"Vengo con te allora!" Dice chiudendo la porta alle sue spalle. Casa mia non è molto lontana dalla sua. Ci vogliono più o meno dieci o venti minuti a piedi.

Quel ragazzo era un vero e proprio mistero per me. Voglio dire, per quale motivo doveva seguirmi in continuazione e insistere sul fatto di conoscermi meglio. Dovresti capirlo quando una persona vuole stare SOLA. Mentre lui no, non lo capisce.

Questa sua caratteristica devo dire che mi stanca ma mi appassiona allo stesso tempo.

"Sai Capelli Rossi, credo di averti inquadrata."

"Ah, davvero?" Ridacchiai. "Questa la voglio sentire."

"Sei una ragazza che si sente a disagio per il suo aspetto-cosa che non comprendo perché il tuo aspetto è assolutamente gradevole-e ha paura di aprire il suo cuore ad altre persone perché ha già tentato di farlo molte volte e ha ricevuto solo cicatrici dolorose." Wow...mi ha veramente inquadrata. Ma come aveva fatto? Era una specie di vegente o cosa? Non so che dire...rimango solo a bocca aperta a fissarlo incredula. Avanti Grace, datti una svegliata!

"Ehm..."

"Senti, forse ti ho dato un'impressione sbagliata di me. Voglio solo dirti che se mi dessi un'occasione, potremmo aiutarci l'un l'altro, che ne dici? Ti va di ricominciare da capo?" Lo guardo cercando di capire se fidarmi o no sia la cosa giusta...poi decido di buttarmi.

"Si, mi va." Io sorrido. Lui sorride.

"Grandioso! Allora cominciamo da adesso." Mi porge la mano e ricomincia a parlare: "Piacere, io sono Jason."

Gliela stringo. "Piacere, io sono Grace."

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