Indecisions

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"Come quando fuori piove senti dentro l'eco della libertà"
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I corridoi erano in totale caos. Banchi e sedie ribaltati intralciavano il passo. Manifesti e locandine stile rivoluzione tappezzavano colonne e mura: l'occupazione aveva ormai preso l'intera scuola.

Alcuni studenti erano appollaiati all'interno dei sacchi a pelo mentre altri correvano da una parte all'altra per controllare la situazione. I cancelli erano stati chiusi, le finestre sbarrate. Era una sorta di accampamento, una sorta di rivolta contro le cosiddette ingiustizie scolastiche.

Camminando avanti ed indietro per i viottoli che si sono formati, ti guardi intorno cercando di fare ordine in mezzo alla grande confusione che vi era.
Le aule erano occupate per attività di svago: da una parte la musica, dall'altra la televisione ed un'altra ancora per lo sport.
Affacciandoti alla finestra, inizi a guardare il cielo nuvoloso che preannuncia un temporale: atmosfera perfetta per questo tipo di situazione.
La tua attenzione viene attirata da una figura seduta sul terrazzo dell'ala della scuola opposta a dove ti trovi.
***
"Strano che non sei di sotto a protestare perché sono finite le merendine della macchinetta" ironizzi sedendoti accanto a Leo.
"Mh?" mugugna per poi guardarti: per quanto possa essere stronzo, bastardo ed assolutamente il ragazzo più egocentrico del mondo, i suoi occhi rimarranno un oceano immenso di mistero.
Guardi avanti verso l'orizzonte: i palazzi davanti sono alti, ma non abbastanza da impedirvi di guardare il sole che tramonta, ancora non oscurato del tutto dai nuvoloni scuri.
"Perché sei quassù?" chiedi dopo pochi secondi di silenzio.
"E perché tu ci stai invece?" replica cercando il tuo sguardo che non tarda ad arrivare.
"Eh no! Ho fatto prima io la domanda" sorridi per poi portarti le ginocchia al petto per darti calore.
"Pensavo"
"Wow, questa si che é una notizia!" lo prendi in giro iniziando a ridacchiare.
"Sempre più simpatiche, si!" scuote la testa tornando a guardare avanti a se.

"Sai? Io non sto qui tanto per protestare o per andare contro tutto lo schifo che c'è in questa scuola." inizia.
"Ho una situazione complicata a casa ed è per questo che passo la maggior parte del tempo fuori, cercando di scappare da tutta la merda che lì mi buttano costantemente addosso." sospira e tu ti avvicini leggermente continuando ad ascoltarlo: è la prima volta che lo senti parlare così profondamente ed apertamente e non potresti essere più onorata e fiera del fatto che ti stia raccontando un fatto così apparentemente importante di se.
"Il mondo fuori fa sempre paura a tutti e ti garantisco che anche io non sono sempre sicuro come sembro se penso a quanto é grande. Ma pensandoci bene: fuori la vita è più facile. Sei quello che vorresti essere, dici quello che vuoi dire." i suoi occhi incontrano i tuoi. "Sei più tu."
Dopo attimi di silenzio e sorrisetti inizi a parlare.
"Sei strano."
"Perché?" chiede curioso.
"Boh, perché sembri sempre così sicuro, così so-tutto-io e poi fai questi discorsi seri e mi parli di una cosa così grande ed importante per te. Sei disarmante."
Ride mostrando quelle fossette fantastiche guardando in alto.
"Cavolo, ho un bel giudizio da parte tua quindi!" continua contagiandoti con la tua risata: è stronzo, ma ci sta con la testa. E forse è per questo che ti affascina così tanto.
Lo imiti guardando il cielo, chiudendo gli occhi ed ascoltando il rumore del venticello.
***
Il solito tentativo delle forze contro l'occupazione che cercano di persuadere voi studenti e di rientrare a scuola. Le persone sono in delirio. Banchi e sedie ormai sostituiti dal via vai di gente che corre senza sosta con l'obiettivo di far valere le loro ragioni.
Cammini veloce, cercando di stare al passo con gli altri anche se sembra abbastanza impossibile. Destra. Sinistra. Avanti e dietro. Sono ovunque e la testa inizia a girare.
Ad un tratto una presa forte ti tiene il braccio e vieni trascinata all'interno di uno stanzino buio.
"Ma che..?" imprechi per poi rivedere l'oceano di prima inondarti con la sua bellezza ed immensità.
"Volevo solo ringraziarti" ti dice e potresti giurare di aver visto del rossore spuntare sulle sue guance.
"Di cosa, scusa? E poi perché siamo qui?" chiedi guardandoti intorno.
"Uno stanzino? Poco originale" ridacchi facendolo sospirare.
"Ringraziarti perché mi hai ascoltato ed anche perché in parte non mi hai giudicato." sembra quasi dolce.
"Ma rimani comunque la solita acida." Come non detto. "E lo stanzino era l'unico posto dove non c'era un casino infernale per parlare" conclude compiaciuto con un ghigno in volto.
"Io acida? Ha parlato lo stronzo" sorridi in segno di sfida.
"Bastarda"
"Altezzoso" la distanza fra voi diminuisce, l'aria è bollente ed il suo ghigno è sempre più evidente.
"Credulona"
"Egocentrico"
"Scema" le mani forti sui tuoi fianchi, il suo fiato caldo sul tuo viso. I suoi occhioni incatenati ai tuoi.
"Deficiente"
"Baciami" sussurra.
"No" rispondi con lo stesso tono.
"Perché no?"
"Perché no"
"Non è una risposta"
"Fattela bastare" gli occhi sono socchiusi ed il respiro irregolare.
"Sei proprio sicura?" ti accarezza la pelle infuocata sotto la maglietta facendoti spuntare milioni di brividi.
Guardandolo negli occhi, sorridi timida contagiando anche lui.
"No" sussurri infine.
"Come pensavo"
Labbra, lingue, mani, braccia, cuori. Siete un'unione indissolubile. Due opposti che si incontrano, che si odiano ed amano inconsapevolmente. L'attrazione vi lega e voi continuate, imperterriti a sfioravi, toccarvi, plasmarvi, insieme.

Nota Autrice:
Lo so: fa schifo, ma avevo questa idea che mi frullava in testa e quindi volevo proporla anche se è un po' un casino lol
Spero piaccia comunque e ringrazio sempre i lettori :)

bleeding out (one-shots)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora