"Come un bel film che lascia tutti senza parole"
••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••••
Gli scalini sembravano non finire mai mentre percorri la salita fino alla cima della vecchia torre di ferro arrugginito.
Passo dopo passo, ripensi a quello a cui stai andando incontro.
"È una stronzata" rifletti.
"È una cosa da immaturi" confermi.
"È forse la cosa più pazza, idiota ed improbabile che abbia mai fatto, ma quell'adrenalina, quell'eccitazione è quello che serve" ti convinci.
I gradini scricchiolanti sembrano aumentare durante la salita mentre il respiro scarseggia e si fa pesante.
Fuori, dentro. Fuori, dentro. Fuori, dentro. È come un mantra: l'aria deve filtrare nei polmoni nel modo più regolare possibile.
La vetta è ormai arrivata ed ad attenderti c'è forse uno dei migliori spettacoli di sempre: le lucine delle casette sparse per le colline illuminano il panorama ed il sole, ormai tramontato, lascia spazio ad una distesa di buio. Potrebbe richiamare all'inquietudine, quasi terrore. Invece l'atmosfera è calma e rilassante e finalmente ti fermi per riflettere veramente, per fare quei tre o quattro respiri profondi prima del lancio.
Puoi quasi sentire il battito accelerato a livello del petto e del collo.
Ti avvicini con cautela al limite della piattaforma: saranno si e no trenta metri, le gambe iniziano a cedere.
L'imbracatura è già pronta: cinturoni, giacchetti rossi fosforescenti. Indossi ogni cosa, controlli ogni minima parte, ogni dettaglio. Non deve assolutamente andare storto nulla.
Ecco, ci siamo. Guardi un'ultima volta il panorama rilassante. La sua piccola grande armonia e la sua pace ti danno la spinta di cui avevi bisogno.
Chiudi gli occhi.
Ultimo respiro. Salti. E poi il vuoto.
Il vento fra i capelli, l'aria fresca sul viso. L'agitazione e la tristezza scivolano via come acqua lasciando spazio all'adrenalina, alla libertà, alla gioia di aver fatto una cosa proibita.
Non a caso un lancio da più di venti metri d'altezza è una delle cose più spericolate, più pazze ed impensabili.
Eppure per togliere il ricordo della solitudine e l'amarezza di un rifiuto non c'è scelta migliore: lanciarsi con i propri dispiaceri fino a non sentirli più, fino a farli volare via, magari verso quel buio che incuteva quasi terrore.
Quando sei libera da corde ed altro, inizi a camminare da sola, volendo urlare al mondo intero quanto sei forte. Che nulla ti distrugge. Che nonostante che hai considerato unico per tre anni, tre fottuti anni, ha preferito prendere le distanze, non provarci, lasciarti con il suo ricordo, tu hai ancora la forza nelle gambe che fino a poco tempo prima tremavano. È un po' come l'amore in se. Come quando ascolti la tua canzone preferita che ti fa battere il cuore, che ti fa provare milioni di emozioni. È come quando hai quel turbinio di farfalle nello stomaco. Tanta, ma tanta elettricità su e giù per il corpo.
E sorridi, involontariamente. Ma chi ti può fermare? Chi può dirti che non ce la puoi fare, che sei debole, che non hai le palle? E solamente questo gesto, insieme a tutta la forza e volontà che hai avuto e che hai ancora, dimostra che non sei una che si fa abbattere, ma colei che lotta comunque. Una tigre contro tutti.
STAI LEGGENDO
bleeding out (one-shots)
Historia Corta"e ti bacio sul collo, sull'arteria principale. perché va dritta al cuore. io ti bacio il cuore."