Lightning in the eye always bremma

20^CAPITOLO

LA FINALE di AMICI 14.
Sottotitolo:Che pessima serata.
A ripensarci forse,avrei dovuto darmi malata.
La tensione era alle stelle,per la finale in se, ma sopratutto per la situazione tra me e Mattia.
Nessuno della produzione sapeva della nostra "avventura" se così vogliamo chiamarla.
L'unica ad aver intuito qualcosa e' stata Elisa ma non ha mai provato ad avere conferme.
Mi ha solo stretto forte la mano prima di entrare e sorriso.
E li ho capito che aveva inteso tutto.
Cantare insieme la sigla è stato tremendo.
"Tu che sei diverso.
Almeno tu nell'universo. "
Un omaggio a Mia Martini.
Non mi aspettavo di vederlo scendere in smoking.
Sono rimasta quasi senza parole.
Diverso. Affascinante. Lontano dal ragazzo in tuta bianca e infradito che trovavo coricato sul divano in casetta.
Adulto.
Peccato che non lo fosse realmente.
La finale.
Delle sfide di ballo,ahimè, non ho grandi ricordi.
Non ho quasi aperto bocca.
Credo che tutti abbiano notato il mio "essere in un altro mondo".
Poi le prove canore .
Briga contro Stash. Più che una sfida tra rivali e' stata un esibizione tra due artisti. Ammetto la bravura di entrambi,io però ero ancora molto arrabbiata.
Cercavo di ignorarlo. Difficile farlo con Elisa che ogni due per tre mi prendeva la mano e mi diceva quanto fosse migliorato.
Lui che non mi degnava di uno sguardo.
Io tesa come una corda di violino che scattavo come un non nulla su quella poltrona rossa.
Non riuscivo neppure a commentare le prove.
Il momento delle carte e' stato tremendo. Ricordo la tensione che avevo addosso io 6 anni fa.
Si fermano le carte.
I Kolors vincono e Mattia che dopo i complimenti lascia gli onori a Stash e si allontana amareggiato.
Riconosco nel suo sguardo duro tristezza per non aver vinto.
Nonostante tutto,nonostante l'arrabbiatura,gli corro incontro per salutarlo.
Lui che abbracciandomi mi bacia sulla guancia,mi accarezza velocemente la schiena e mi sussurra " grazie. Ora vado "e scappa via.
Io che rimango imbambolata lì in mezzo alle ragazzine urlanti sui miei tacchi che facevano male si piedi.