Capitolo 19

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Is it too late now to say sorry?

Justin Bieber

Merda merda merda.
Mi ero completamente scordata della madre di Hardin.

"Ehm.." cerco di trovare delle da dire senza che si arrabbi scendendo dalle sue gambe.

"Ehm cosa? Sto aspettando.." dice con aria spazientita.

"Ricordi quando ti ho detto che avevo trovato lavoro come babysitter?"

"Si, e allora?"

Prendo un respiro "Be' solo dopo ho scoperto che si tratta della mamma di Hardin."

"Che?" Si passa una mano sui capelli. "Come? Non ci sei andata, vero?" Vedo bene come i suoi occhi si stanno incendiando dall'ira.

"In realtà si" Ammetto.

Aspetto impazientemente una sfuriata da parte sua, che come ci si poteva aspettare, non tarda ad arrivare.

"Cazzo! Sai benissimo quanto odio quella sottospecie di famiglia e tu ci sei andata ugualmente. Perché lo hai fatto, perché?" Urla e il mio cuore lo sento in gola.

"Non sapevo che fosse lei a volere una babysitter" mi metto sulla difensiva, come sempre.

"Si, ma ci sei andata ugualmente. Cosa ti hanno detto? Ovviamente ti hanno fatto il lavaggio del cervello per metterti contro di me." Intravedo la paura nei suoi occhi azzurri.

Cosa?

"Eh? Ma che stai dicendo? Non mi hanno minimamente parlato di te."

"Cazzo!" Impreca.

"Dylan ascoltami.." gli tocco il braccio ma lui lo ritira.

"Che ti ha detto?" Dice ma tiene le distanze da me.

Odio quando fa così.

"Niente... anche perché non ne ha avuto modo visto che doveva andare ad una cena di lavoro con tuo padre." Dico e lui si irrigidisce.

"Non è mio padre. Lui non è nessuno per me."

Dice e mi sento scossa dai brividi. Non so cosa abbia potuto allontanare suo figlio tanto da rinnegarlo, ma di fatto sta che lui odia suo padre tanto quanto io probabilmente odio il mio.

"Scusa.." dico perché mi sento empatica per quanto riguarda questo.
Lo capisco perfettamente anche se non conosco bene la sua storia.

"Non ci tornerò da loro, lo prometto."

Percepisco il suo dolore e non farei mai qualcosa che gli facesse del male interiormente. Lo amo, e sono disposta a comprenderlo e ad aprirmi con lui e lasciare che lui si esponga a me.

Lui si rilassa visibilmente e pare anche un po' stupito.

"Credevo avresti opposto resistenza. Testarda come sei."

Lo so, è nella mia indole: faccio di testa mia e odio quando qualcuno mi dice cosa fare o proibire determinate cose come se avessi cinque anni; ma in questo caso sono d'appoggio.

"Lo so, ma ti capisco. Se fossi stata in te avrei fatto di peggio, probabilmente."

Mi fa un piccolo sorriso "Vieni qua.." Mi apre le braccia invitandomi a perdermi nel suo profumo.

"Scusa.." Chiedo di nuovo abbracciandolo forte a me.

Lui ridacchia "Cosa ti è successo? Stai bene?" Mi prende in giro.

"Non fare lo stronzo." Gli do un colpetto sul petto.

"Puoi cambiare numero?" Chiede all'improvviso.

"Per quale motivo?" Chiudo gli occhi in  due fessure.

"Quel Hardin non deve più chiamarti."

Sospiro "Chiedi troppo. Non voglio cambiare numero."

"Perché no?"

"Perché perderei tutti i contatti. In ogni caso, ricordati che non sei tu a decidere con chi posso parlare. Hardin non c'entra niente."

Sospira, e poi si mette a sedere imbronciato. Ovviamente.

"Posso farti una domanda?" Chiedo sedendomi sul letto accanto a lui.

"Dipende." Dice.

"Riguarda la tua famiglia." Lo avverto. Mi aspetto una risposta negativa ed effettivamente è così.

"Allora no." Dice secco.

Sospiro ma non insisto. Nascondo troppe cose anch'io e non lo biasimo se non me ne vuole parlare.

"Che cosa vuoi sapere?" Chiede dopo due minuti di silenzio.

Lo guardo un po" sorpresa ma approfitto di questa occasione d'oro. "Hai mai conosciuto i tuoi fratelli?"

Alza subito lo sguardo su di me "Si."

Lo guardo e non aspetto necessariamente che mi dica dell'altro ma ho bisogno di sapere di più.

"Quando Hailey aveva tre anni" Spiega.

Faccio un po' di conti mentali e mi rendo conto che i due bambini non si ricorderanno mai di Dylan. Evidentemente i genitori hanno approfittato della loro età per mentire loro. Sono dei mostri.

"Mi dispiace" Non ricordo più quante volte l'ho detto.

"Ti dispiace per cosa?" Chiede meravigliato.

Chissà se lo sa.. certo che lo sa. Oppure no, non lo so.

"Sai .. Ho parlato con Hailey, loro credono.. beh.." inizio a guardarmi intorno come in cerca di salvezza. È brutto solo a dirlo.

"Loro credono che tu sia morto." Rilascio la frase e scruto la sua reazione.

"Lo so. Sono stato io a chiederlo a quegli infami. In ogni caso non me ne frega un cazzo, non ne parliamo più" liquida il discorso e io mi ghiaccio sul posto.

Ha fatto questo?  Spero vivamente di aver udito male.

"Tu hai fatto questo?" Chiedo ancora sotto shock.

"Si. Ora che mi hai fatto la domanda, possiamo smettere di parlarne?" Chiede irritato.

"Ma.."

"Ho detto basta, cazzo." Urla.

Dopo avermi rivolto uno sguardo gelido, esce dalla stanza e sbatte la porta.
Non capisco.. non capisco perché lo ha fatto, non capisco perché ha reagito così.
Cerca sempre di nascondersi e al momento che gli tocco la sua famiglia, si arrabbia e diventa un altro.

Non so cosa lo fa impazzire così tanto? Io ho bisogno di saperlo e aiutarlo e soltanto una persona può aiutarmi a scoprirlo.

Non ho altra scelta.

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È CORTO, LO SO. MA È NECESSARIO QUESTO FINE CAPITOLO.

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NEL PROSSIMO CAPITOLO SCOPRIREMO PERCHÉ LA NOSTRA DENISE FINGE DI AVERE LE STAMPELLE ;).

SEE YOU SOON.un utente

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