Capitolo 22

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One last time I need to be the one who takes your heart.

Ariana Grande.

"Mi-mi dispiace non credevo non lo sapesse" dice Hardin.

Non riesco neanche a capire cosa sta succedendo in questo istante: il mondo gira e io sono morta.. eppure respiro ancora.

"Devo andare.." riesco a dire.

"Dove andrai? Ti ha appena cacciata di casa." La sua voce preoccupata.

"Devo andare." Ripeto, prendendo la mia borsa dall'attacca panni e attraversando la soglia.

"Ally.." sento la sua voce ma non mi giro.

"Vado da un'amica non preoccuparti." Mento.

Attraverso il cancello enorme e vedo solo il buio nella lunga strada. I grilli fanno un eco  insopportabile e mettono soltanto soggezione.

Non posso credere che sia appena successo. L'ho combinata veramente grossa, so che non dovevo indagare in profondo la sua vita, e so che reagisco sempre d'impulso. Ma anche lui fa le cose senza pensare... Dio è tutto così complicato e incasinato.

Le lacrime bagnano il mio viso e con una manica della mia felpa mi asciugo un occhio per non offuscarmi la vista.

Cammino per circa dieci minuti,  non sapendo cosa fare,  e non sapendo dove andare.
Che ne sarà di me dopo che l'ho perso? 
So che prima o poi sarebbe successo, ma ancora non riesco a realizzarlo. Soltanto stamattina ero fra le sue braccia e adesso è così lontano..

Fa molto freddo ma sto bruciando peggio dell'inferno dentro di me. Ho lasciato che la corda si spezzasse fra di noi. Siamo così fragili, così diversi, testardi entrambi e non poteva andarci bene. È tutta colpa mia. Tutta colpa del mio orribile carattere.

Non so come ma mi ritrovo vicino ad un parco affacciato ad una via, mi siedo su una panchina e mi tiro su le maniche per il freddo.

Non so quanto mi interessa passare la notte fuori da sola, so soltanto che ho bisogno di lui ma adesso non c'è. È così doloroso credere che finalmente vada bene anche a te ma poi tutte le tue illusioni si fanno a pezzi con una frase. Quanti anni ci vorranno prima di poter riavere me stessa? Cosa dico? Non ho mai avuto me stessa. Non so chi sono, e non so cosa voglio.  Non so neppure cosa ci faccio a questo mondo.

È così difficile vivere così. Lui era la mia unica speranza, ma è andato via.
Lo amo più di qualsiasi altra cosa al mondo, e continuerà sempre a valere la pena, nonostante sia una pena da scontare con il maggior prezzo. Continuerò ad amarlo fino a quando non avrò più forze per restare a questo mondo, sempre.

"Ally?" Una voce squillante mi fa alzare immediatamente la testa.

Una macchina rosa è a due metri da me con a bordo Ashley ..?

"Che cosa diavolo ci fai a quest'ora della notte in un giardino? Mi spaventi.." Si mette gli occhiali da sole sulla testa.

Perché ha degli occhiali da sole quando è palesemente ovvio che adesso il sole non c'è?
No.. la domanda giusta è: perché mi sto facendo questa domanda proprio adesso?

Mi risveglio dal mio stato di trance e mi avvicino a lei. "Posso salire? " Chiedo infreddolita.

Lei mi guarda attentamente, sempre allerta come se la potessi attaccare da un momento all'altro, ma annuisce.

Parte e accende il riscaldamento.
"Fammi indovinare.. problemi con Dylan?" Dice improvvisamente.

Annuisco, ma non dico niente. Non ho alcuna intenzione di raccontare i fatti miei.

"Come mai eri lì da sola? Lo sai che non è sicuro?"

Alzo le spalle come se la cosa non mi toccasse. Forse i miei pensieri su Dylan mi hanno distratta sul pericolo di essere in un giardino nel cuore della notte.

"So che non te lo dovrei chiedere ... e se non fosse per urgenza non te lo chiederei mai." Inizio. "Posso dormire da te e domani mattina me ne vado subito via ?"

Lei si gira di scatto spaventata. "La cosa deve essere molto seria allora." Dice. Non rispondo.

"Sei non ti vedessi in questo stato pietoso non ci farei neanche il pensiero.." dice e spero non abbia bevuto qualche sostanza stupefacente. Non so come, ma non è più la stessa Ashley che conoscevo qualche mesetto fa.

Arriviamo davanti ad un'immensa villa di tre piani rimanendo sbalordita di fronte a cotanta ricchezza.
Immaginavo fosse una di quelle persone ricche, lo dimostra il suo comportamento, ma non ho mai visto qualcosa di più grande in vita mia.

Entriamo a casa e resto ancora più a bocca aperta di prima. L'entrata si apre con una scalinata che sfocia in altre due e vanno in due direzioni opposte. I colori sono naturali, ma molto moderni. Alla destra c'è un enorme specchio con accanto un attaccapanni marrone scuro.

Seguo Ashley in silenzio tomba e continuo a guardarmi intorno finché non vengo sommersa dal rosa.
Se dico rosa.. significa che vedo tutto rosa.
Le pareti, i letti, ogni minimo dettaglio in questa stanza ha diverse sfumature del rosa.

Ci sono due letti distaccati e un'altra stanza a parte con una porta di legno bianco.
Credo di diventare daltonica dopo essere stata accecata da questo rosa.

"Bene. . Questa è camera mia." Presenta la sua dimora da barbie.

Sospiro "Grazie. Odio dirlo, ma non so cosa avrei fatto senza io tuo aiuto."

Annuisce accondiscendente. "Non ti presterò un mio pigiama." Avverte, e io mi tranquillizzo. Avevo seriamente paura che avesse perso la sua acidità.

"Posso farne a meno." Dico.

Entra nella stanza con la porta bianca, e torna dopo una decina di minuti con un accappatoio fucsia con delle piume sui bordi in un tono più acceso dello stesso colore. Due pantofole color panna con incise una A, e una benda che tiene sulle mani.

Si toglie l'accapatoio, e si infila dentro il letto. "Ho parlato con il preside.. domani mi darà una risposta sulla tua sospensione."

Resto di sasso "Perché lo fai?"

Alza le spalle e si mette la benda senza rispondermi.È così strana questa ragazza, ma non ho le forze per indagare. So che non mi dovrei fidare e non lo faccio, onestamente. Voglio soltanto terminare questa lunga giornata del cazzo.

"Buonanotte." Dico togliendomi la felpa e le scarpe.

Mi infilo sotto le coperte e vengo tormentata da i pensieri che non hanno proprio intenzione di andarsene via.

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