— Smettila, per la miseria! Tra poco scaverai dei solchi nel pavimento!Clary ignorò il richiamo di Jace e continuò imperterrita a camminare avanti e indietro, i pugni serrati lungo i fianchi e l'espressione truce. Sembrava pronta ad uccidere.
— Clary. Calmati. La ritroveremo. — Sussurrò più dolcemente Jace, abbracciandola da dietro.
La ragazza sospirò, chiudendo gli occhi: — È tutto così difficile, Jace. Prima hanno preso Isabelle, poi Ian, adesso mia madre. Perché? Perché proprio lei?
— È colpa tua. — Sentenziò una terza voce.
La rossa si voltò di scatto verso Valentine, appena entrato nella stanza: — Come?!
— È colpa tua. — Ripeté lui, apparentemente impassibile. Eppure una vena pulsava pericolosamente sul suo collo. — Lucian era qui per te, ha preso Jocelyn per farti un dispetto, per incoraggiarti a gettarti nelle braccia del nemico per salvarla, così loro potranno avere te, o meglio, le tue rune.
Clarissa trattenne il fiato. Non poteva negare che la logica di quel discorso era ineccepibile. Se anche avesse voluto difendersi da Valentine, non sarebbe riuscita a mentire a se stessa. Sapeva anche lei che era la verità. La nuda e cruda verità, niente di più, niente di meno.
Perché doveva capitare tutto così in fretta, perché tutto insieme? Non bastava il tradimento di Luke, no, adesso Melchizedeck decideva che era anche ora di strapparle via sua madre. Okay, negli ultimi tempi non l'aveva molto calcolata, ma era sua madre!
— Scusatemi. — Sussurrò, si voltò ed uscì dalla stanza. Si sentì una codarda: ultimamente riusciva soltanto a scappare. Dov'era finita la Clarissa Morgenstern che avrebbe voluto essere?
Corse lungo il corridoio, frastornata, non badando a niente se non alla strada davanti a lei, mentre tentava di tenere la mente sgombra.
Per un attimo, pensò con indolenza che invece il "restyling" stava avendo i suoi frutti. Si allenava con Valentine da cinque giorni, una delle prime cose che le aveva insegnato era correre senza far rumore, e ci riusciva anche piuttosto bene, essendo molto minuta. Il problema era il carattere... rimaneva sempre disgustata da se stessa quando si ritrovava a desiderare per qualche attimo fuggevole la vuota piattezza di Jonathan prima della runa che li aveva uniti.
— Sorellina.
Parli del diavolo e spuntano le corna. Si voltò lentamente verso il fratello, mordicchiandosi le labbra. Ormai vivevano sotto lo stesso tetto da un po' e, anche se non poteva dire di conoscerlo come le sue tasche, avrebbe potuto tranquillamente affermare che iniziava a capirlo, che si stava lentamente aprendo con lei e che, al contrario, lei raccontava di sé in maniera straordinariamente spontanea, vista la sua timidezza. In poco tempo gli aveva propinato tutta la storia della sua vita con tanto di dettagli imbarazzanti e incidenti che avrebbe preferito non ricordare. Era piuttosto espansiva in confronto a lui, effettivamente.
Forse fu proprio perché si stavano conoscendo, o soltanto perché in quel momento la diciottenne aveva bisogno di conforto, fatto sta che si slanciò verso di lui e lo strinse forte, inspirando il suo profumo. Pepe e sole, marchi bruciati e sudore.
— Io non ce la faccio... — Sussurrò, e sapeva che non c'erano bisogno di parole. Lui riusciva perfettamente a sentire quello che provava lei.
La abbracciò goffamente, dandole delle lievi pacche sulla spalla come fanno i maschi quando si sentono in imbarazzo. — Ehi... non posso dire di essere triste per la sua scomparsa, Clary, ma se ti rende felice ti aiuterò a ritrovare Jocelyn. — Annunciò, composto.
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Shadowhunters - City of Marble
FanfictionLa vera difficoltà non sta nel cambiare se stessi, ma nel riconoscere ciò che si è realmente e, soprattutto, nell'accettarlo. IN REVISIONE - CAPITOLI RISCRITTI 4/X (DA DEFINIRE), ATTENZIONE: molti di questi capitoli sono stati scritti davvero tanto...