XXIII - Passi avanti

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Siamo tutti anime perse... (ma) almeno lo siamo insieme.

[Blood and Chocolate - La Caccia al Licantropo]

- Quindi, questo è tutto. Non è che centri qualcosa? - Jonathan scrollò le spalle e fissò Valentine, che a sua volta lo guardava assolutamente scioccato.

Era probabilmente la prima volta in ventun anni di vita che era riuscito a lasciarlo di sasso: - Deduco dalla tua espressione che è un no. Bene. Ora che sapete tutto, voglio mettere in chiaro una cosa. Se vi ho fatto qualcosa, o se avete qualcosa contro di me, ditemelo. - i suoi occhi scuri si fermarono in quelli azzurro impenetrabile di Maryse - Ma non prendetevela con Ian. Non lo merita. E, soprattutto, non avreste il tempo di torcergli un capello che sareste già morti. Buona giornata. - Girò i tacchi e se ne andò dalla stanza.

Non era mai stato un tipo isterico o eccessivamente ciarliero o anche sono aperto verso gli altri, e non lo sarebbe diventato adesso.

Maryse Lightwood prese un profondo respiro e si portò le dita alle tempie e alla radice del naso, poi prese ancora un altro respiro ed uscì dalla stanza, scioccata.

Jocelyn e Valentine si guardavano negli occhi, incapaci di spiccicare parola.

Alla fine lei alzò le braccia: - Credo che... il mio udito stia perdendo colpi.

Valentine si riscosse e sbatté le palpebre: - No, il tuo udito è perfetto, l'ho... l'ho sentito anch'io. Dev'essere Jonathan ad avere qualcosa che non va. - Scosse la testa, misurando la stanza a grandi passi.

Un figlio. Di Jonathan. E lui voleva prendersene cura.

Oh santissimo Raziel! Era resuscitato in un mondo che andava al contrario perché era un universo parallelo e non se n'era accorto!

Clary si gettò a terra, schivando un colpo di frusta di Isabelle. Rotolò di lato e scattò in piedi, evitando per un pelo un'altro colpo.

Si arrampicò sulla scaletta per arrivare alle travi sul soffitto, e dovette evitare per un pelo una frustata piuttosto bastarda diretta alla sua testa.

- Isabelle! - Esclamò, irritata, iniziando a percorrere una delle travi come se non avesse fatto altro per tutta la vita.

- Scusa! - Rispose lei, arrampicandosi a sua volta.

Si fronteggiarono per qualche secondo, e Clary indietreggiò all'ennesimo colpo di frusta. Si voltò velocemente e si lanciò giù, gliel'aveva insegnato Jace: Isabelle non poteva farlo con quei tacchi a spillo, per fortuna.

Corse alla parete delle armi e si armò di piccoli coltelli da lancio, mentre la mora scendeva la scala. Jace l'aveva fatta allenare così tanto con la spada e quei maledetti chicchi che colpire una frusta con un coltello, al confronto, sembrava uno scherzo.

Socchiuse gli occhi e prese la mira; lanciò il coltello e... zac! La frusta venne tranciata in due pezzi e, quello che Izzy non stringeva, cadde a terra con un lieve tonfo.

Clary sorrise mentre Izzy afferrava due spade e gliene lanciava una: magari non era bravissima, ma una cosa era certa: se sapeva tranciare in due quattro semi con una spada in mezzo secondo, avrebbe trovato il modo di darle di santa ragione alla mora.

La rossa giocherellò per qualche attimo con l'elsa della spada, provandone il bilanciamento. Era un po' troppo pesante per lei, ma non così tanto, avrebbe potuto farcela. Sapeva di essere più bassa e quindi meno prestante e atletica di Isabelle per determinati esercizi, soprattutto quelli con la spada, quindi attese che l'altra attaccasse e cercò d'infiltrarsi nella sua guardia con un fendente diretto alla coscia.

Shadowhunters - City of MarbleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora