Clary si rigirò la piccola boccetta fra le mani, sospirando. Doveva farlo o no?Era colma di liquido argenteo che sembrava quasi vorticare, era così invitante... dimenticare tutto per qualche ora, entrare in un mondo fantastico dove nulla avrebbe potuto disturbarla.
Eppure... era davvero giusto lasciare tutti gli altri nel mondo reale, anche se per poco, a far fronte a dei problemi che lei si era scrollata di dosso perché non riusciva a risolverli?
Si sedette sul letto, stanca. Perché anche le più piccole scelte nella sua vita dovevano essere così complicate?
Scosse il capo, ricontrollando per l'ennesima volta con lo sguardo che fosse tutto in borsa. Non poteva portarsi una valigia, era troppo pesante e non sapeva quanto tempo si sarebbero fermati lì, e in caso di fuga avrebbe faticato a trascinarla dietro, quindi era stata costretta ad ammucchiare tutti i suoi averi più importanti in quell'anonima borsa nera.
Dei vestiti, biancheria pulita, il suo amato kit da disegno e le armi a cui era più affezionata, sarebbe stato inutile portarsi dietro quelle di base dell'addestramento.
In realtà erano poche: il pugnale con il pomolo che sembrava una rosa che le aveva dato Jace, ed un altro pugnale lievemente più lungo interamente nero con un motivo di stelle sopra, un regalo di Jonathan. Se le sue informazioni erano esatte, apparteneva alla famiglia Morgenstern da molto tempo, l'ultima ad utilizzarlo prima di lei era stata sua nonna, la madre di Valentine.
Sbuffò, irrequieta.
All'inizio, lo sapeva, andava tutto troppo bene: Valentine era morto, lei si stava allenando, Jace le aveva chiesto di sposarlo! Stavano organizzando il matrimonio, e poi... pouf! Era tutto sparito, i suoi sogni erano stati relegati in un cassetto e be'... chissà se li avrebbe mai ripescati.
Bussarono alla porta.
— Chi è?
— Oh, non lo so, ho tanti nomi... Jace, Tanta Roba, Grande Mango... quale preferisci?
Lei rise e, con un sospiro, fece per buttare la boccetta. Subito dopo ci ripensò e la infilò in tasca, la mano tremante come non mai.
— Vieni, oh Sommo Idiota! — Scherzò, aprendo la porta. Jace si abbassò alla sua altezza e le scoccò un bacio sulla punta del naso, ridacchiando.
— Alors, mademoiselle Morgenstern, comment ça va (1)? — Chiese, mentre si appoggiava rilassato allo stipite della porta.
— Va bien, monsieur Herondale. Plus au moin (2). — Borbottò lei in riposta, abbracciandolo mentre entrava nella stanza.
Jace piegò in giù gli angoli delle labbra in una smorfia esagerata: — Allora, pensavo, entro due ore dobbiamo riunirci in biblioteca. Siamo ancora in tempo.
— In tempo per cosa? — Clary aggrottò le sopracciglia, perplessa.
— Per uscire. Andiamo sulla Fifth Avenue e cerchiamo un vestito da sposa. Quale luogo migliore di Idris per la cerimonia? — Jace aveva un sorriso estatico che andava da un orecchio all'altro.
Clarissa sgranò gli occhi, la bocca spalancata. — Ma... dici sul serio?!
— Certo! Andiamo, posa armi e bagagli e avventuriamoci nello spietato mondo della moda! — La tirò fuori dalla stanza, ridacchiando mentre correvano a tutta velocità nei corridoi.
— Ma... non abbiamo i soldi, e poi non c'è la mamma... — Clary si fermò. No, non andava bene. Per niente. Lo disse a Jace.
— E perché non ti va bene? — Chiese, mentre Valentine, Jonathan e Izzy assistevano alla scena, incuriositi.
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Shadowhunters - City of Marble
FanfictionLa vera difficoltà non sta nel cambiare se stessi, ma nel riconoscere ciò che si è realmente e, soprattutto, nell'accettarlo. IN REVISIONE - CAPITOLI RISCRITTI 4/X (DA DEFINIRE), ATTENZIONE: molti di questi capitoli sono stati scritti davvero tanto...