Capitolo Sedici

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Il sabato è l'unico giorno in cui riesco ad alzarmi abbastanza volentieri dato che poi la domenica posso alzarmi ad un orario ragionevole.

Alzai le coperte molto lentamente e saltai giù dal letto.

Raggiunsi il bagno e mi preparai con molta calma.

Infatti quando scesi giù per le scale fui in ritardo.

Uscii di casa in fretta e furia e corsi più veloce che potessi.

Arrivai alla fermata dell'autobus e lo vidi passare davanti a me.

Sbuffai e tirai fuori il cellulare, cercai "Lindy" nella rubrica e il cellulare cominciò a squillare, la chiamai tre volte ma non rispose.

Il tempo passava e io stavo pensando a una possibile soluzione.

Così chiamai Jake e al terzo squillo rispose, gli spiegai la mia condizione e mi rispose che fui fortunata perchè si era fermato al bar e si trovava in zona.

Passarono due minuti e me lo trovai davanti col suo fuoristrada scuro.

Salii e partì a tutta velocitá verso la scuola.

Ad un certo punto si fermò dietro la lunga coda di macchine che si era formata.

"Tutti adesso devono passare?" Sbuffai

"Bhe Ash, guarda il lato positivo, sei in buona compagnia" ammiccò facendomi l'occhiolino.

"Sicuramente" risposi alzando gli occhi al cielo.

"Bhe mettiti comoda...se andiamo avanti così"

"Ma dobbiamo andare a scuola" sbuffai

Si mise a ridere.

Passò un ora e ci eravamo mossi di qualche metro.

Così chiamai mamma e la informai, mi disse di non preoccuparmi.

Feci un respiro e mi appoggiai alla spalla di Jake che fece un gesto che non mi sarei mai aspettata: portò la sua mano destra sui miei capelli sfiorandomi il collo, poi si mise ad accarezzarmi i capelli.

Tirai su la testa e lo guardai negli occhi, mi sorrise e si abbassò lasciandomi un bacio sulla fronte,poi riportó le mani al volante e dopo qualche minuto affermò: "Si va a scuola"

Gli scambiai un mezzo sorriso e portai lo sguardo sulle macchine che avanzavano lentamente

Il viaggio fino a scuola durò di più rispetto al solito perché c'era ancora traffico.

Entrammo a scuola alle 9:35 fermandoci prima in segreteria a firmare l'entrata ritardata

Mancava una mezz'ora scarsa all'intervallo, quindi la segretaria decise di farci aspettare.

Ci sedemmo nel tavolo del bar ad aspettare.

Ad un certo punto vidi uscire Lexi dalla palestra con un paio di pantaloncini rosa striminziti e un top bianco inguardabile, così di scatto mi alzai.

"Vado in bagno Jake"

Si girò indietro e quando vide Lexi mi afferrò un braccio e mi fece risedere affianco a lui.

"Io non sono suo" disse sorridendomi

"Forse questo dovresti dirlo a lei e non a me" gli risposi annuendo, e mi risedetti.

Quando Lexi lo vide gli corse incontro e iniziò ad arrotolarsi ciocche di capelli intorno alle dita e sbatteva quelle orrende ciglia finte che si era messa.

Che schifo!

Aveva detto qualcosa ma non la avevo ascoltata.

"Non vedi che sono con lei?" Disse lui indicandomi

"Con quella sciacquetta?"

"Lexi vattene" disse Jake con un tono più sicuro

"Io di qui non mi muovo" disse la barbie incrociando le braccia

"Ce ne andiamo noi!" Disse Jake facendole l'occhiolino e prendendomi per mano.

Attraversò tutto il corridoio trascinandomi dietro, poi appena girò l'angolo si fermò di scatto e tornò indietro nella direzione da dove eravamo arrivati: "C'è il preside" disse con tono preoccupato continuando a tirarmi.

"Corri" affermò "se ci becca ci sospende, non possiamo stare in giro per la scuola" continuò a correre senza staccare la presa dalla mia mano.

Arrivammo infondo al corridoio dove si divideva in due, e ci fermammo in uno sgabuzzino minuscolo, eravamo uno contro l'altro.

Incominciai a fare lunghi e pesanti respiri per la corsa e cercai di prendere fiato, Jake faceva lo stesso, e sentivo il suo respiro caldo sul mio collo.

Improvvisamente mi sentii mancare il respiro: eravamo troppo vicini.

I nostri respiri erano uniti in uno solo.

Alzai lo sguardo e appoggiai una mano sul suo petto.
Ci guardammo negli occhi e lessi il desiderio nei suoi occhi.

Poi il suo sguardo si spostò sulle mie labbra, ci avvicinammo con molta calma.

Con la mano potei sentire il battito del suo cuore. Andava fortissimo, come se dovesse scoppiare da un momento all'altro.

C'erano rimasti pochissimi millimetri tra le nostre labbra, ma dei passi ci interruppero.

Legai le braccia intorno alla sua vita, e lui si strinse a me, eravamo dietro a uno scaffale e se saremmo stati così vicini non ci avrebbero visto.

Un addetto alle pulizie entrò e prese la scopa, e poi richiuse la porta.

Feci un sospiro di sollievo. E diventai automaticamente più tranquilla.

Ci staccammo e riuscimmo ad uscire da quel coso tutto disordinato.

Faceva venire la claustrofobia anche ai non claustrofobici.

Scoppiammo a ridere non appena iniziammo a salire le scale per entrare in classe.

"Non c'è niente da dire, quel che è successo è successo, non ne parliamo più" dissi d'un fiato

Annuì però facendo scomparire quel bel sorriso che aveva e mi sentii in colpa.

Quando fummo davanti agli armadietti suonò la campanella e il corridoio si riempì automaticamente di persone che andavano da tutte le parti.

Persi Jake di vista e mi concentrai su Lindy e Maia che erano davanti a me e mi stavano chiedendo spiegazioni.

Gli spiegai tutto quello che era successo stamattina, poi si scambiarono uno sguardo e insieme affermarono: "Jake si è innamorato"

Ma cosa dicono

"Secondo me no" e solo quando pronunciai quelle parole mi resi realmente conto di quanto fossero ridicole, è innamorato di me? Ma io sono innamorata di lui?

No, io non posso innamorarmi...

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