Capitolo Ventisei

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Non smetterò mai di dire che Parigi è la città più bella che abbia mai visto.

Siamo andati tutto il pomeriggio in giro per la città, abbiamo passeggiato sui ponti lungo la Senna, abbiamo visto le piramidi di vetro fuori dal Louvre e abbiamo fatto un sacco di foto in posizioni strane.

Poi ci hanno lasciato la giornata libera e io e Maia ci siamo date allo shopping sfrenato.

Credo di aver esagerato, voglio vedere come farò a chiudere la valigia per il ritorno.

Ora siamo in hotel, ci siamo fatte una doccia e ci siamo guardate una vecchia puntata di un telefilm sul tablet di Maia.

Questa sera andremo a visitare un museo notturno di astronomia, ma prima dovremmo cenare qua in hotel.

L'aria fuori é freddissima, é come a dicembre a casa.

Mi sono messa un paio di calze nere, con una gonna abbastanza corta, sopra però ho indossato un maglione e poi ho messo gli stivaletti.

Quando io e Maia scendiamo ci accorgiamo di essere leggermente in ritardo, sono tutti seduti e sono già al primo, entrambe cerchiamo un tavolo, o almeno due posti liberi, sto per dire a Maia che ne ho trovati due vicino a due ragazze dell'altra classe, ma lei è più veloce e mi trascina al tavolo dei ragazzi.

C'è un posto libero accanto a Jake e uno accanto a Dave, ci sorridono quando ci vedono arrivare, mi siedo accanto a Dave prima che lo faccia Maia e scambio un sorriso ai ragazzi.

"Buonasera ragazze" Tommy dal fondo del tavolo strizza l'occhio a Maia che arrossisce appena.

"Ciao" rispondo al posto suo.

"Hei" mi saluta Jake sottovoce mostrandomi un sorriso che mi spiazza.

Gli sorrido soltanto, ma un sorriso sincero, avevo voglia di vederlo.

I ragazzi parlano e straparlano, di qualsiasi cosa, certe volte salto su anche io con i loro discorsi.

Un'ora più tardi siamo tutti di sotto all'ingresso dell'hotel.

Stanno tutti parlando tra loro nel mentre aspettano che qualcuno li chiami per andare.

Mi avvicino a Jake perché lo vedo poco interessato ai discorsi dei suoi amici.

"Hei" gli tocco il braccio.

"Ciao principessa" si volta verso di me, nessuno se ne accorge.

"Mi sei mancato oggi" confesso.

"Vieni qui" mi attira a se con un braccio e mi circonda con le sue braccia.

Ora siamo girati verso agli altri, ma continuano a non accorgersi di nulla, meglio così.

Circondo le mie braccia attorno alla sua vita e appoggio il viso al suo petto.

Il suo profumo si espande, profuma di menta, e di lui, e lo adoro.

Con una mano gli accarezzo la schiena.

Certe volte ho bisogno che lui mi abbracci, non so il motivo ma ne ho davvero bisogno.

"Bene ragazzi" ci voltiamo tutti verso i professori che sono sulle scale e ci spiegano il programma della serata.

Il museo è stata una delle cose migliori della giornata dopo lo shopping, ci hanno fatto sedere su delle poltrone comodissime e su un maxiproiettore sopra di noi ci illustravano tutte le varie costellazioni, informandoci anche sul nome in latino e francese.

Siamo tornati tardi in camera e tramite il terrazzo attaccato a quello della camera dei ragazzi siamo andati in camera loro.

Ci siamo seduti a terra e ci siamo messi a giocare e parlare di sciocchezze varie.

incontriamoci ancoraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora