Capitolo ventitré

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Devo smetterla di farmi condizionare da persone che non esistono piú, sto male io e faccio stare male le persone che mi circondano.

Maia e Emily stanno parlottando del nuovo ragazzo di Maia, mi dispiace non ascoltarle ma ho la testa completamente da un'altra parte.

Jake dopo sabato ha allentato la presa, me ne sono accorta durante la scorsa settimana mi ha ignorato completamente.

Quando questa mattina supero il cancello di scuola lo trovo appoggiato ad un muretto, Lexie é accanto a lui, non fa che mettersi in mostra.

Distolgo lo sguardo e mi incammino verso il portone d'entrata.

Agli armadietti incontro Lindy, in questi giorni non era piú a scuola, mi sta raccontando delle sue vacanze in Spagna. Nel frattempo raggiungiamo la classe.

Quando la vedo entrare davanti a me mi ricordo di non aver fatto i compiti di matematica, cosí la fermo, le dico che vado al bagno.

Appoggio la borsa a terra e controllo i messaggi di mia madre sul cellulare, quando una voce mi interrompe, portò gli occhi sulla porta del bagno delle ragazze.

"Aspetti il Principe azzurro?" Mi chiede attorcigliandosi una ciocca di capelli scuri, masticando una cicca con la bocca poco chiusa.

Lexie.

Riporto lo sguardo sul cellulare e rispondo a mia madre.

"Sto parlando con te" schiocca le dita.

Non me ne puó fregare di meno, sinceramente.

Metto il cellulare in tasca, prendo la borsa e la supero.

"Io no" esco dalla porta, dopo aver visto la sua espressione scioccata.

Percorro il corridoio con la borsa in spalla, quando mi sento tirare per un braccio.

Mi ritrovo nel laboratorio di chimica e mi spavento.

Ma quando la luce si accende e incontro i suoi occhi tiro un sospiro di sollievo, poi faccio per andarmene scocciata, ma mi ferma prima che io possa aprire la porta.

"Stavolta non mi scappi" afferma prendendomi il polso.

"Sono stufa" affermo

Mi guarda con aria interrogativa.

"Si Jake, sono stufa, non facciamo che litigare, litighiamo e poi ci ignoriamo, è sempre la stessa storia" sbuffo

"Non deve andare perforza così Ashley, non siamo più bambini, penso che siamo abbastanza maturi" ribatte

"Siamo abbastanza maturi ma non facciamo che litigare" continuo alzando la voce

"Ashley, cosa ti spaventa? Fai sempre così, spiegami cosa ti spaventa, altrimenti non so come comportarmi con te"

Mi sta mostrando qualcosa che non mi ha mai mostrato, mi sta invitando a fidarmi di lui.

E ora sarebbe il momento giusto per smettere di nascondere non ci sia qualcosa tra noi.

E invece non lo faccio, esco dal laboratorio senza dargli alcuna risposta, e riesco a nasconderlo ancora.

incontriamoci ancoraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora