Capitolo venti

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Svegliarsi affianco a Jake non è per niente male, nemmeno dormirci, ma preferisco dormire da sola occupando tutto il mio lettone enorme.

Appoggiai i gomiti sul materasso cercando di alzarmi, ma il forte braccio del moro mi spinse verso il cuscino.

"Avanti Jake, non è domenica anche oggi, alzati"

Mugugna qualcosa di incomprensibile, continuando a tenere gli occhi chiusi.

Controllai l'ora nel telefono.

"Se non ci alziamo ora faremo tardi Jake, avanti"

Dissi con voce implorante.

Rimase impassibile, con gli occhi ancora chiusi.

"Ti propongo un bacio, ma devi alzarti, altrimenti mi alzerò e andrò a scuola a piedi"

Dissi chiudendo gli occhi in una fessura e appoggiando le mani sui miei fianchi.

Un sorriso si increspò sulle sue labbra.

Poi il suo dito indicò la sua bocca.

Vediamo ora come si sveglierà.

"E va bene, ma poi andiamo" Dissi avvicinandomi pericolosamente.

"Promesso" sussurrò continuando a sorridere.

La distanza tra le mie e le sue labbra era quasi inesistente e mi venne quasi voglia di sfiorarle, ma poi mi avvicinai al suo orecchio, tenendomi su con le braccia.

Morsi il suo lobo, e lo sentii teso sotto di me, la situazione si capovolse, mi appoggiò con forza al materasso e si posizionò sopra di me.

Si avvicinò al mio orecchio:"Non rifarlo Ashley"

Sentii i suoi occhi su di me, lo guardai e deglutii.

"Perchè?" Chiesi con occhi innocenti

"Perchè mi sembra di aver capito tu volessi andare a scuola, e se lo rifarai a scuola non ci andremo"

Abbassai lo sguardo imbarazzata, ma quando i miei occhi caddero sui suoi addominali mi imbarazzai maggiormente.

"Andiamo a scuola" dissi spostandolo da sopra di me.

Riuscii ad uscire di casa venti minuti più tardi, nel frattempo Jake era uscito furtivamente dalla finestra, come quando entrò la sera prima.

Salutai mia madre e raggiunsi Jake in macchina.

Si divertì durante il tragitto a mettermi in imbarazzo facendomi strane domande.

"Basta Mayers" urlai sfinita trattenendo un risata

"Basta cosa principessa?"
Disse il moro alzando le sopracciglia e girando le chiavi.

"Basta mettermi in imbarazzo"
Alzai gli occhi al cielo.

Scese dalla macchina e io lo seguii, camminammo verso l'ingresso della scuola.

"All'uscita ci vediamo li, ti accompagno io a casa"
Disse lanciando uno sguardo a una delle panchine del cortile, si avvicinò mi baciò la fronte e raggiunse i suoi amici.

Mi guardai intorno e individuai Maia e Emily, così le raggiunsi.

Mi salutarono, poi insieme raggiunsimo la palestra, mi tolsi i miei vestiti e mi infilai un paio di pantaloncini corti, legai i capelli e insieme ad Emily entrammo in palestra.

Il professore ci fece fare tre giri del campo, poi altri esercizi, finché la campanella suonò, tornai nello spogliatoio per rinfrescarmi e cambiarmi i vestiti.

incontriamoci ancoraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora