Adoro il venerdì, perché sono stanca e a scuola ho materie leggere, poi ho sempre il pomeriggio libero perché non ci sono i compiti per il sabato.
È il mio giorno preferito, dopo il sabato.
L'acqua scorre sul mio viso, mi rilassa fare la doccia al mattino.
Avvolgo l'accappatoio attorno al mio corpo pieno di goccioline.
Sciolgo i capelli mossi sulle punte, poi raggiungo l'armadio e mi vesto velocemente.
Il trillo del cellulare attira la mia attenzione.
Jake: "La principessa desidera un passaggio?"
Digito velocemente la risposta
"No, grazie vado a piedi"
La sua risposta arriva in un attimo
"Scendi tra dieci minuti"
Ovviamente.
Finisco di vestirmi e scendo le scale.
"Ciao mammaa" grido, e chiudo la porta alle mie spalle prima di ascoltare la sua risposta.
Scendo le scale più in fretta possibile, ma il gancio della borsa si impiglia nella ringhiera, senza accorgermene continuo a scendere le scale, ma quando arrivo all'ultimo scalino il gancio della borsa si slega e cado a terra in avanti sbattendo il ginocchio.
"Ahi" mi tocco il ginocchio.
Jake nel frattempo è arrivato e si sta tenendo la pancia dalle risate.
Lo intravedo dal finestrino.
Alzo il dito medio nella sua direzione.
Ma non faccio altro che aumentare le sue risate.
Mentre tiro su il pantalone per vedere il graffio sul ginocchio Jake esce dalla macchina e mi raggiunge ancora preso nelle sue risate.
"E smettila" lo rimprovero
"È stata una scena esilarante, non puoi vietarmi di di ridere"
"Vaffanculo" sussurro
"Dai scherzavo, ora andiamo, facciamo tardi" dice smettendo di ridere.
Alzo la mano nella sua direzione.
Lui la affferra e mi tira su di forza.
Una ventina di minuti piú tardi sto uscendo dalla macchina.
"Ehi Ashley aspetta"
Sento Jake rincorrermi, cosí mi fermo e mi volto nulla sua direzione.
"Ehi, scusa, sono ancora addormentata, grazie del passaggio" lo anticipo.
"No, tranquilla, non ti ho chiamato per questo, sai domani mattina c'é l'Open day per le prime.."
Lascia la frase in sospeso"Si, l'avevo sentito dire, non c'é scuola"
"Esatto, stasera siamo da Dave, ci sono anche le tue amiche, la madre di Dave ci prepara la pizza e poi guardiamo un film, la tua amica mora ha richiesto la tua presenza e Dave ha dato il consenso per poterti invitare, perció se non hai niente da fare..."
Si passa una mano tra i capelli in modo nervoso
"Bhe mi sembra una bell'idea, grazie" gli sorrido e gli scocco un'umido bacio sulla guancia.
L'ora di matematica è la peggiore di tutte, non ce la posso fare, lettere, numeri che si alternano, il mio incubo.
La seconda ora è un po' più soft, siccome la professoressa di storia sta interrogando e io ho già il voto, penso agli affari miei.
Stasera non ho nulla da fare, perciò mi farà piacere andare a casa di Dave, potrò anche conoscerlo meglio.
La campanella suona e io raggiungo l'armadietto, dove appoggio i libri.
Poi intravedo Dave e Jake fuori dalla classe di Dave, così li raggiungo.
"Scusate" li interrompo
Loro portano lo sguardo su di me e Jake viene dietro di me e appoggia le sue mani sulle mie strette spalle.
"Dave, volevo ringraziarti per l'invito e farti sapere che ci sarò, a che ora?"
Mi lancia un sorriso
"Che bello che verrai, mi fa piacere, così potrò conoscerti anche io, sei sempre con Jake" rideRido anche io, nervosamente.
Jake si avvicina al mio orecchio e io allaccio le braccia intorno alle sue che mi solleticano il collo.
"Ti passo a prendere io sussurra"
Deglutisco, troppo forte, se ne accorge anche Dave, fa un colpetto di tosse imbarazzato.
"Emh, vado dalla mia ragazza, alle 19 Ashley"
"A stasera" gli sorrido
"Ricordatevi che siete a scuola" ci prende in giro.
Le mie guance si tingono di rosso e Jake se ne accorge.
"Mi piaci quando diventi rossa"
Le mie guange si tingono maggiormente.
"Si, così"
RideLa sua risata mi fa sorridere, mi giro verso di lui solo per guardarlo ridere, è bellissimo quando lo fa.
La campanella suona.
"Vengo alle 18:45"
Annuisco e vado in classe.
Alle 14 sono sull'autobus e sto ascoltando la mia canzone preferita.
Guardo fuori dal vetro San Francisco.
Una sagoma attira la mia attenzione, un ragazzo così familiare.
Non può essere.
Non deve essere.
Vedo tutto sfocato, chiudo gli occhi e vedo lui, vedo un bacio, e vedo la caraffa cadere davanti ai miei occhi, vedo le mani tagliate che stringono i vetri tra di esse, non ce la faccio.
Tolgo bruscamente gli auricolari e apro gli occhi colmi di lacrime.
Li apro e richiudo varie volte. Poi mi calmo.
Non può essere, è impossibile, è morto.
Mi faccio forza e riesco a calmarmi.
Scendo vicino casa, entro e mi butto a peso morto sul divano, poi dopo aver pranzato vado a farmi una doccia, mi avvolgo tra le coperte e metto su qualche puntata della mia serie tv preferita.
Oggi niente compiti.
STAI LEGGENDO
incontriamoci ancora
Teen FictionAshley è una ragazza decisa, ma che non vuole attirare l'attenzione. Eppure nella sua nuova scuola le cose sembrano cambiare e la ragazza diventa importante, soprattutto per Jake : un ragazzo popolare a scuola e pieno di sé, ma che farà di tutto pe...